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Confisca denaro stupefacenti: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha analizzato il caso di due soggetti condannati per detenzione di un ingente quantitativo di cocaina. La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso sul bilanciamento delle attenuanti, ma ha accolto quello sulla confisca del denaro. È stato chiarito che, nel reato di sola detenzione, la confisca denaro stupefacenti non è automatica, ma segue le regole dell’art. 240-bis c.p., richiedendo la prova della sproporzione dei beni rispetto al reddito del condannato. La sentenza è stata annullata con rinvio su questo punto.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca denaro stupefacenti: quando è legittima? La Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di reati legati agli stupefacenti: la confisca denaro stupefacenti. La decisione chiarisce i presupposti necessari per poter sottrarre somme di denaro a chi viene condannato per la sola detenzione di sostanze illecite, distinguendo nettamente questa ipotesi da quella della cessione. La pronuncia offre importanti spunti di riflessione sull’applicazione della confisca allargata, prevista dall’art. 240-bis del codice penale.

I fatti del caso

Due persone venivano condannate per la detenzione a fini di spaccio di un ingente quantitativo di cocaina, pari a oltre 60 kg. La Corte d’Appello, pur confermando la responsabilità penale, aveva rideterminato la pena riconoscendo le attenuanti generiche come equivalenti all’aggravante della quantità ingente. Tuttavia, aveva rigettato la richiesta di uno degli imputati di revocare la confisca di una somma di denaro rinvenuta nella sua disponibilità.

I motivi del ricorso in Cassazione

Gli imputati presentavano ricorso in Cassazione affidandosi a due motivi principali:
1. Errata valutazione delle attenuanti: Entrambi i ricorrenti lamentavano una motivazione insufficiente riguardo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche in misura prevalente sull’aggravante. A loro avviso, l’atteggiamento di resipiscenza, dimostrato con la rinuncia ai motivi di appello sulla responsabilità, meritava una valutazione più favorevole.
2. Illegittimità della confisca: Uno degli imputati contestava specificamente la confisca del denaro, sostenendo che la Corte d’Appello avesse motivato il rigetto della revoca con mere formule di stile, senza un’analisi concreta dei presupposti di legge.

La confisca denaro stupefacenti e le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha analizzato distintamente i due motivi, giungendo a conclusioni opposte.

Sulla valutazione delle circostanze

Il primo motivo è stato dichiarato inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: il bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Questa valutazione può essere censurata in sede di legittimità solo in caso di illogicità manifesta, che nel caso di specie non sussisteva. La Corte ha infatti sottolineato come l’enorme quantitativo di stupefacente (oltre 300.000 dosi medie) fosse un elemento di tale gravità da giustificare ampiamente la decisione di non far prevalere le attenuanti.

Sul principio applicabile alla confisca denaro stupefacenti

Il secondo motivo è stato invece accolto. La Cassazione ha tracciato una linea netta tra il reato di cessione e quello di mera detenzione di stupefacenti. Mentre nella cessione il denaro può essere considerato profitto diretto del reato e quindi soggetto a confisca, nella detenzione questo nesso non è automatico. Il denaro trovato addosso a chi detiene droga non è, di per sé, corpo del reato né profitto.

La Corte ha specificato che, per procedere alla confisca denaro stupefacenti in caso di sola detenzione, è necessario applicare la disciplina della cosiddetta “confisca in casi particolari” o “allargata”, prevista dall’art. 240-bis c.p. (richiamato dall’art. 85-bis del d.P.R. 309/90). Questa norma permette di confiscare denaro, beni o altre utilità di cui il condannato non possa giustificare la provenienza e che risultino di valore sproporzionato al suo reddito o alla sua attività economica. La motivazione della Corte d’Appello, che si era limitata ad affermare una “evidente connessione del denaro in sequestro con il reato in contestazione”, è stata ritenuta insufficiente perché non ha verificato la sussistenza di questi specifici presupposti.

Le conclusioni della Suprema Corte

In conclusione, la sentenza impugnata è stata annullata, ma limitatamente al punto della confisca del denaro. Il caso è stato rinviato ad un’altra sezione della Corte di Appello di Napoli per un nuovo giudizio. Questo nuovo esame dovrà attenersi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione: per poter confermare la confisca, i giudici dovranno accertare se l’imputato sia in grado di giustificare la legittima provenienza del denaro e se tale somma sia proporzionata al suo reddito. In caso contrario, la confisca dovrà essere revocata. Il resto del ricorso è stato dichiarato inammissibile, rendendo definitive le statuizioni sulla responsabilità penale e sulla pena.

Quando si può confiscare il denaro trovato in possesso di chi è condannato per sola detenzione di droga?
La confisca del denaro è possibile solo se ricorrono le condizioni dell’art. 240-bis del codice penale, ovvero quando il condannato non può giustificarne la legittima provenienza e il valore del denaro risulta sproporzionato rispetto al suo reddito o alla sua attività economica. Un semplice collegamento presunto con il reato non è sufficiente.

Un’enorme quantità di droga sequestrata impedisce di ottenere le attenuanti prevalenti sull’aggravante?
Sì. La sentenza conferma che il dato ponderale, se particolarmente significativo (nel caso specifico oltre 60 kg di cocaina), è un elemento che legittima il giudice a escludere la prevalenza delle attenuanti generiche, data l’estrema offensività della condotta.

Cosa comporta l’annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione in questo caso?
Significa che la sentenza della Corte d’Appello è stata annullata solo riguardo alla confisca del denaro. La questione dovrà essere riesaminata da un’altra sezione della stessa Corte, che dovrà applicare i principi corretti indicati dalla Cassazione per decidere se mantenere o revocare la confisca. La condanna per il reato e la pena sono invece diventate definitive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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