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Confisca obbligatoria: Cassazione chiarisce i limiti

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di patteggiamento per reati tributari e associazione a delinquere. Ha dichiarato inammissibile il ricorso degli imputati, che contestavano la mancata assoluzione, ribadendo i limiti all’impugnazione delle sentenze di patteggiamento. Ha invece accolto il ricorso del Procuratore Generale, stabilendo che la confisca obbligatoria dei profitti del reato tributario (art. 12-bis, D.Lgs. 74/2000) non è negoziabile tra le parti e deve essere sempre disposta dal giudice, anche se omessa nell’accordo. Di conseguenza, la sentenza è stata annullata con rinvio su questo specifico punto.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Obbligatoria: Non Negoziabile neanche col Patteggiamento

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui delicati equilibri tra il rito speciale del patteggiamento e l’applicazione di misure patrimoniali inderogabili. Il caso in esame ha fornito l’occasione per ribadire un principio fondamentale: la confisca obbligatoria dei profitti derivanti da reati tributari non è un elemento negoziabile tra le parti, ma un’imposizione di legge che il giudice deve sempre applicare, anche a fronte di un accordo sulla pena.

I Fatti del Caso

Diversi soggetti erano stati imputati per reati di associazione per delinquere e per varie violazioni tributarie previste dal D.Lgs. 74/2000. Il procedimento si era concluso in primo grado davanti al Tribunale con una sentenza di patteggiamento, ossia con l’applicazione di una pena concordata tra gli imputati e la pubblica accusa. Contro questa sentenza, venivano proposti due distinti ricorsi per cassazione: uno da parte di alcuni imputati e l’altro dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello.

I Motivi del Ricorso: Due Fronti Opposti

I ricorsi presentati alla Suprema Corte muovevano da prospettive diametralmente opposte.

La Posizione degli Imputati

Gli imputati lamentavano una violazione di legge, sostenendo che il Tribunale avrebbe dovuto proscioglierli nel merito ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale, anziché ratificare l’accordo di patteggiamento. A loro avviso, mancava una motivazione adeguata che escludesse la sussistenza dei presupposti per una pronuncia liberatoria.

La Posizione del Procuratore Generale e la confisca obbligatoria

Il Procuratore Generale, invece, denunciava l’erronea applicazione della legge penale da parte del Tribunale. L’errore consisteva nell’aver omesso di disporre la confisca obbligatoria, per equivalente, dei beni costituenti il profitto dei reati tributari contestati. Secondo il P.G., tale misura, prevista dall’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000, è un atto dovuto che non rientra nella disponibilità delle parti e che il giudice è tenuto ad applicare d’ufficio.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha analizzato separatamente i due ricorsi, giungendo a conclusioni diverse.

Il ricorso degli imputati è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ricordato che, a seguito della riforma operata con la legge n. 103 del 2017, l’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale limita strettamente i motivi per cui si può impugnare una sentenza di patteggiamento. È possibile ricorrere solo per vizi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra richiesta e sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del fatto o all’illegalità della pena o della misura di sicurezza. La richiesta di una motivazione rafforzata sulla mancata assoluzione non rientra tra questi motivi. Accedendo al patteggiamento, l’imputato di fatto rinuncia a contestare le premesse fattuali dell’accusa.

Di contro, il ricorso del Procuratore Generale è stato ritenuto fondato. La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: l’omessa applicazione di una misura di sicurezza obbligatoria per legge, come la confisca obbligatoria in materia tributaria, costituisce un errore di diritto che rende la sentenza ricorribile per cassazione. La confisca prevista dall’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000 non è una sanzione accessoria negoziabile, ma una misura a carattere ripristinatorio e sanzionatorio che deve essere obbligatoriamente disposta. L’accordo tra le parti non può derogare a tale previsione normativa. Pertanto, il Tribunale, pur ratificando l’accordo sulla pena, avrebbe dovuto pronunciarsi autonomamente sulla confisca.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza la natura inderogabile della confisca obbligatoria nei reati tributari. La decisione chiarisce che il patteggiamento, sebbene sia uno strumento di economia processuale basato sull’accordo, non può estendersi fino a disapplicare norme imperative. L’omissione della confisca costituisce un vizio grave della sentenza che ne determina l’annullamento parziale. Per gli operatori del diritto, ciò significa che in sede di accordo per l’applicazione della pena per reati tributari, la questione della confisca dei profitti deve essere sempre tenuta in considerazione, sapendo che il giudice sarà comunque tenuto a disporla, indipendentemente da quanto pattuito tra accusa e difesa.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento sostenendo che il giudice avrebbe dovuto assolvere l’imputato?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che i motivi di ricorso avverso una sentenza di patteggiamento sono tassativamente indicati dalla legge. Non è possibile contestare la valutazione del giudice sulla sussistenza dei presupposti per l’assoluzione, poiché la richiesta di patteggiamento implica una rinuncia a contestare l’accusa nel merito.

La confisca dei profitti dei reati tributari è obbligatoria anche in caso di patteggiamento?
Sì, la sentenza afferma chiaramente che la confisca prevista dall’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000 è una misura obbligatoria. Essa non rientra nella disponibilità delle parti e non può essere esclusa dall’accordo di patteggiamento; il giudice ha il dovere di disporla.

Cosa succede se il giudice omette di disporre la confisca obbligatoria in una sentenza di patteggiamento?
La sentenza è viziata per violazione di legge e può essere impugnata. In questo caso, la Corte di Cassazione ha annullato parzialmente la sentenza del Tribunale, limitatamente all’omessa statuizione sulla confisca, e ha rinviato il caso allo stesso Tribunale per un nuovo esame su quel punto specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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