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Confisca patteggiamento: obbligo di motivazione

Un imputato, condannato con patteggiamento per spaccio, ha impugnato la confisca di pistole giocattolo e di un sistema di videosorveglianza. La Corte di Cassazione ha annullato tale statuizione, affermando che la confisca patteggiamento, se non concordata tra le parti, deve essere sempre motivata dal giudice. Nel caso specifico, mancava ogni spiegazione sulla presunta pericolosità delle armi e sul nesso tra le telecamere e il reato, rendendo il provvedimento illegittimo.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca nel Patteggiamento: La Cassazione Annulla per Mancanza di Motivazione

La procedura di patteggiamento, pur basandosi su un accordo tra accusa e difesa, non esonera il giudice dal dovere di motivare le sue decisioni, specialmente quando queste incidono sui diritti patrimoniali dell’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio fondamentale, annullando una confisca patteggiamento disposta senza un’adeguata giustificazione. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: Droga, Armi Giocattolo e Videosorveglianza

Il caso ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia. Un uomo era stato condannato a una pena di quattro anni e quattro mesi di reclusione, oltre a una multa di 20.000 euro, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana).

Oltre alla pena principale, il giudice aveva disposto una serie di misure accessorie, tra cui la confisca di diversi beni sequestrati all’imputato. In particolare, erano stati confiscati una pistola giocattolo con tappo rosso, una pistola ad aria compressa, otto telecamere e un sistema di videosorveglianza. Altri beni, come cellulari e somme di denaro, erano invece stati dissequestrati e restituiti.

Il Ricorso in Cassazione: il Difetto di Motivazione sulla Confisca Patteggiamento

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, contestando specificamente la parte della sentenza relativa alla confisca. Il motivo del ricorso era unico e preciso: la totale mancanza di motivazione da parte del giudice.

Secondo l’avvocato, la sentenza non spiegava:
1. Per quale ragione la pistola giocattolo e quella ad aria compressa dovessero essere considerate armi con una reale potenzialità offensiva, tale da giustificarne la confisca. A tal proposito, si sottolineava che all’imputato non era stata mossa alcuna accusa relativa a reati in materia di armi.
2. Quale fosse il legame tra il sistema di videosorveglianza e i reati di spaccio contestati. La difesa sosteneva che tale collegamento era puramente occasionale e non giustificava una misura ablativa come la confisca facoltativa.

Sorprendentemente, anche il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha supportato le ragioni del ricorrente, chiedendo l’annullamento parziale della sentenza.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo ammissibile e fondato. Gli Ermellini hanno chiarito un punto cruciale del diritto processuale penale: una sentenza di patteggiamento che applica una misura di sicurezza, come la confisca, è sempre ricorribile per vizio di motivazione, ai sensi dell’art. 606 cod. proc. pen., qualora tale misura non sia stata oggetto dell’accordo tra le parti.

Nel caso di specie, la confisca patteggiamento non era parte dell’accordo e, pertanto, il giudice aveva il dovere di motivarla in modo esplicito. Questo non è avvenuto. Il Giudice di Foggia, nell’applicare la pena concordata, ha disposto la confisca in modo automatico, senza fornire alcuna spiegazione. Mancava qualsiasi argomentazione sulla natura di arma delle pistole e sulla loro potenziale offensività, così come mancava ogni riferimento al rapporto funzionale tra le telecamere e l’attività di spaccio.

Questa omissione costituisce una violazione di legge, poiché il potere del giudice di disporre una confisca non è discrezionale, ma deve basarsi su presupposti specifici che devono essere esplicitati nella motivazione della sentenza.

Le Conclusioni: l’Obbligo di Motivazione a Tutela dei Diritti

In conclusione, la Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla confisca dei beni menzionati, rinviando il caso al Giudice dell’udienza preliminare di Foggia per un nuovo esame. Questo nuovo giudizio dovrà colmare la lacuna motivazionale, valutando nel merito se sussistono i presupposti di legge per disporre la confisca.

Questa decisione rafforza un principio di garanzia fondamentale: anche nei riti alternativi e consensuali come il patteggiamento, il controllo di legalità del giudice deve essere sempre trasparente. La motivazione non è un mero formalismo, ma lo strumento attraverso cui si rende comprensibile e verificabile l’esercizio del potere giurisdizionale, a tutela dei diritti di ogni cittadino.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per la parte relativa a una confisca?
Sì, la sentenza conferma che è possibile ricorrere in Cassazione contro una misura di sicurezza come la confisca applicata in una sentenza di patteggiamento, specialmente se la misura non era inclusa nell’accordo tra le parti e se il giudice non ha motivato la sua decisione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la confisca della pistola giocattolo e del sistema di videosorveglianza?
La confisca è stata annullata perché il giudice di primo grado non ha fornito alcuna motivazione. Non ha spiegato perché le pistole, una giocattolo e una ad aria compressa, dovessero essere considerate pericolose, né ha chiarito quale fosse il collegamento diretto tra il sistema di videosorveglianza e il reato di spaccio di stupefacenti.

Cosa deve fare il giudice quando dispone una confisca in una sentenza di patteggiamento?
Il giudice ha l’obbligo di motivare la sua decisione. Deve spiegare chiaramente le ragioni giuridiche e fattuali che giustificano la confisca, dimostrando la natura pericolosa del bene o il suo nesso di pertinenzialità con il reato commesso. Questo obbligo è inderogabile quando la confisca non è parte dell’accordo di patteggiamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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