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Confisca immobile: nesso strumentale essenziale

La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento di confisca immobile relativo a un bene utilizzato per l’esercizio abusivo della professione medica. La Corte ha stabilito che, per la confisca obbligatoria prevista dall’art. 348 c.p., non è sufficiente che l’attività illecita sia svolta nell’immobile, ma è necessario dimostrare un nesso strumentale qualificato, essenziale ed esclusivo, che riveli la predisposizione del bene alla commissione di futuri reati.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Immobile e Abusivo Esercizio della Professione: I Limiti Posti dalla Cassazione

La confisca immobile è una delle misure più incisive previste dal nostro ordinamento, capace di sottrarre la proprietà di un bene a chi ha commesso un reato. Ma quali sono i presupposti per la sua applicazione? È sufficiente che un’attività illecita venga svolta all’interno di un edificio per giustificarne la confisca? Con la sentenza n. 28455 del 2025, la Corte di Cassazione traccia confini precisi, sottolineando la necessità di un legame qualificato tra il bene e il reato, a tutela del diritto di proprietà.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un soggetto condannato per il reato di esercizio abusivo della professione medica, previsto dall’articolo 348 del codice penale. L’attività illecita, consistente in interventi di natura chirurgica, veniva svolta all’interno di una porzione di un immobile di sua proprietà. L’edificio, tuttavia, aveva una destinazione d’uso promiscua: una parte era adibita a clinica, ma un’altra porzione era destinata a bed & breakfast e a residenza privata.

Inizialmente condannato alla pena ritenuta di giustizia, a seguito dell’appello del Pubblico Ministero, la Corte d’Appello aveva disposto anche la confisca della parte dell’immobile utilizzata come clinica. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione.

Il Ricorso e i Criteri per la Confisca Immobile

La difesa ha contestato la decisione della Corte territoriale, lamentando la mancanza di una motivazione adeguata su tre punti cruciali:
1. Il nesso di strumentalità tra l’immobile e la condotta illecita, nonché la pericolosità derivante dalla libera disponibilità del bene.
2. Il medesimo nesso strumentale in relazione alle attrezzature mediche.
3. La proporzionalità della misura, data la natura mista dell’immobile, in parte destinato ad abitazione privata.

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso parzialmente fondato, concentrando la sua analisi sui presupposti per la confisca immobile in questo specifico contesto.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha operato una distinzione fondamentale tra la confisca facoltativa, disciplinata in via generale dall’art. 240, comma 1, c.p., e la confisca speciale obbligatoria prevista dall’art. 348, comma 2, c.p. per le “cose che servirono o furono destinate a commettere il reato”.

Se per la confisca facoltativa è sufficiente accertare un nesso concreto tra la cosa e il reato, per quella obbligatoria, che ha anche una finalità punitiva, è richiesto un presupposto più stringente. La Corte ha affermato che non è sufficiente il mero accertamento che nell’immobile si sia svolta sistematicamente l’attività illecita. Per giustificare una misura così drastica come la confisca immobile, è necessario verificare la sussistenza di un “rapporto di correlazione indefettibile, intrinseco, essenziale, e non occasionale” con il reato.

In altre parole, il bene deve essere “oggettivamente e specificamente predisposto per la commissione di futuri reati”. Il giudice di merito, nel caso di specie, si era limitato a constatare lo svolgimento abituale dell’attività abusiva, senza però esaminare se la porzione dell’immobile, per conformazione e modalità d’uso, avesse un’esclusiva correlazione con l’illecito, tale da renderla intrinsecamente pericolosa. Questa omissione, secondo la Cassazione, rischia di portare a una “indiscriminata compressione del diritto di proprietà e di uso del bene”.

Le Conclusioni: Un Principio a Tutela del Diritto di Proprietà

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione ha annullato la confisca, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo esame. Il principio stabilito è chiaro: la confisca immobile per il reato di esercizio abusivo della professione non è una conseguenza automatica. Richiede un’indagine approfondita che dimostri un legame essenziale e non meramente occasionale tra il bene e il crimine. Questa decisione rafforza le garanzie a tutela del diritto di proprietà, imponendo ai giudici di motivare in modo rigoroso la pericolosità intrinseca del bene prima di ordinarne l’espropriazione a favore dello Stato.

Quando può essere confiscato un immobile usato per commettere un reato di esercizio abusivo della professione?
Non è sufficiente che l’attività illecita sia stata svolta nell’immobile, anche se in modo sistematico. È necessaria la prova di un nesso strumentale ‘indefettibile, intrinseco, essenziale e non occasionale’ con il reato, tale da rivelare che il bene è specificamente predisposto per la commissione di futuri illeciti.

Qual è la differenza tra la confisca facoltativa e quella obbligatoria prevista dall’art. 348 c.p.?
Secondo la sentenza, la confisca facoltativa (art. 240 c.p.) richiede un semplice nesso di strumentalità. Quella obbligatoria dell’art. 348 c.p., avendo anche una finalità punitiva, esige un vincolo qualificato di pertinenzialità che esprima la pericolosità intrinseca del bene, ovvero un rapporto di correlazione essenziale ed esclusivo con il reato.

La Corte di Cassazione ha annullato l’intera sentenza di condanna?
No, l’annullamento è parziale. La Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla disposta confisca della porzione dell’immobile. Ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio solo su questo specifico punto, rigettando il resto del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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