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Confisca facoltativa: motivazione e limiti del sequestro

Un soggetto condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ha impugnato la confisca di una somma di denaro e dei suoi telefoni cellulari. La Corte di Cassazione ha confermato la confisca facoltativa del denaro, ritenendolo profitto del reato e giudicando adeguata la motivazione sulla pericolosità sociale. Tuttavia, ha annullato con rinvio la confisca dei telefoni, evidenziando una totale assenza di motivazione da parte della Corte d’Appello su questo punto specifico.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Facoltativa: Quando il Giudice Deve Motivare

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 355/2024) offre importanti chiarimenti sui presupposti della confisca facoltativa, delineando una netta distinzione tra la confisca del profitto del reato e quella degli strumenti utilizzati per commetterlo. Il caso riguarda un soggetto condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al quale erano stati confiscati oltre 21.000 euro e alcuni telefoni cellulari. La Corte ha confermato la prima misura, ma annullato la seconda per un vizio cruciale: la mancanza di motivazione.

I Fatti di Causa: Il Ricorso in Cassazione

L’imputato, giudicato con rito abbreviato, era stato condannato per aver trasportato illegalmente in Italia sette cittadini extracomunitari. Oltre alla pena detentiva, il giudice di primo grado, confermato in appello, aveva disposto la confisca di 21.550,00 euro, ritenuti provento del reato, e la distruzione dei telefoni e dell’imbarcazione usati per il trasporto.

Il difensore ha presentato ricorso in Cassazione contestando esclusivamente le statuizioni sulla confisca, sostenendo che, trattandosi di una confisca facoltativa, la decisione dei giudici di merito fosse carente di motivazione su un punto fondamentale: la pericolosità sociale derivante dal mantenimento dei beni in capo all’imputato.

La Decisione della Suprema Corte: Due Pesi e Due Misure

La Cassazione ha analizzato separatamente le due censure, giungendo a conclusioni opposte.

La Confisca Facoltativa del Denaro: Motivazione Sufficiente

Per quanto riguarda la somma di denaro, la Corte ha rigettato il ricorso. I giudici hanno ritenuto che la motivazione, sebbene non esplicita nei minimi dettagli, fosse comunque adeguata e logicamente desumibile dalle sentenze di merito.

I punti chiave sono stati:
1. Nesso di Pertinenzialità: Era stato provato che la somma (10.000 dollari e 8.000 euro) era stata consegnata da due dei migranti trasportati. Il denaro costituiva quindi il diretto profitto del reato.
2. Pericolosità Sociale: La Corte ha ritenuto che le circostanze del fatto (l’imputato sorpreso in flagranza nel ruolo di scafista) fossero sufficienti a fondare un giudizio prognostico negativo. Lasciare quella somma nella disponibilità dell’imputato avrebbe potuto incentivare la commissione di ulteriori reati della stessa natura.

In sostanza, la motivazione sulla pericolosità era implicita ma chiaramente ancorata alla gravità e alle modalità della condotta criminale.

La Confisca dei Telefoni: Una Lacuna Motivazionale Fatale

Di tutt’altro avviso è stata la Corte riguardo alla confisca dei telefoni cellulari e delle schede SIM. Su questo punto, il ricorso è stato accolto. La Cassazione ha rilevato una “completa lacuna motivazionale” da parte della Corte d’Appello, che non aveva affatto affrontato la specifica censura sollevata dal difensore.

Il problema risiedeva nel fatto che non era chiaro il titolo giuridico della confisca:
– Se i telefoni erano stati sequestrati per finalità probatorie, una volta esaurita tale esigenza, avrebbero dovuto essere restituiti.
– Se, invece, si intendeva disporre una confisca facoltativa come “cose che servirono a commettere il reato” (art. 240 c.p.), era necessaria una precisa motivazione sulla loro specifica pericolosità, motivazione del tutto assente.

Le Motivazioni: Il Principio di Diritto sulla Confisca Facoltativa

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la motivazione per la confisca facoltativa non può basarsi unicamente sul rapporto di strumentalità tra il bene e il reato. Il giudice deve anche spiegare perché, in base a una valutazione prognostica (basata sul principio dell’ id quod plerumque accidit), il reo, se lasciato in possesso del bene, reitererebbe l’attività criminosa.

Questa misura di sicurezza ha una finalità preventiva: impedire la commissione di nuovi reati. Pertanto, l’ablazione del bene deve essere giustificata sia dal nesso pertinenziale con l’illecito, sia dalla necessità di neutralizzare una futura pericolosità. Mentre per il denaro (profitto del reato) questa valutazione era stata compiuta, per i telefoni (strumenti del reato) era stata completamente omessa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione chiarisce che ogni provvedimento ablativo discrezionale deve essere sorretto da una motivazione puntuale e completa. Non è sufficiente affermare che un oggetto è stato usato per commettere un reato per giustificarne la confisca. Il giudice del merito ha l’obbligo di ponderare gli interessi in gioco – la prevenzione dei reati da un lato e il diritto di proprietà dall’altro – e di esplicitare le ragioni che lo portano a sacrificare il secondo in nome del primo. L’assenza di tale giustificazione rende il provvedimento illegittimo e, come in questo caso, passibile di annullamento.

Quando è legittima la confisca facoltativa del denaro considerato profitto del reato?
Secondo la sentenza, è legittima quando il giudice motiva adeguatamente sia lo stretto nesso tra il denaro e il reato (cioè che si tratta effettivamente del profitto), sia la pericolosità sociale derivante dal fatto che l’imputato mantenga il possesso di quella somma, potendola utilizzare per commettere nuovi illeciti.

Perché la Cassazione ha annullato la confisca dei telefoni cellulari?
La confisca dei telefoni è stata annullata perché la Corte d’Appello non ha fornito alcuna motivazione in merito. Non ha specificato se la confisca fosse giustificata da persistenti esigenze probatorie o se fosse una confisca facoltativa basata sulla pericolosità degli oggetti, lasciando il provvedimento privo di qualsiasi giustificazione legale.

Quali sono i due presupposti che il giudice deve motivare per disporre una confisca facoltativa?
Il giudice deve motivare su due fronti: 1) il nesso di pertinenzialità, ovvero il legame del bene con l’illecito (come strumento o profitto del reato); 2) la pericolosità sociale, ossia la valutazione prognostica che il reo, se mantenesse la disponibilità del bene, potrebbe commettere nuovi reati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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