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Confisca: la motivazione non può essere generica

Un soggetto condannato per spaccio di stupefacenti ha impugnato la sentenza limitatamente alla confisca di una somma di denaro. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione sulla confisca, ritenendo la motivazione del giudice del tutto generica. Il giudice, infatti, non aveva adeguatamente valutato le prove fornite dall’imputato sulla legittima provenienza del denaro, violando l’obbligo di fornire una motivazione specifica anche in caso di patteggiamento. La questione è stata rinviata per un nuovo esame.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca e Obbligo di Motivazione: Quando il Giudice Deve Spiegare

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9688 del 2024, è intervenuta su un tema cruciale del diritto penale: l’applicazione della confisca e la necessità di una motivazione adeguata da parte del giudice. La pronuncia chiarisce che anche nei casi di patteggiamento, una misura ablativa come la confisca del denaro non può essere disposta con una motivazione generica o apparente, ma richiede un’analisi concreta delle giustificazioni fornite dall’imputato.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso di un cittadino straniero, condannato con rito abbreviato per detenzione e spaccio di un’ingente quantità di cocaina. Oltre alla pena, il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto la confisca di 8.800 euro trovati in possesso dell’imputato. L’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione non contestando la condanna, ma specificamente la misura della confisca. A sua difesa, sosteneva che il giudice non avesse tenuto conto delle prove fornite, tra cui le dichiarazioni del fratello, i contratti di lavoro e le buste paga, che attestavano come quella somma fosse il frutto di risparmi leciti, accumulati per l’acquisto di un’automobile.

La Decisione della Corte sulla Confisca

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza limitatamente al punto della confisca e rinviando il caso al Tribunale di Vicenza per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno ritenuto che la motivazione addotta dal GIP fosse ‘del tutto generica’. Il giudice di merito si era infatti limitato ad affermare che l’imputato non era stato in grado di fornire alcuna giustificazione sulla detenzione del denaro, ignorando di fatto la documentazione e le dichiarazioni prodotte dalla difesa.

Le Motivazioni: Perché la Confisca Richiede un’Analisi Approfondita

Il cuore della decisione risiede nel principio secondo cui l’applicazione di una misura di sicurezza patrimoniale, come la confisca obbligatoria prevista dall’art. 240-bis del codice penale per determinati reati, non può essere automatica. La sinteticità della motivazione, tipica di riti come il patteggiamento, non può tradursi in una sua totale assenza.

La Cassazione ha ribadito che il giudice ha l’obbligo di motivare:

1. Sull’inattendibilità delle giustificazioni: Deve spiegare le ragioni per cui non ritiene credibili le prove fornite dall’imputato sull’origine lecita del denaro o dei beni.
2. Sulla sproporzione: Deve valutare se esista una sproporzione evidente tra i beni posseduti e il reddito dichiarato o l’attività economica svolta dall’imputato.

Nel caso di specie, la motivazione era carente su entrambi i fronti. Il giudice non ha speso una parola per confutare le prove documentali presentate, rendendo la sua decisione priva di un fondamento logico-giuridico controllabile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza un principio di garanzia fondamentale: ogni provvedimento che incide sul patrimonio di una persona deve essere supportato da una motivazione reale ed effettiva. Non è sufficiente che la legge preveda la confisca come obbligatoria; il giudice deve sempre verificare in concreto la sussistenza delle condizioni, dando conto del suo ragionamento. Per la difesa, ciò significa che è sempre essenziale fornire prove concrete sull’origine lecita dei beni, costringendo il giudice a prenderle in esame e a motivare un’eventuale decisione contraria. Per l’accusa, implica la necessità di dimostrare non solo il reato, ma anche il nesso tra questo e i beni da confiscare, o l’esistenza di una sproporzione patrimoniale ingiustificata.

Anche in caso di patteggiamento, il giudice deve motivare la confisca del denaro?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che, anche in caso di sentenza di applicazione della pena su richiesta (patteggiamento), è necessaria una motivazione specifica sulla ricorrenza delle condizioni per la confisca.

Cosa deve fare il giudice se l’imputato fornisce delle giustificazioni sulla provenienza del denaro?
Il giudice ha l’obbligo di motivare specificamente sulle ragioni per cui non ritiene attendibili le giustificazioni addotte dall’imputato. Non può limitarsi a ignorarle o a sostenere genericamente che non sia stata fornita alcuna giustificazione.

Qual è la conseguenza di una motivazione generica sulla confisca?
Una motivazione del tutto generica, che non analizza le giustificazioni dell’imputato né la sproporzione tra i beni e il reddito, comporta l’annullamento della parte della sentenza relativa alla confisca, con rinvio a un nuovo giudice per una valutazione adeguatamente motivata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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