LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca facoltativa: obbligo di motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento nella parte in cui disponeva la confisca facoltativa di un cellulare. La decisione è stata presa a causa della totale assenza di motivazione da parte del giudice di merito, il quale non ha spiegato perché la libera disponibilità del telefono potesse costituire un incentivo alla reiterazione del reato di spaccio di stupefacenti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Facoltativa del Cellulare: La Cassazione Sottolinea l’Obbligo di Motivazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19629 del 2024, è tornata su un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’obbligo del giudice di motivare i propri provvedimenti. Il caso specifico riguardava la confisca facoltativa di un telefono cellulare a seguito di un patteggiamento per spaccio di stupefacenti, una decisione annullata proprio per l’assenza di un’adeguata giustificazione.

Il Caso: Patteggiamento per Spaccio e Confisca del Telefono

La vicenda ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Genova. Un soggetto aveva concordato con il Pubblico Ministero una pena per il reato di cessione di una modica quantità di cocaina (0,5 grammi), un’ipotesi di reato minore prevista dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti. Oltre alla pena detentiva e pecuniaria, il giudice aveva disposto la confisca del telefono cellulare che era stato sequestrato all’imputato.

Il Ricorso in Cassazione: Il Problema della Confisca Facoltativa non Motivata

La difesa ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, ma non per contestare la colpevolezza o la pena concordata. L’unico punto del ricorso riguardava proprio la confisca del cellulare. Secondo il difensore, il giudice di primo grado aveva ordinato la misura ablativa senza spiegare le ragioni giuridiche che la giustificassero. Si trattava, infatti, di una confisca facoltativa, non obbligatoria per legge, e come tale necessitava di una motivazione specifica sui presupposti che la rendevano necessaria.

La Decisione della Suprema Corte: La Motivazione è Sempre Necessaria

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio di grande importanza. Anche nell’ambito di una sentenza di patteggiamento, che si basa su un accordo tra le parti, il giudice non può esimersi dal motivare le statuizioni che impone autonomamente, specialmente quando incidono sui diritti patrimoniali dell’imputato.

La Corte ha ricordato che le Sezioni Unite hanno da tempo chiarito l’ammissibilità del ricorso per cassazione contro le sentenze di patteggiamento per vizi di motivazione relativi all’applicazione di misure di sicurezza, come la confisca. La questione non è se il giudice potesse confiscare il bene, ma se abbia spiegato perché lo ha fatto.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione risiede nella natura della confisca applicata. La confisca di un bene, quando è facoltativa, richiede che il giudice dimostri la sussistenza di un legame di pertinenzialità tra l’oggetto e il reato, e soprattutto che valuti la pericolosità derivante dalla sua libera disponibilità. In altre parole, il giudice avrebbe dovuto spiegare perché lasciare il telefono all’imputato avrebbe potuto rappresentare un incentivo o uno strumento per commettere nuovi reati della stessa indole.

Nel caso di specie, la sentenza del Tribunale era completamente silente su questo punto. Non conteneva alcuna argomentazione sul perché quel cellulare specifico fosse pericoloso nelle mani del condannato. Questa omissione costituisce una violazione di legge che rende illegittima la misura.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia rafforza la garanzia del diritto di proprietà e il principio generale dell’obbligo di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali. Per i giudici, ne deriva il chiaro monito di non poter applicare misure discrezionali in modo automatico, ma di dover sempre esplicitare il ragionamento logico-giuridico sottostante. Per gli imputati e i loro difensori, si tratta di una conferma della possibilità di contestare decisioni accessorie, come la confisca, anche quando si è raggiunto un accordo sulla pena principale. La sentenza è stata quindi annullata limitatamente a questo punto, con rinvio al Tribunale di Genova per un nuovo esame che dovrà, questa volta, essere adeguatamente motivato.

È possibile confiscare un cellulare in caso di patteggiamento per spaccio?
Sì, è possibile, ma se si tratta di una confisca facoltativa, come in questo caso, il giudice ha l’obbligo di motivare specificamente la sua decisione, spiegando perché la disponibilità del telefono da parte del condannato potrebbe essere un incentivo a commettere nuovi reati.

Cosa significa “confisca facoltativa”?
Significa che la legge non impone al giudice di confiscare un bene, ma gli conferisce il potere di farlo a sua discrezione. Per esercitare tale potere, il giudice deve valutare le circostanze del caso concreto e fornire una spiegazione logica e giuridica delle ragioni che lo portano a ritenere necessaria la confisca.

Perché la Cassazione ha annullato la confisca in questo caso?
La Cassazione ha annullato la confisca perché la sentenza del Tribunale era totalmente priva di motivazione su quel punto. Il giudice si era limitato a disporre la confisca del cellulare senza argomentare in alcun modo sulla sua pericolosità o sul rischio che potesse essere utilizzato per commettere altri reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati