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Confisca nel patteggiamento: motivazione necessaria

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 47738/2024, ha annullato una statuizione di confisca disposta nell’ambito di una sentenza di patteggiamento. La decisione sottolinea che, qualora la confisca non sia oggetto dell’accordo tra le parti, il giudice ha l’obbligo di fornire una motivazione specifica e puntuale che giustifichi il collegamento tra i beni sequestrati e il reato. Un generico riferimento al concetto di ‘corpo di reato’ è stato ritenuto insufficiente. Il caso riguardava la confisca di una somma di denaro a seguito di un patteggiamento per rapina, e questo principio riafferma la necessità di una giustificazione rigorosa per la confisca nel patteggiamento.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca nel Patteggiamento: La Cassazione Sottolinea l’Obbligo di Motivazione

La Corte di Cassazione, con una recente e significativa sentenza, ha riaffermato un principio fondamentale in materia di confisca nel patteggiamento. Quando la misura ablativa non è parte integrante dell’accordo tra accusa e difesa, il giudice non può disporla in modo automatico, ma deve fornire una motivazione specifica e rigorosa che ne spieghi le ragioni. Analizziamo la decisione per comprendere la sua portata e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Patteggiamento per Rapina e Confisca Inattesa

Il caso trae origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lodi. L’imputato aveva concordato una pena per i reati di concorso in rapina pluriaggravata e lesioni personali volontarie aggravate.

Oltre ad applicare la pena concordata, il giudice disponeva la confisca di una considerevole somma di denaro (pari a 13.000 euro), nonché di altri beni (indumenti e documenti), che erano stati sequestrati presso l’abitazione dell’imputato. Tale confisca, tuttavia, non era stata oggetto dell’accordo di patteggiamento. La difesa dell’imputato ha quindi deciso di presentare ricorso per cassazione, contestando la legittimità della misura.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso si basava su due argomenti principali:

1. Erronea applicazione della legge in materia di confisca: La difesa sosteneva che il giudice avesse applicato la confisca d’ufficio senza motivare adeguatamente il collegamento tra i beni sequestrati e i reati contestati. In particolare, non era stato dimostrato che il denaro e gli altri oggetti fossero il prodotto o il profitto del crimine. Si trattava, secondo la difesa, di una confisca facoltativa che, in assenza di accordo, avrebbe richiesto una giustificazione puntuale.
2. Violazione di legge sull’individuazione della pena-base: La difesa lamentava anche un vizio di motivazione riguardo all’entità della pena applicata per il reato di rapina, ritenuta superiore al minimo edittale senza un’adeguata spiegazione da parte del giudice.

La Confisca nel Patteggiamento secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene i motivi di ricorso contro una sentenza di patteggiamento siano limitati dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, l’illegalità di una misura di sicurezza come la confisca rientra tra le eccezioni.

Il punto cruciale della decisione risiede nella distinzione tra gli elementi coperti dall’accordo e quelli decisi autonomamente dal giudice. Poiché la confisca nel patteggiamento non era stata concordata, il giudice era tenuto a motivare la sua decisione secondo le regole ordinarie. In questo caso, il giudice si era limitato ad affermare genericamente che andava disposta la confisca “trattandosi di corpo di reato”, senza però spiegare le ragioni per cui il denaro e gli altri beni dovessero essere considerati tali. Questo richiamo a un concetto indeterminato, senza alcuna specificazione, è stato giudicato insufficiente a giustificare una misura che incide sul diritto di proprietà.

L’Inammissibilità del Motivo sulla Pena

Diametralmente opposta è stata la decisione sul secondo motivo di ricorso. La Corte lo ha dichiarato inammissibile, ricordando che la riforma introdotta nel 2017 ha espressamente escluso la possibilità di contestare in Cassazione una sentenza di patteggiamento per vizi di motivazione sull’entità della pena. La pena concordata è il risultato di un libero accordo tra le parti e la sua adeguatezza non può essere messa in discussione, salvo il caso di un errore manifesto o di una pena illegale, circostanze non presenti nel caso di specie.

Le motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla statuizione sulla confisca, con rinvio al Tribunale di Lodi per un nuovo giudizio sul punto. La motivazione di fondo è la tutela delle garanzie procedurali e del diritto di proprietà. L’omessa motivazione sulla confisca facoltativa costituisce una violazione di legge che rende illegittima la misura. Il giudice del rinvio dovrà quindi valutare nuovamente se sussistano i presupposti per la confisca, fornendo, in caso affermativo, una motivazione completa ed esauriente che dia conto del nesso di pertinenzialità tra i beni e il reato.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio di garanzia fondamentale: il rito del patteggiamento, pur essendo basato sull’accordo, non può trasformarsi in una zona franca dove le decisioni del giudice sfuggono all’obbligo di motivazione. Se una misura come la confisca non rientra nel patto tra le parti, essa deve essere supportata da un’argomentazione logico-giuridica impeccabile. Per gli operatori del diritto, ciò significa che l’accordo di patteggiamento deve essere redatto con la massima precisione, specificando quali aspetti sono coperti dall’accordo e quali sono rimessi alla valutazione del giudice, il quale, in tal caso, dovrà pienamente adempiere al suo dovere di motivare.

È possibile disporre la confisca in una sentenza di patteggiamento se non c’è accordo tra le parti?
Sì, il giudice può disporre la confisca facoltativa anche se non è inclusa nell’accordo di patteggiamento. Tuttavia, in questo caso, ha l’obbligo di fornire una motivazione specifica e dettagliata per spiegare le ragioni della sua decisione, in particolare il legame tra i beni e il reato.

Si può impugnare una sentenza di patteggiamento per contestare l’entità della pena concordata?
No, la legge (art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen.) stabilisce che, di norma, non è possibile presentare ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento per contestare la congruità della pena o per vizi di motivazione sul suo ammontare, in quanto la pena è frutto di un accordo tra le parti.

Cosa succede quando la Cassazione annulla parzialmente una sentenza di patteggiamento?
Quando la Corte di Cassazione rileva un vizio solo su una parte della sentenza, come in questo caso sulla confisca, annulla solo quella specifica statuizione. La causa viene rinviata a un altro giudice per una nuova valutazione limitatamente al punto annullato, mentre il resto della sentenza (in questo caso, l’applicazione della pena concordata) rimane valido e definitivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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