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Confisca obbligatoria: LPU non revoca la sanzione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la confisca obbligatoria del veicolo, prevista come sanzione accessoria per il reato di guida in stato di ebbrezza aggravato dall’aver causato un incidente, non può essere revocata nemmeno in caso di esito positivo dei lavori di pubblica utilità. La sentenza chiarisce che le nuove disposizioni introdotte dalla Riforma Cartabia, pur consentendo la sostituzione della pena con il lavoro di pubblica utilità, fanno espressamente salvi i casi di confisca obbligatoria, rendendo la sanzione amministrativa definitiva.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Obbligatoria: il Lavoro di Pubblica Utilità Non Salva il Veicolo

Lo svolgimento con esito positivo dei lavori di pubblica utilità non consente di ottenere la revoca della confisca obbligatoria del veicolo in caso di condanna per guida in stato di ebbrezza con l’aggravante di aver provocato un incidente. Questo è il principio chiave affermato dalla Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale, nella sentenza n. 46616 del 2024. La decisione chiarisce l’interazione tra le sanzioni sostitutive, introdotte dalla Riforma Cartabia, e le sanzioni amministrative accessorie più severe.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato tramite decreto penale per guida in stato di ebbrezza, con le aggravanti di aver commesso il fatto in orario notturno e, soprattutto, di aver causato un incidente stradale. La pena detentiva veniva convertita in una pena pecuniaria e, successivamente, sostituita con lo svolgimento di lavori di pubblica utilità (LPU). L’imputato completava con successo il percorso dei LPU.

Forte dell’esito positivo, l’automobilista richiedeva al Giudice per le indagini preliminari la revoca della sanzione accessoria della confisca del veicolo. Il Giudice, tuttavia, rigettava l’istanza, sostenendo che si trattasse di un’ipotesi di confisca obbligatoria e, come tale, non revocabile. L’interessato decideva quindi di ricorrere in Cassazione, lamentando un’erronea applicazione della legge.

La Questione Giuridica: Può il LPU superare la Confisca Obbligatoria?

Il ricorrente basava la sua difesa su un’interpretazione precisa delle norme. A suo avviso, poiché la legge (art. 186, comma 9-bis, Codice della Strada) esclude l’accesso ai lavori di pubblica utilità in caso di incidente, il fatto che il giudice li avesse concessi implicava una tacita esclusione dell’aggravante stessa. Di conseguenza, venendo meno l’aggravante, la confisca non sarebbe più stata obbligatoria e avrebbe dovuto essere revocata.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a dirimere un nodo normativo complesso, reso ancora più articolato dalle recenti modifiche della Riforma Cartabia in materia di sanzioni sostitutive.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. La motivazione si articola su alcuni punti fondamentali che chiariscono la portata delle nuove norme.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che l’imputazione originaria contenuta nel decreto penale di condanna, che includeva l’aggravante dell’incidente, non era mai stata impugnata. Per il principio di acquiescenza, quella contestazione si era cristallizzata, diventando definitiva e non più discutibile.

Il punto cruciale della decisione risiede però nella corretta individuazione della norma che ha permesso l’accesso ai LPU. La Cassazione ha chiarito che il beneficio non è stato concesso sulla base del Codice della Strada (art. 186, comma 9-bis), ma in applicazione di una nuova disposizione del codice di procedura penale (art. 459, comma 1-ter), introdotta dalla Riforma Cartabia. Questa norma consente di chiedere la sostituzione della pena detentiva (anche se convertita in pecuniaria) con i LPU direttamente dopo la notifica di un decreto penale di condanna.

Di conseguenza, anche gli effetti del positivo svolgimento dei LPU non sono più disciplinati dal Codice della Strada, ma da un’altra nuova norma, l’art. 56-bis della Legge n. 689/81. Tale articolo prevede che l’esito positivo dei lavori comporti la revoca della confisca, ma contiene un’eccezione dirimente: “salvi i casi di confisca obbligatoria”.

Poiché la legge qualifica espressamente la confisca del veicolo per guida in stato di ebbrezza con incidente stradale come confisca obbligatoria, la Corte ha concluso che essa non può essere revocata, nemmeno a fronte del positivo espletamento della sanzione sostitutiva.

Conclusioni

La sentenza n. 46616/2024 offre un’importante lezione sulle conseguenze della guida in stato di ebbrezza e sull’impatto della Riforma Cartabia. Se da un lato le nuove norme ampliano le possibilità di accesso a sanzioni sostitutive come i lavori di pubblica utilità, dall’altro non intaccano la severità delle sanzioni amministrative accessorie previste per le condotte più gravi. La confisca obbligatoria rimane un provvedimento inderogabile, che sopravvive all’estinzione del reato. Gli automobilisti devono essere consapevoli che, in caso di incidente causato in stato di ebbrezza, la perdita del veicolo è una conseguenza certa e non rimediabile attraverso percorsi alternativi alla detenzione.

Svolgere i lavori di pubblica utilità permette sempre di evitare la confisca del veicolo dopo una condanna per guida in stato di ebbrezza?
No. La sentenza chiarisce che se la confisca è prevista dalla legge come obbligatoria, essa non può essere revocata nemmeno in caso di esito positivo del lavoro di pubblica utilità. Questo si verifica, ad esempio, quando il reato è aggravato dall’aver causato un incidente stradale.

Perché in questo caso la confisca del veicolo è stata considerata obbligatoria?
La confisca è stata ritenuta obbligatoria perché il reato contestato all’imputato nel decreto penale di condanna, mai impugnato e quindi divenuto definitivo, era quello di guida in stato di ebbrezza aggravato dall’aver provocato un incidente stradale (art. 186, comma 2-bis, del Codice della Strada), fattispecie per cui la legge prevede espressamente tale tipo di confisca.

Qual è la differenza tra i lavori di pubblica utilità previsti dal Codice della Strada e quelli applicati in questo caso?
I lavori di pubblica utilità previsti dall’art. 186, comma 9-bis, del Codice della Strada sono esclusi se il conducente ha causato un incidente. Quelli applicati nel caso di specie, invece, derivano da una nuova norma del codice di procedura penale (art. 459, comma 1-ter) introdotta dalla Riforma Cartabia, che consente la sostituzione della pena anche dopo un decreto penale. Gli effetti di quest’ultima sanzione sono regolati dall’art. 56-bis L. 689/81, che fa esplicitamente salvi i casi di confisca obbligatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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