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Confisca obbligatoria per evasione IVA: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la confisca obbligatoria di un bene importato si applica anche se il reato di evasione IVA è estinto per prescrizione. Analizzando il caso di un’imbarcazione a motore sequestrata, la Corte ha annullato la decisione di un tribunale che ne aveva ordinato la restituzione. È stato chiarito che le norme sulla confisca previste per i reati doganali si estendono, tramite rinvio normativo, anche all’evasione dell’IVA all’importazione, rendendo il sequestro del bene un atto dovuto.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Obbligatoria per Evasione IVA: La Cassazione Chiarisce i Dubbi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20567/2024, ha affrontato un’importante questione relativa alla confisca obbligatoria dei beni in caso di evasione dell’IVA all’importazione. Anche quando il reato si estingue per prescrizione, il bene utilizzato per commetterlo non può essere restituito. Questa decisione chiarisce il rapporto tra la normativa fiscale e quella doganale, stabilendo un principio di rigore per contrastare i reati tributari.

Il Fatto: Un’Imbarcazione Sequestrata e un Reato Prescritto

Il caso nasce dal sequestro di un’imbarcazione a motore. Al proprietario era stato contestato il reato di evasione dell’IVA all’importazione, previsto dall’art. 70 del D.P.R. 633/1972. In primo grado, il Tribunale di Cagliari aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato. Di conseguenza, aveva ordinato la restituzione dell’imbarcazione, ritenendo che non fosse soggetta a confisca obbligatoria.

Contro questa decisione, il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Cagliari ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che, nonostante la prescrizione, l’imbarcazione dovesse essere confiscata in quanto corpo del reato di un illecito la cui sussistenza era stata comunque accertata.

La Decisione della Cassazione e la Confisca Obbligatoria

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore, annullando la sentenza del Tribunale limitatamente al punto della confisca. I giudici hanno rinviato il caso al Tribunale di Cagliari per un nuovo esame, basato sui principi di diritto affermati nella sentenza.

Il punto centrale della decisione è che l’estinzione del reato per prescrizione non preclude la confisca quando questa è prevista come obbligatoria dalla legge. La Corte ha stabilito che per il reato di evasione dell’IVA all’importazione si applica, per effetto di un rinvio normativo, la stessa disciplina sanzionatoria prevista per i reati doganali, che include appunto la confisca obbligatoria del bene importato.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha sviluppato il suo ragionamento attraverso passaggi logico-giuridici precisi.

In primo luogo, ha distinto nettamente il reato di evasione dell’IVA all’importazione (un tributo interno) dal reato di contrabbando doganale (che riguarda i diritti di confine). Nonostante questa differenza, l’art. 70 del D.P.R. 633/1972, che disciplina l’evasione IVA, richiama espressamente le sanzioni previste dalle leggi doganali.

Secondo la Corte, questo richiamo non è limitato alle sole pene detentive o pecuniarie, ma si estende a tutto il sistema sanzionatorio del Testo Unico delle Leggi Doganali (D.P.R. 43/1973). In particolare, si applica l’art. 301 di tale Testo Unico, che prevede la confisca obbligatoria delle cose che sono servite o sono state destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono l’oggetto o il prodotto.

Il Tribunale di Cagliari aveva quindi errato nel disporre la restituzione, basandosi su una non meglio specificata “natura” della decisione (la prescrizione) e ritenendo erroneamente che il bene non fosse suscettibile di confisca.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La sentenza rafforza il sistema di contrasto all’evasione fiscale legata alle importazioni. Stabilisce che chi importa un bene senza versare la relativa IVA non solo commette un reato, ma rischia di perdere definitivamente la proprietà del bene, anche se riesce a beneficiare della prescrizione. La confisca obbligatoria, in questi casi, agisce come una sanzione con una forte deterrenza, mirando a privare l’autore del reato del bene stesso che ha originato l’illecito. Per gli operatori e i privati, ciò significa che le conseguenze patrimoniali di un’importazione irregolare possono essere permanenti e non vengono cancellate dal semplice decorso del tempo.

La prescrizione del reato di evasione IVA sull’importazione impedisce la confisca del bene?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la confisca obbligatoria del bene importato deve essere disposta anche se il reato è dichiarato estinto per prescrizione, a condizione che la sussistenza del fatto illecito sia stata accertata.

Quale norma si applica per la confisca in caso di evasione IVA all’importazione?
Si applica l’art. 301 del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale (D.P.R. n. 43 del 1973). L’art. 70 del D.P.R. 633/1972, pur riguardando l’IVA, rinvia all’intero sistema sanzionatorio delle leggi doganali, inclusa la norma sulla confisca.

Il reato di evasione IVA sull’importazione è considerato contrabbando doganale?
No, la Corte chiarisce che sono due reati distinti. Il contrabbando riguarda i ‘diritti di confine’ (dazi), mentre l’evasione dell’IVA all’importazione riguarda un tributo interno. Tuttavia, per espressa previsione normativa, le sanzioni previste per il contrabbando, inclusa la confisca, si applicano anche all’evasione dell’IVA.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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