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Confisca facoltativa: illegittima se decisa dopo la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di confisca di un autoarticolato. Il giudice, dopo aver emesso una sentenza di patteggiamento che non prevedeva la confisca del veicolo, l’aveva disposta con un provvedimento separato e successivo. La Suprema Corte ha ritenuto tale atto ‘abnorme’, stabilendo che la confisca facoltativa deve essere decisa contestualmente alla sentenza di condanna e non può essere integrata a posteriori.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Facoltativa: Il Giudice Non Può Decidere Dopo la Sentenza

La confisca facoltativa, una misura cruciale nel diritto penale, deve essere disposta dal giudice nel momento della condanna e non può essere aggiunta in un secondo momento. Questo principio fondamentale sulla tempestività delle decisioni giudiziarie è stato riaffermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 37120/2024, che ha annullato un provvedimento di confisca emesso separatamente e successivamente alla sentenza di patteggiamento. Analizziamo il caso e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dal sequestro probatorio di un autoarticolato, utilizzato per la commissione di un reato. L’imputato definiva la sua posizione attraverso un patteggiamento. Nella sentenza emessa a seguito dell’accordo, il giudice disponeva la confisca e la distruzione della sostanza stupefacente sequestrata, ma ometteva qualsiasi decisione riguardo al mezzo di trasporto.

Successivamente, a fronte di un’istanza di dissequestro presentata dalla difesa, lo stesso giudice, con un’ordinanza autonoma e successiva alla sentenza, disponeva la confisca dell’autoarticolato. Contro questo secondo provvedimento, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, sostenendone l’abnormità: un giudice non può integrare a posteriori il contenuto di una sentenza di merito già emessa.

La Decisione della Corte sulla confisca facoltativa

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso. Ha dichiarato l’ordinanza di confisca ‘abnorme’ e l’ha annullata senza rinvio, eliminandola dall’ordinamento giuridico. La Corte ha stabilito che il potere del giudice di disporre una confisca facoltativa si esaurisce con la pronuncia della sentenza. Un’eventuale omissione non può essere sanata con un provvedimento successivo, ma solo attraverso gli ordinari mezzi di impugnazione.

Le Motivazioni: Perché il Provvedimento è Abnorme?

La Corte ha fondato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il provvedimento impugnato, emesso l’8 marzo 2024, era un atto autonomo rispetto alla sentenza di patteggiamento, pronunciata mesi prima, il 19 dicembre 2023. Tale provvedimento riguardava una confisca facoltativa ai sensi dell’art. 240, comma 1, del codice penale, la quale attribuisce al giudice un potere discrezionale.

Secondo la Cassazione, è considerato abnorme il provvedimento con cui il giudice della cognizione dispone la confisca in un momento successivo alla pronuncia della sentenza. L’esercizio del potere discrezionale deve avvenire nel contesto del giudizio di merito. Una volta emessa la sentenza, quel potere si consuma. La Corte distingue nettamente questa ipotesi da quella della confisca obbligatoria: per quest’ultima, in caso di omissione, la legge prevede strumenti specifici per porvi rimedio anche dopo il passaggio in giudicato della sentenza (come la procedura ex art. 676 c.p.p.). Al contrario, per la confisca facoltativa, l’unica via per contestare l’omissione è l’impugnazione della sentenza. Emettere un’ordinanza successiva per ‘correggere’ la sentenza rappresenta una deviazione dalle norme procedurali, configurando un atto abnorme.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio di certezza del diritto e di rispetto delle forme processuali. La decisione sulla confisca facoltativa è un capitolo che si chiude con la sentenza. Il giudice non ha il potere di ‘ripensarci’ o di ‘integrare’ la propria decisione con atti successivi. Questa pronuncia tutela l’imputato da provvedimenti tardivi e imprevedibili, garantendo che tutte le statuizioni penali, specialmente quelle discrezionali che incidono sul patrimonio, siano contenute nell’unico atto che definisce il processo: la sentenza. L’omissione del giudice, in questo caso, diventa definitiva se non contestata attraverso un’impugnazione, consolidando la posizione del proprietario del bene.

Un giudice può ordinare la confisca facoltativa di un bene dopo aver già emesso la sentenza di condanna?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il provvedimento con cui il giudice della cognizione dispone la confisca facoltativa in un momento successivo alla pronuncia della sentenza è abnorme e, come tale, illegittimo. Il potere di disporre tale confisca deve essere esercitato contestualmente alla sentenza.

Qual è la differenza tra confisca facoltativa e obbligatoria in caso di omissione nella sentenza?
Se il giudice omette di disporre una confisca obbligatoria, è possibile rimediare anche dopo che la sentenza è diventata definitiva tramite un’apposita procedura. Per la confisca facoltativa, invece, l’omissione può essere corretta solo attraverso l’impugnazione della sentenza. Se la sentenza non viene impugnata su quel punto, l’omissione diventa definitiva.

Cosa significa che un provvedimento è ‘abnorme’?
Un provvedimento è definito ‘abnorme’ quando si pone al di fuori del sistema normativo processuale, sia perché non previsto dalla legge, sia perché, pur essendolo, è stato emesso in una situazione completamente anomala. Un atto abnorme può essere impugnato direttamente in Cassazione per essere eliminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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