LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca diretta: no solidarietà e nesso causale

Una donna, indagata per associazione a delinquere, subisce un sequestro preventivo. La Cassazione annulla l’ordinanza, specificando che per la confisca diretta è indispensabile provare il nesso causale tra il bene e il reato, escludendo la responsabilità solidale tra i coimputati. Il giudice del rinvio dovrà rivalutare la provenienza delle somme.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca diretta: la Cassazione esclude la solidarietà e richiede il nesso causale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo, stabilendo principi fondamentali in materia di confisca diretta. La decisione sottolinea due aspetti cruciali: l’inapplicabilità del vincolo di solidarietà tra coimputati per questo tipo di misura e la necessità imprescindibile di dimostrare un nesso di derivazione causale tra le somme sequestrate e il reato contestato. Approfondiamo l’analisi di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: il Sequestro e il Ricorso

Nell’ambito di un’indagine per associazione per delinquere, truffa aggravata e falsità materiale, una donna si vedeva sottoporre a un sequestro preventivo di 16.000 euro. Tale sequestro era parte di una misura cautelare più ampia, disposta ‘in solido’ tra tutti gli indagati per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, identificato come il profitto del reato associativo.

La difesa della ricorrente ha impugnato il provvedimento, lamentando un’erronea applicazione della legge. In primo luogo, ha sostenuto che, trattandosi di un sequestro finalizzato alla confisca diretta, non fosse ammissibile il ricorso alla solidarietà tra i coimputati. In secondo luogo, ha contestato l’assenza di un vincolo di pertinenzialità tra la somma sequestrata e il reato, asserendo che il denaro derivasse da fonti lecite, nello specifico dal corrispettivo per l’iscrizione a un corso di specializzazione in Spagna, e non avesse alcun legame con l’attività criminale, peraltro cessata anni prima.

La Questione sulla Confisca Diretta e la Solidarietà

Il punto centrale della controversia riguarda la natura del sequestro. La Corte chiarisce che il Tribunale del riesame aveva erroneamente qualificato la misura come funzionale a una confisca per equivalente. Tuttavia, per il reato di associazione per delinquere (art. 416 c.p.), la confisca per equivalente non è prevista. Di conseguenza, il sequestro poteva essere disposto solo in funzione della confisca diretta del profitto del reato, ai sensi dell’art. 240 c.p.

Questo passaggio è fondamentale, perché, come ribadito dalle Sezioni Unite della Cassazione, il vincolo di solidarietà passiva tra i coimputati è ammissibile solo per la confisca per equivalente, che ha natura sanzionatoria. Per la confisca diretta, invece, la misura può colpire solo la parte di profitto effettivamente percepita da ciascun concorrente nel reato.

L’Importanza del Nesso Causale nella Confisca Diretta

L’altro pilastro della decisione è la necessità di provare il ‘nesso di derivazione causale’. Il giudice del riesame aveva completamente ignorato le argomentazioni della difesa sulla provenienza lecita delle somme. La Cassazione, richiamando un recente arresto delle Sezioni Unite, ha specificato che la qualifica di confisca come ‘diretta’ non può discendere dalla mera natura fungibile del denaro.

È indispensabile dimostrare che quella specifica somma di denaro sia il risultato diretto del reato. In assenza di tale prova, la confisca (e il sequestro che la precede) si qualifica come ‘per equivalente’, con tutte le conseguenze giuridiche del caso, inclusa la sua inapplicabilità per determinati reati come quello associativo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, annullando l’ordinanza impugnata. La motivazione si basa sulla palese lacuna argomentativa del provvedimento del Tribunale del riesame. Quest’ultimo non solo ha errato nel qualificare giuridicamente la misura cautelare, ma ha anche omesso di valutare un punto decisivo sollevato dalla difesa: l’assenza di un collegamento tra le somme rinvenute e i proventi del reato associativo. Il giudice non può, secondo la Corte, rimandare tale accertamento a fasi future del procedimento. Il giudice della cautela ha l’onere di confrontarsi con gli elementi probatori forniti dalla difesa che mirano a dimostrare la legittima provenienza del bene, specialmente quando questi elementi sono specifici e circostanziati.

Conclusioni: i principi ribaditi dalla Suprema Corte

La sentenza consolida due principi di diritto di fondamentale importanza pratica. Primo: la confisca diretta del profitto del reato esclude qualsiasi forma di solidarietà passiva tra i concorrenti; ciascuno risponde solo per la parte di profitto che ha concretamente conseguito. Secondo: per procedere al sequestro finalizzato alla confisca diretta di denaro, non è sufficiente la sua natura fungibile, ma è onere dell’accusa fornire la prova del nesso causale che lega quella specifica somma al reato contestato. Il giudice deve valutare attentamente le prove fornite dalla difesa sulla lecita provenienza dei beni, garantendo così il corretto bilanciamento tra le esigenze cautelari e i diritti patrimoniali dell’indagato.

È possibile applicare il sequestro in solido tra coimputati per la confisca diretta del profitto di un reato?
No, la sentenza chiarisce che in caso di concorso di persone, la confisca diretta è disposta nei confronti del singolo concorrente e limitatamente a quanto da lui concretamente conseguito, escludendo ogni forma di solidarietà passiva.

Per procedere con un sequestro finalizzato alla confisca diretta di una somma di denaro, è sufficiente che il denaro sia un bene fungibile?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione, richiamando un principio delle Sezioni Unite, afferma che è necessaria la prova della derivazione causale del bene (la somma di denaro) rispetto al reato. La mera natura fungibile del denaro non basta a qualificare la confisca come diretta.

Il giudice del riesame può ignorare le prove fornite dalla difesa sulla lecita provenienza delle somme sequestrate?
No. La sentenza stabilisce che il giudice della cautela deve confrontarsi con gli elementi forniti dalla difesa per confutare il nesso tra il bene sequestrato e il reato, non potendo semplicemente rimandare la valutazione a fasi successive del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati