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Confisca obbligatoria: la Cassazione annulla sentenza

Un amministratore è stato condannato per reati tributari, tra cui l’omessa dichiarazione dei redditi e l’emissione di fatture false. Il Tribunale, pur riconoscendo la colpevolezza, ha omesso di disporre la confisca dei proventi illeciti. Su ricorso del Procuratore Generale, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente a tale omissione, ribadendo la natura della confisca obbligatoria e rinviando il caso al Tribunale per un nuovo giudizio sul punto.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Obbligatoria nei Reati Tributari: La Cassazione Annulla la Sentenza del Tribunale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29717/2024, è intervenuta per ribadire un principio fondamentale in materia di reati fiscali: la confisca obbligatoria dei proventi illeciti. La pronuncia chiarisce che l’omissione di tale misura da parte del giudice di merito costituisce un errore di diritto che rende la sentenza incompleta, giustificandone l’annullamento con rinvio. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere la rigidità del legislatore nel colpire i patrimoni di origine criminale.

Il Caso: Omissione Fiscale e Fatture False

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imprenditore, ritenuto responsabile di due distinti reati tributari. In qualità di amministratore di una società immobiliare, aveva omesso la presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta 2012, sottraendo al fisco un reddito imponibile di 1.300.000,00 euro e la relativa IVA.

Inoltre, come amministratore di un’altra società di costruzioni, aveva emesso quattro fatture per operazioni inesistenti per un totale di 160.000,00 euro, al fine di permettere a una terza azienda di evadere le imposte. Il Tribunale di Fermo, riconosciuta la sua responsabilità e la continuazione con un precedente reato, lo aveva condannato a una pena poi convertita in una sanzione pecuniaria. Tuttavia, nella sentenza mancava un elemento essenziale: la confisca dei beni costituenti il profitto dei reati accertati.

La Questione della Confisca Obbligatoria Ommessa

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato la decisione, ricorrendo direttamente in Cassazione. Il motivo del ricorso era chiaro e specifico: la violazione dell’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000, che impone la confisca obbligatoria, anche per equivalente, dei beni che rappresentano il profitto o il prezzo dei delitti tributari.

Secondo l’accusa, il Tribunale avrebbe dovuto disporre questa misura ablatoria, essendo un corollario ineludibile della condanna. L’omissione, quindi, non rappresentava una scelta discrezionale del giudice, ma un vero e proprio errore nell’applicazione della legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni del Procuratore Generale, annullando la sentenza impugnata limitatamente al punto della mancata confisca. I giudici hanno chiarito diversi aspetti procedurali e sostanziali di grande importanza.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha innanzitutto confermato la piena legittimazione del Procuratore a impugnare la sentenza, qualificando il ricorso come un ricorso diretto ai sensi dell’art. 608 del codice di procedura penale.

Nel merito, il ragionamento della Cassazione si è fondato su due pilastri:

1. Obbligatorietà della Misura: La confisca prevista dall’art. 12-bis D.Lgs. 74/2000 non è facoltativa. La sua mancata applicazione in caso di condanna per i reati fiscali contestati rende la sentenza incompleta. I giudici hanno sottolineato la continuità normativa tra la disposizione attuale e quella precedentemente contenuta nell’art. 322-ter c.p., rendendola applicabile anche a fatti commessi prima dell’introduzione formale dell’art. 12-bis.

2. Necessità di Accertamenti di Fatto: La Corte ha precisato di non poter disporre direttamente la confisca. Tale operazione richiede, infatti, accertamenti preliminari volti a verificare se sussistano le condizioni per una confisca diretta dei beni che costituiscono il profitto del reato, oppure se si debba procedere a una confisca per equivalente. Questi accertamenti sono di competenza del giudice di merito. Per questo motivo, la sentenza è stata annullata con rinvio al medesimo Tribunale, che dovrà procedere a un nuovo giudizio limitato a questo specifico aspetto.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame rafforza un messaggio chiaro: la lotta all’evasione fiscale si combatte non solo con le pene detentive o pecuniarie, ma anche e soprattutto aggredendo i patrimoni illecitamente accumulati. La confisca obbligatoria è uno strumento imprescindibile e non derogabile. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia serve come monito: la condanna per un reato tributario deve sempre essere accompagnata da una statuizione sulla destinazione dei proventi illeciti. Per i cittadini, rappresenta la garanzia che lo Stato persegue con fermezza il recupero delle risorse sottratte alla collettività, assicurando che il crimine non paghi.

La confisca per i reati tributari è sempre obbligatoria?
Sì, la sentenza conferma che per i reati previsti dal D.Lgs. 74/2000, come l’omessa dichiarazione e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la confisca del profitto o del prezzo del reato, anche per equivalente, è una misura inderogabile e non lasciata alla discrezionalità del giudice.

Cosa succede se un Tribunale si dimentica di disporre la confisca?
La sentenza viene considerata incompleta per violazione di legge. Come dimostra questo caso, il Pubblico Ministero può impugnare la decisione e la Corte di Cassazione può annullarla, ma solo limitatamente alla parte omessa, rinviando gli atti al giudice di merito affinché provveda a disporre la confisca.

La Corte di Cassazione può disporre direttamente la confisca che il Tribunale ha omesso?
No, la Corte di Cassazione non può farlo. L’applicazione della confisca, sia essa diretta o per equivalente, richiede accertamenti di fatto (ad esempio, individuare i beni specifici o calcolarne il valore) che sono di competenza esclusiva del giudice di merito. Pertanto, la Cassazione deve necessariamente rinviare il caso al tribunale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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