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Confisca lottizzazione abusiva: sì all’esame nel merito

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di reato prescritto per lottizzazione abusiva, il giudice d’appello non può limitarsi a verificare l’evidenza dell’innocenza per decidere sulla confisca. È necessario un accertamento pieno della responsabilità dell’imputato prima di confermare la misura. Di conseguenza, la sentenza di appello che aveva dichiarato l’inammissibilità del ricorso è stata annullata con rinvio per un nuovo esame.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca per lottizzazione abusiva: l’appello richiede un esame completo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9456 del 2024, ha affermato un principio fondamentale in materia di confisca per lottizzazione abusiva: anche se il reato è dichiarato estinto per prescrizione, il giudice d’appello ha il dovere di effettuare un esame approfondito e completo della responsabilità dell’imputato prima di poter confermare la confisca dei beni. Questa decisione rafforza significativamente il diritto di difesa, impedendo che una misura così incisiva come la confisca venga mantenuta senza un pieno accertamento dei fatti.

I Fatti del Caso

Il caso nasce da una vicenda di presunta lottizzazione abusiva. Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato il reato estinto per intervenuta prescrizione, ma aveva contestualmente disposto la confisca dei terreni e delle opere realizzate, come previsto dalla normativa urbanistica. L’imputato aveva proposto appello contro questa decisione, contestando la sussistenza stessa del reato e, di conseguenza, la legittimità della confisca.

La Corte di appello, tuttavia, aveva dichiarato l’impugnazione inammissibile. Secondo i giudici di secondo grado, un appello contro una sentenza di prescrizione è ammissibile solo se mira a dimostrare l’evidenza dell’innocenza dell’imputato (ex art. 129, comma 2, c.p.p.). Poiché le doglianze dell’appellante richiedevano un’analisi complessa di questioni giuridiche e approfondimenti istruttori, l’appello è stato respinto senza un esame del merito.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla confisca per lottizzazione abusiva

Investita della questione, la Suprema Corte ha ribaltato la decisione dei giudici d’appello, annullando la sentenza con rinvio per un nuovo giudizio. La Cassazione ha chiarito che quando l’appello contesta una statuizione di confisca, anche se accessoria a una declaratoria di prescrizione, i poteri del giudice dell’impugnazione sono più ampi di quelli previsti per il solo proscioglimento nel merito.

Il principio cardine, basato sull’art. 578-bis del codice di procedura penale, è che il giudice d’appello deve decidere sull’impugnazione ai soli effetti della confisca, ma solo “previo accertamento della responsabilità dell’imputato”. Questo impone un esame non superficiale, ma un “pieno apprezzamento del merito”.

Le Motivazioni: Prescrizione e Poteri del Giudice d’Appello

La Corte ha spiegato che la confisca per lottizzazione abusiva, pur essendo formalmente una sanzione amministrativa, ha una natura sostanzialmente punitiva e incide profondamente sul diritto di proprietà, tutelato anche dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Per questo motivo, la sua applicazione deve essere assistita da garanzie processuali robuste.

Limitare la valutazione del giudice d’appello alla sola evidenza dell’innocenza creerebbe una disparità irragionevole e sacrificherebbe il diritto di difesa. L’imputato si vedrebbe privato di un effettivo rimedio impugnatorio contro una misura che lo spoglia dei suoi beni. La Cassazione ha quindi stabilito che il giudice di secondo grado, anche a fronte di una sentenza di prescrizione emessa già in primo grado, deve procedere a una valutazione completa degli elementi oggettivi e soggettivi del reato.

Questo accertamento deve basarsi sulle prove legittimamente acquisite nel corso del giudizio di primo grado, prima del maturare della prescrizione. Non è possibile, infatti, compiere nuove attività istruttorie in appello per colmare eventuali lacune, ma è necessario e doveroso riesaminare tutto il materiale probatorio già disponibile per verificare se la responsabilità dell’imputato sia stata effettivamente provata al di là di ogni ragionevole dubbio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in commento ha importanti implicazioni pratiche:
1. Rafforzamento del Diritto di Appello: Garantisce a chi subisce una confisca urbanistica, nonostante la prescrizione del reato, il diritto a un secondo grado di giudizio pieno e non limitato a una valutazione sommaria.
2. Onere di Motivazione per i Giudici: I giudici d’appello sono tenuti a motivare in modo approfondito sulla sussistenza della responsabilità penale prima di confermare una confisca, non potendo più trincerarsi dietro la formula dell’inammissibilità per mancanza di “evidenza” dell’innocenza.
3. Coerenza con i Principi Europei: La decisione allinea l’ordinamento italiano ai principi della CEDU, che richiedono un procedimento equo e un rimedio effettivo anche quando vengono in rilievo sanzioni di natura sostanzialmente penale come la confisca urbanistica.

Quando il reato di lottizzazione abusiva è prescritto, il giudice d’appello può confermare la confisca senza un esame approfondito?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice d’appello, prima di decidere sulla confisca, deve procedere a un “pieno apprezzamento del merito”, accertando la sussistenza degli elementi costitutivi, oggettivi e soggettivi, del reato. Non può limitarsi a verificare se ricorra l’evidenza dell’innocenza dell’imputato.

L’articolo 578-bis del codice di procedura penale si applica anche quando la prescrizione è stata dichiarata già in primo grado?
Sì. La sentenza chiarisce che l’applicabilità dell’art. 578-bis c.p.p. non presuppone che la prescrizione venga dichiarata per la prima volta in appello. La norma si applica anche nell’ipotesi in cui già in primo grado sia stata dichiarata la prescrizione unitamente alla statuizione della confisca.

Cosa significa che il giudice d’appello deve compiere un “pieno apprezzamento del merito” prima di decidere sulla confisca?
Significa che il giudice non deve svolgere un esame superficiale, ma deve riesaminare tutte le prove acquisite prima del maturare della prescrizione per verificare se la responsabilità dell’imputato sia stata provata. Deve quindi valutare compiutamente se sussistono tutti gli elementi del reato di lottizzazione abusiva, sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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