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Confisca obbligatoria: che fare se il giudice la omette?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore contro una sentenza di patteggiamento in cui era stata omessa la confisca obbligatoria del profitto del reato. La Suprema Corte ha stabilito che, una volta divenuta definitiva la sentenza, l’unico rimedio per correggere tale omissione non è l’impugnazione, ma il ricorso al giudice dell’esecuzione, come previsto dall’art. 676 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Obbligatoria Omessa nel Patteggiamento: Parola al Giudice dell’Esecuzione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 10864/2025) offre un importante chiarimento procedurale su un tema cruciale: cosa accade quando, in una sentenza di patteggiamento per reati tributari, il giudice omette di disporre la confisca obbligatoria del profitto illecito? La Corte ha stabilito un principio netto: una volta che la sentenza è diventata definitiva, la via per porre rimedio non è l’impugnazione, ma il ricorso al giudice dell’esecuzione. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un procedimento per reati tributari a carico di un imputato. Quest’ultimo aveva definito la sua posizione attraverso un ‘patteggiamento’, ovvero un accordo con la Procura sulla pena da applicare, successivamente ratificato dal Giudice per le indagini preliminari (GIP).

Tuttavia, nella sentenza, il GIP ometteva di disporre la confisca dei beni sequestrati, che costituivano il profitto del reato, quantificato in oltre 400.000 euro. Tale confisca, ai sensi dell’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000 (legge sui reati tributari), è un provvedimento obbligatorio in caso di condanna o patteggiamento per tali delitti.

Ritenendo errata tale omissione, il Procuratore della Repubblica decideva di impugnare la sentenza, proponendo ricorso direttamente alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso del Procuratore inammissibile. La decisione non entra nel merito della necessità della confisca (data per pacifica), ma si concentra esclusivamente sullo strumento procedurale corretto da utilizzare per sanare l’omissione. Secondo i giudici, il Pubblico Ministero ha sbagliato a proporre ricorso per cassazione avverso una sentenza di patteggiamento ormai divenuta irrevocabile.

Le motivazioni sulla competenza per la confisca obbligatoria

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione dell’articolo 676 del codice di procedura penale. Questa norma attribuisce esplicitamente al giudice dell’esecuzione la competenza a decidere in materia di confisca dopo che la condanna è diventata definitiva.

La Corte chiarisce che, quando una sentenza di patteggiamento non viene impugnata dalle parti e passa in giudicato, eventuali omissioni relative a provvedimenti obbligatori, come appunto la confisca obbligatoria, devono essere sanate in fase esecutiva. L’omessa pronuncia del giudice della cognizione non può essere corretta attraverso un’impugnazione tardiva, ma deve essere integrata dall’organo giurisdizionale preposto a vigilare sulla corretta e completa esecuzione del giudicato penale.

In sostanza, il giudice dell’esecuzione non modifica la sentenza, ma la completa, aggiungendo quel provvedimento (la confisca) che la legge imponeva come conseguenza automatica della condanna patteggiata. Questo meccanismo garantisce la certezza del diritto ed evita di rimettere in discussione l’intero accordo di patteggiamento per una singola omissione sanabile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un importante principio procedurale con significative implicazioni pratiche:

1. Distinzione dei Rimedi: Esiste una netta differenza tra gli errori del giudice, che devono essere contestati attraverso le impugnazioni ordinarie (appello, ricorso per cassazione) nei termini di legge, e le omissioni di provvedimenti obbligatori su sentenze definitive, che trovano rimedio davanti al giudice dell’esecuzione.
2. Stabilità del Patteggiamento: L’accordo tra accusa e difesa, una volta ratificato e divenuto definitivo, acquista stabilità. Eventuali integrazioni necessarie per legge non lo travolgono, ma si inseriscono successivamente grazie all’intervento del giudice dell’esecuzione.
3. Centralità del Giudice dell’Esecuzione: Questa figura si conferma cruciale non solo per la gestione della pena detentiva, ma anche come garante della completa attuazione di tutte le statuizioni penali, incluse quelle patrimoniali come la confisca obbligatoria.

Cosa succede se un giudice omette di ordinare la confisca obbligatoria in una sentenza di patteggiamento?
Una volta che la sentenza è diventata definitiva, l’omissione può essere corretta presentando un’istanza al giudice dell’esecuzione, il quale è competente a integrare la decisione con il provvedimento di confisca mancante.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché lo strumento procedurale corretto per sanare l’omissione della confisca in una sentenza irrevocabile non è l’impugnazione in Cassazione, bensì il procedimento davanti al giudice dell’esecuzione, come previsto dall’art. 676 c.p.p.

Qual è il ruolo del giudice dell’esecuzione in casi di omessa confisca obbligatoria?
Il giudice dell’esecuzione ha il compito di ‘completare’ la sentenza definitiva, ordinando la confisca che era stata omessa dal giudice della cognizione. In questo modo, assicura che la decisione sia pienamente conforme alla legge senza rimettere in discussione l’accordo di patteggiamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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