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Confisca in Esecuzione: Sì anche se omessa in sentenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per reati fiscali. Il caso verteva sulla legittimità di una confisca in esecuzione disposta dal giudice, nonostante la misura non fosse stata prevista nella sentenza di condanna definitiva. La Corte ha stabilito che, data la natura obbligatoria della confisca per equivalente nei reati tributari, il giudice dell’esecuzione ha il potere e il dovere di ordinarla anche in un momento successivo, sanando l’omissione del giudice di merito, in base all’art. 676 c.p.p.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca in Esecuzione: La Cassazione Conferma il Potere del Giudice

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nel diritto penale tributario: la possibilità di disporre una confisca in esecuzione anche quando la misura non era stata ordinata nella sentenza di condanna definitiva. Questa decisione rafforza gli strumenti a disposizione dello Stato per recuperare i proventi illeciti derivanti da reati fiscali, chiarendo i poteri del giudice in fase esecutiva.

Il Caso: Una Confisca Dimenticata in Sentenza

I fatti riguardano un soggetto condannato in via definitiva per reati fiscali commessi tra il 2012 e il 2013. La sentenza di condanna, tuttavia, non aveva disposto la confisca del profitto del reato. Successivamente, il Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Arezzo, accogliendo parzialmente un’opposizione, rideterminava e ordinava la confisca per equivalente per un importo di quasi 1,5 milioni di euro. L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione contro tale ordinanza.

Le Doglianze della Difesa

La difesa basava il ricorso su due argomenti principali:
1. Mancanza di Potere del Giudice dell’Esecuzione: Si sosteneva che, in assenza di un ordine di confisca nella sentenza di merito e di un’impugnazione del Pubblico Ministero su tale omissione, il giudice dell’esecuzione non potesse ‘rimediare’ disponendo la misura a posteriori.
2. Violazione del Principio di Irretroattività: Si eccepiva che la norma invocata per la confisca (art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000) non era in vigore all’epoca dei fatti (2012-2013). La sua applicazione successiva avrebbe violato l’art. 25 della Costituzione, che vieta l’applicazione retroattiva di norme penali sfavorevoli.

La Posizione della Cassazione: La Confisca in Esecuzione è Legittima

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza: il giudice dell’esecuzione ha la competenza a decidere sulla confisca, ai sensi dell’art. 676 del codice di procedura penale.

Questo potere sussiste senza distinzione tra confisca diretta e per equivalente, a condizione che si tratti di una misura obbligatoria. La Corte ha sottolineato come l’omissione del giudice di merito non precluda l’intervento successivo del giudice esecutivo per applicare una statuizione imposta per legge.

La Natura Obbligatoria della Confisca per Reati Tributari

Il punto centrale della decisione risiede nella natura obbligatoria della confisca per equivalente nei reati tributari. La Corte ha chiarito che, sebbene l’art. 12-bis del D.Lgs. 74/2000 sia successivo ai fatti, all’epoca era già in vigore una norma che rendeva obbligatoria tale misura: l’art. 1, comma 143, della Legge n. 244 del 2007.

Questa norma estendeva ai principali reati tributari le disposizioni dell’art. 322-ter del codice penale, il quale prevede che la confisca del profitto o del prezzo del reato ‘è sempre ordinata’ in caso di condanna. Di conseguenza, non si tratta di un’applicazione retroattiva di una nuova sanzione, ma della corretta applicazione di una misura già prevista dalla legge vigente al momento della commissione dei reati.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che ciò che rileva non è il carattere punitivo della confisca per equivalente, ma la sua natura obbligatoria. Essendo una ‘statuizione imposta dalla legge’, la sua applicazione è un atto dovuto che consegue alla condanna. L’omissione da parte del giudice di merito costituisce un mero errore, che può e deve essere corretto in sede esecutiva. Citando numerosi precedenti, la Cassazione ha affermato che, anche in assenza di un’impugnazione del PM e nel rispetto del divieto di reformatio in peius, il rimedio per la mancata applicazione di una confisca obbligatoria è proprio l’intervento del giudice dell’esecuzione.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Viene confermato che la confisca obbligatoria, specialmente in materia di reati fiscali, è uno strumento irrinunciabile per l’ordinamento. La sua applicazione non è subordinata a una richiesta esplicita del Pubblico Ministero né può essere vanificata da una semplice omissione nella sentenza di condanna. Il potere del giudice dell’esecuzione di intervenire a posteriori garantisce l’effettività della sanzione patrimoniale e assicura che i profitti derivanti da attività illecite vengano sottratti alla disponibilità dei colpevoli, anche a distanza di tempo dalla condanna.

È possibile disporre una confisca per equivalente nella fase di esecuzione se la sentenza di condanna non l’aveva prevista?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, se la confisca è prevista dalla legge come obbligatoria (come nel caso dei reati tributari), il giudice dell’esecuzione ha la competenza per disporla ai sensi dell’art. 676 c.p.p., anche qualora il giudice della cognizione l’abbia omessa.

La confisca per reati tributari può essere applicata retroattivamente?
No, ma nel caso specifico non si è trattato di applicazione retroattiva. La Corte ha chiarito che, per i reati commessi nel 2012-2013, la confisca era già obbligatoria in base alla Legge n. 244 del 2007, che richiamava l’art. 322-ter c.p. L’intervento del giudice dell’esecuzione ha quindi applicato la normativa vigente al momento del fatto.

Cosa succede se il Pubblico Ministero non impugna l’omissione della confisca nella sentenza di primo grado?
L’omissione dell’impugnazione da parte del PM non impedisce l’applicazione della confisca obbligatoria in fase esecutiva. La Corte ha stabilito che, proprio perché la misura è imposta dalla legge, si può porre rimedio all’omissione in sede di esecuzione, senza che ciò violi il principio del divieto di ‘reformatio in peius’ (peggioramento della posizione dell’imputato).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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