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Confisca diretta: valida anche con reato prescritto

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva la restituzione di un immobile, oggetto di confisca diretta quale profitto del reato di usura. La Corte ha stabilito che, a differenza della confisca per equivalente, la confisca diretta obbligatoria ha natura di misura di sicurezza e non di sanzione. Pertanto, essa può essere mantenuta anche in caso di estinzione del reato per prescrizione, a condizione che vi sia stata una sentenza di condanna in primo grado e che l’accertamento sulla provenienza illecita del bene non sia stato modificato nei gradi successivi.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca diretta: valida anche con reato prescritto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di misure patrimoniali: la confisca diretta del profitto di un reato può sopravvivere anche alla prescrizione del reato stesso. Questa decisione chiarisce la netta distinzione tra la confisca che colpisce direttamente i beni illeciti e quella che agisce per valore equivalente sul patrimonio del reo, sottolineando le diverse nature e i differenti regimi giuridici applicabili.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna in primo grado per i reati di usura aggravata ed estorsione. Insieme alla condanna, era stata disposta la confisca di un immobile, trasferito all’imputato a garanzia di un prestito usurario e considerato, pertanto, il “profitto” diretto del reato.

Nei successivi gradi di giudizio, la situazione processuale è mutata: prima la Corte d’Appello ha dichiarato la prescrizione del reato di usura, confermando però la confisca dell’immobile. Successivamente, la Corte di Cassazione ha dichiarato prescritto anche il reato di estorsione, annullando la sentenza d’appello senza rinvio.

A seguito dell’irrevocabilità della sentenza che dichiarava l’estinzione dei reati, l’imputato ha avviato un incidente di esecuzione, chiedendo la revoca della confisca e la restituzione dell’immobile. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, spingendo l’interessato a ricorrere nuovamente in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la natura della confisca diretta

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, fornendo un’analisi dettagliata della disciplina della confisca. Il ricorrente basava le sue argomentazioni su un’importante sentenza delle Sezioni Unite (la n. 4145/2023, Esposito), che ha stabilito l’inapplicabilità retroattiva dell’art. 578-bis c.p.p. ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore. Tale norma consente al giudice di disporre la confisca anche in caso di prescrizione del reato.

Tuttavia, la Cassazione ha chiarito che il principio espresso dalle Sezioni Unite si riferisce specificamente alla confisca per equivalente e ad altre forme di confisca con natura prevalentemente sanzionatoria. Il caso in esame, invece, riguardava una confisca diretta.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione fondamentale tra la natura della confisca diretta e quella per equivalente.

1. Natura della Confisca Diretta: La Corte ha ribadito che la confisca dell’immobile, in quanto profitto diretto del reato di usura (art. 644, ultimo comma, c.p.), costituisce una misura di sicurezza e non una pena. Il suo scopo non è punire il reo, ma rimuovere dal circuito economico un bene acquisito illecitamente, prevenendo ulteriori conseguenze dannose. Essendo una misura di sicurezza, non è soggetta agli stessi principi garantisti previsti per le sanzioni penali, come la stretta irretroattività.

2. Differenza con la Confisca per Equivalente: A differenza di quella diretta, la confisca per equivalente ha una natura eminentemente sanzionatoria. Essa non colpisce il bene illecitamente acquisito, ma un valore corrispondente nel patrimonio del reo. Proprio per questa sua natura afflittiva, è soggetta a principi più stringenti, inclusa l’irretroattività delle norme che ne estendono l’applicazione, come chiarito dalla sentenza Esposito.

3. Presupposti per il Mantenimento della Confisca: La giurisprudenza consolidata (richiamando le Sezioni Unite Lucci, n. 31617/2015) ha stabilito che la confisca obbligatoria e diretta del prezzo o del profitto del reato può essere disposta anche in caso di prescrizione, a due condizioni: che vi sia stata una precedente pronuncia di condanna e che l’accertamento sulla sussistenza del reato, sulla responsabilità dell’imputato e sulla qualificazione del bene come profitto illecito rimanga inalterato nei gradi successivi. Nel caso di specie, questi presupposti erano pienamente soddisfatti.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento di grande importanza pratica: l’estinzione del reato per prescrizione non comporta automaticamente la restituzione dei beni che ne costituiscono il profitto diretto. Quando la legge prevede una forma di confisca diretta e obbligatoria, questa misura patrimoniale, per la sua natura di misura di sicurezza, mantiene la sua efficacia. La decisione sottolinea come l’ordinamento giuridico distingua nettamente il percorso della responsabilità penale individuale da quello dei beni illecitamente accumulati, mirando a ripristinare la legalità economica anche quando l’azione penale non può più giungere a una condanna definitiva.

È possibile mantenere la confisca di un bene se il reato da cui deriva è stato dichiarato prescritto?
Sì, è possibile a condizione che si tratti di una confisca diretta e obbligatoria, qualificata come misura di sicurezza. È inoltre necessario che sia intervenuta una precedente sentenza di condanna (anche non definitiva) e che l’accertamento dei fatti riguardanti il reato e la qualifica del bene come profitto illecito non sia stato smentito nei gradi di giudizio successivi.

Qual è la differenza tra confisca diretta e confisca per equivalente ai fini della prescrizione?
La confisca diretta colpisce il bene che è il profitto o il prezzo immediato del reato ed è considerata una misura di sicurezza; per questo può essere mantenuta anche in caso di prescrizione. La confisca per equivalente, invece, colpisce beni di valore corrispondente nel patrimonio del reo, ha natura sanzionatoria e, pertanto, è soggetta a principi più rigidi, come quello di irretroattività delle norme sfavorevoli.

Perché la sentenza ‘Esposito’ delle Sezioni Unite non è stata applicata in questo caso?
La sentenza ‘Esposito’ riguarda l’inapplicabilità retroattiva dell’art. 578-bis c.p.p., una norma che disciplina la confisca in caso di prescrizione. Tale principio, però, si applica alla confisca per equivalente e ad altre forme di confisca con natura sanzionatoria. Il caso di specie riguardava una confisca diretta obbligatoria, che ha natura di misura di sicurezza e segue un regime giuridico differente, non toccato da quella specifica decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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