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Confisca di prevenzione: i termini dell’appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un decreto di confisca di prevenzione. Il caso verteva su presunte nullità procedurali, sulla violazione dei termini per la decisione d’appello e sulla sproporzione patrimoniale. La Corte ha stabilito che i termini di efficacia della misura sono sospesi in caso di rinvii richiesti dalla difesa, rendendo il provvedimento impugnato tempestivo e valido.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca di Prevenzione: Quando le Richieste della Difesa Sospendono i Termini

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2471/2024, offre importanti chiarimenti sulla confisca di prevenzione e, in particolare, sul calcolo dei termini di efficacia della misura in fase di appello. La decisione sottolinea come i rinvii delle udienze richiesti dalla stessa difesa possano portare alla sospensione di tali termini, neutralizzando il rischio di inefficacia del provvedimento.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un decreto della Corte di appello di Reggio Calabria che confermava la confisca di beni disposta in primo grado nei confronti di un soggetto. La misura era stata applicata ai sensi dell’art. 24 del D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia), sulla base di una ritenuta sproporzione tra il patrimonio nella disponibilità del proposto e i redditi da lui lecitamente prodotti.

Contro tale decisione, il difensore del proposto presentava ricorso in Cassazione, articolando la propria impugnazione su tre motivi principali.

I Motivi del Ricorso

La difesa lamentava in primo luogo una nullità derivata del decreto impugnato, sostenendo che al suo assistito non fossero stati notificati gli avvisi di fissazione di alcune udienze preliminari. In secondo luogo, denunciava la violazione dei termini di legge, asserendo che la motivazione del decreto d’appello fosse stata depositata oltre il termine di un anno e sei mesi dal deposito del ricorso, il che avrebbe dovuto comportare l’inefficacia della confisca. Infine, contestava nel merito la sussistenza dei presupposti per la confisca, in particolare la sproporzione patrimoniale, criticando i criteri di calcolo utilizzati dalla Corte d’appello.

L’analisi della Cassazione sulla confisca di prevenzione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le doglianze difensive con argomentazioni precise.

La Genericità del Primo Motivo

I giudici hanno ritenuto il primo motivo del tutto generico. La difesa, infatti, non aveva specificato quali fossero le udienze per le quali sarebbe mancata la notifica, impedendo alla Corte di effettuare una verifica mirata degli atti processuali. Un’eccezione così formulata si risolve in una richiesta di accertamento esplorativo, non consentita in sede di legittimità.

La Sospensione dei Termini e la confisca di prevenzione

Il secondo motivo, relativo alla presunta tardività del deposito della sentenza d’appello, è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte ha ricordato che l’art. 27 del D.Lgs. 159/2011 stabilisce che la confisca perde efficacia se la pronuncia d’appello non interviene entro un anno e sei mesi dal deposito del ricorso. Tuttavia, la stessa norma richiama l’art. 24, comma 2, che a sua volta rinvia alle cause di sospensione dei termini di custodia cautelare previste dal codice di rito.

Nel caso specifico, nel corso del giudizio d’appello si erano verificati ben quattro rinvii consecutivi su richiesta della difesa. Questi rinvii, per un totale di 322 giorni, hanno determinato la sospensione del termine di un anno e sei mesi. Effettuando correttamente il calcolo, la Corte ha concluso che il termine non era affatto scaduto al momento del deposito del decreto, che risultava quindi pienamente efficace.

Il Limite al Sindacato di Legittimità

Anche il terzo motivo è stato considerato generico e infondato. La Cassazione ha evidenziato come le critiche della difesa non riguardassero una violazione di legge, ma attingessero alla valutazione del materiale probatorio e alla persuasività delle argomentazioni del giudice di merito. Tali censure sono inammissibili in sede di legittimità, dove il controllo della Corte è limitato alle sole violazioni di legge e non può estendersi a un nuovo esame dei fatti.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha ribadito principi fondamentali in materia di confisca di prevenzione e di procedura. In primo luogo, le eccezioni processuali, come quelle relative a vizi di notifica, devono essere specifiche e dettagliate per consentire un controllo effettivo. In secondo luogo, e questo è il cuore della decisione, il termine di efficacia della confisca in appello è soggetto alle medesime cause di sospensione previste per la custodia cautelare. Pertanto, i rinvii richiesti dalla difesa ‘congelano’ il decorso del tempo, impedendo che strategie dilatorie possano portare all’inefficacia della misura patrimoniale. Infine, è stato riaffermato il principio secondo cui la valutazione sulla sproporzione tra beni e redditi costituisce un accertamento di fatto, il cui merito non può essere ridiscusso davanti alla Corte di Cassazione, se non per vizi logici o giuridici manifesti che, nel caso di specie, non sono stati ravvisati.

Le conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale per l’effettività delle misure di prevenzione patrimoniale. Stabilendo che le istanze di rinvio della difesa sospendono il termine di efficacia della confisca, la Corte chiude la porta a possibili abusi del processo volti a far decorrere i termini. Per i professionisti del diritto, questa pronuncia è un monito sull’importanza di calcolare attentamente i periodi di sospensione e sulla necessità di formulare i motivi di ricorso in modo specifico e pertinente al giudizio di legittimità, evitando censure che invadano l’ambito del merito, riservato ai giudici dei gradi precedenti.

Quando una confisca di prevenzione perde efficacia in appello?
Secondo l’art. 27, comma 6, del D.Lgs. 159/2011, il decreto di confisca perde efficacia se la pronuncia della Corte d’appello non viene depositata entro un anno e sei mesi dal deposito del ricorso. Tuttavia, questo termine può essere sospeso.

I rinvii richiesti dalla difesa possono sospendere il termine di efficacia della confisca?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che il termine di un anno e sei mesi rimane sospeso per tutto il tempo in cui il procedimento è rinviato su richiesta della difesa, in applicazione delle norme previste per la sospensione dei termini di custodia cautelare (art. 304, comma 1, lett. a, c.p.p.).

È possibile contestare davanti alla Cassazione il calcolo della sproporzione patrimoniale fatto dal giudice?
No, non direttamente. La valutazione della sproporzione tra beni e redditi è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito (Tribunale e Corte d’appello). In Cassazione si possono denunciare solo violazioni di legge o vizi logici della motivazione, ma non si può chiedere un nuovo esame delle prove.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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