LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca e Patteggiamento: Motivazione Obbligatoria

Un imputato, condannato con patteggiamento per bancarotta fraudolenta, ha impugnato la confisca dei suoi beni. La Corte di Cassazione ha annullato la misura, stabilendo che in tema di confisca e patteggiamento, qualora la misura sia facoltativa e non inclusa nell’accordo tra le parti, il giudice è tenuto a fornire una motivazione esplicita, assente nel caso di specie. La questione è stata rinviata al Tribunale per una nuova valutazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca e Patteggiamento: La Cassazione Sottolinea l’Obbligo di Motivazione

L’applicazione di misure di sicurezza patrimoniali, come la confisca, nell’ambito di una sentenza di patteggiamento solleva questioni giuridiche complesse. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: quando la confisca e patteggiamento non sono oggetto di accordo tra le parti e la misura è facoltativa, il giudice ha l’obbligo di fornire una motivazione adeguata. In assenza di tale giustificazione, il provvedimento è illegittimo.

I Fatti del Caso: Bancarotta e Successiva Confisca

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Pavia, che applicava a un imputato la pena di due anni di reclusione, su richiesta delle parti (patteggiamento), per due reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale aggravata ai danni di una società a responsabilità limitata.

Contestualmente alla condanna, il Tribunale disponeva, ai sensi dell’art. 240 del codice penale, la confisca del denaro che era stato precedentemente sequestrato all’imputato. L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando proprio l’illegittimità di tale confisca.

La Questione Giuridica: È Legittima una Confisca senza Motivazione?

Il nucleo della difesa si è concentrato sulla violazione dell’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Secondo l’imputato, il Tribunale aveva ordinato la confisca del ‘prodotto’ dei delitti senza fornire alcuna motivazione, nonostante si trattasse di una confisca facoltativa. Nell’accordo di patteggiamento tra le parti, infatti, non vi era alcuna menzione o accordo riguardo alla confisca del denaro sequestrato.

La questione posta alla Suprema Corte era, quindi, se un giudice, nel ratificare un patteggiamento, possa disporre una confisca facoltativa in modo automatico e laconico, senza esplicitare le ragioni che la giustificano.

Le Motivazioni della Cassazione: Analisi della Sentenza su Confisca e Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo le doglianze dell’imputato. I giudici hanno chiarito che, sebbene il patteggiamento non precluda l’applicazione della confisca prevista dall’art. 240 c.p., è necessario fare una distinzione cruciale.

Richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (sentenza Savin, n. 21368/2019), la Corte ha ribadito che una sentenza di patteggiamento che applica una misura di sicurezza è ricorribile per cassazione in due modi diversi:

1. Nei limiti ristretti dell’art. 448, comma 2-bis, c.p.p., se la misura era stata oggetto dell’accordo tra le parti.
2. Per vizio di motivazione, secondo le regole generali (art. 606 c.p.p.), se la misura non era parte dell’accordo.

Nel caso specifico, la confisca non era inclusa nell’accordo di patteggiamento. Pertanto, il provvedimento del Tribunale doveva essere sorretto da un’idonea motivazione che ne indicasse i presupposti giustificativi. Il Tribunale, invece, si era limitato ad affermare laconicamente che ‘il denaro in sequestro vada confiscato’, senza aggiungere alcuna spiegazione. Questa totale assenza di motivazione rende la decisione sulla confisca illegittima.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla parte relativa alla confisca, rinviando il caso a un’altra sezione del Tribunale di Pavia per un nuovo giudizio sul punto. Il nuovo giudice dovrà verificare se sussistono i presupposti per la confisca e, in caso affermativo, fornire una motivazione completa e adeguata.

Questa pronuncia rafforza un principio cardine dello stato di diritto: ogni provvedimento giurisdizionale che incide sui diritti patrimoniali del cittadino, specialmente se discrezionale, deve essere trasparente e giustificato. Non è sufficiente che il giudice disponga una misura, ma è necessario che spieghi il perché, permettendo un controllo sulla logicità e legalità della sua decisione. La sentenza stabilisce quindi che il rapporto tra confisca e patteggiamento non può mai tradursi in un automatismo sanzionatorio privo di adeguato supporto motivazionale.

In un patteggiamento, il giudice può sempre disporre la confisca?
Sì, il patteggiamento non preclude l’applicazione della confisca. Tuttavia, la sua legittimità dipende dal fatto che sia obbligatoria o facoltativa e se sia stata o meno oggetto di accordo tra le parti.

Cosa succede se la confisca non era parte dell’accordo di patteggiamento?
Se la confisca è facoltativa e non era inclusa nell’accordo tra le parti, il giudice che la dispone deve fornire una motivazione specifica e adeguata che ne giustifichi l’applicazione. In caso contrario, il provvedimento è illegittimo.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la confisca in questo caso?
La Corte ha annullato la confisca perché il Tribunale l’aveva disposta in modo ‘laconico’ (‘il denaro in sequestro vada confiscato’) senza fornire alcuna motivazione. Trattandosi di una confisca facoltativa e non concordata tra le parti, questa assenza di motivazione costituisce un vizio che rende la decisione nulla.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati