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Confisca denaro spaccio: quando è illegittima?

Un giovane condannato per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio ottiene l’annullamento della confisca di 150 euro. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20335/2024, ha stabilito che la confisca denaro spaccio è illegittima se non viene provato che la somma sia il diretto provento del reato contestato. Non è sufficiente presumere che il denaro derivi da precedenti cessioni illecite. La Corte ha confermato la condanna penale ma ha ordinato la restituzione del denaro.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Denaro Spaccio: Quando i Soldi Vanno Restituiti? La Cassazione Chiarisce

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 20335/2024, è intervenuta su un tema cruciale in materia di reati di droga: la confisca denaro spaccio. La pronuncia analizza i presupposti necessari per sottrarre legalmente il denaro trovato in possesso di un soggetto accusato di detenzione di stupefacenti. Il caso riguardava un giovane, appena maggiorenne e incensurato, trovato in possesso di hashish e marijuana, oltre a una somma di 150 euro. Sebbene la sua responsabilità penale sia stata confermata, la Corte ha annullato la confisca del denaro, ordinandone la restituzione.

I Fatti del Caso: Detenzione di Stupefacenti e Denaro Contante

Un ragazzo di diciotto anni veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nello specifico, gli venivano sequestrati circa 11 grammi di hashish e 6 grammi di marijuana, dai quali si sarebbero potute ricavare complessivamente 133 dosi medie singole. Durante la perquisizione, le forze dell’ordine trovavano anche la somma di 150 euro nella sua disponibilità.

L’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, contestando diversi punti della sentenza di condanna: l’affermazione della sua responsabilità penale, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), il diniego delle attenuanti generiche e, infine, la legittimità della confisca della somma di denaro.

La Decisione della Corte di Cassazione e la questione della confisca denaro spaccio

La Suprema Corte ha rigettato i primi tre motivi di ricorso, ritenendo corretta e ben motivata la decisione dei giudici di merito nel confermare la condanna. L’elevato numero di dosi ricavabili, la suddivisione della sostanza in involucri e la presenza di due diverse tipologie di droga sono stati considerati elementi sufficienti a escludere l’uso personale e a configurare la finalità di spaccio. Di conseguenza, è stata ritenuta inapplicabile anche la causa di non punibilità per particolare tenuità e non sono state concesse le attenuanti generiche, data la gravità del fatto.

Il punto di svolta, tuttavia, ha riguardato il quarto motivo: la legittimità della confisca dei 150 euro. Su questo aspetto, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza limitatamente a tale statuizione e disponendo la restituzione del denaro all’avente diritto.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Corte si fonda su principi giuridici precisi e consolidati, che meritano un’analisi approfondita.

La Distinzione tra Provento del Reato e Semplice Possesso di Denaro

Il fulcro della motivazione risiede nell’interpretazione dell’art. 240 del codice penale. Questa norma consente la confisca delle cose che costituiscono il ‘provento’ del reato. La Corte di Appello aveva giustificato la confisca sostenendo che il denaro fosse ‘ragionevolmente’ il profitto di una pregressa attività di cessione di stupefacenti.

La Cassazione ha bocciato questo ragionamento, definendolo errato. Il reato per cui l’imputato è stato condannato era la detenzione a fini di spaccio, non la cessione (vendita). Pertanto, il denaro trovato in suo possesso non poteva essere considerato il provento diretto del reato contestato e accertato. In altre parole, non si può confiscare una somma di denaro basandosi sulla mera supposizione che essa derivi da altri episodi di spaccio, non provati e non oggetto del processo. La confisca del profitto è strettamente legata al reato per il quale è intervenuta la condanna.

L’Inapplicabilità della Nuova Legge sulla Confisca per Equivalente

La Corte ha anche affrontato la questione di una recente modifica legislativa (L. 159/2023) che ha esteso la possibilità di disporre la confisca per equivalente (art. 240-bis c.p.) anche a questo tipo di reato. Tuttavia, i giudici hanno chiarito che tale nuova disciplina non poteva trovare applicazione nel caso di specie. La confisca, pur essendo una misura di sicurezza, si applica secondo la legge in vigore al momento in cui viene disposta. Poiché la sentenza di primo grado era stata emessa prima dell’entrata in vigore della nuova legge, la modifica normativa non poteva avere effetto retroattivo su quel giudizio.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio di garanzia fondamentale: le misure patrimoniali, come la confisca, non possono basarsi su presunzioni o sospetti. Per poter procedere alla confisca denaro spaccio, è necessario un collegamento diretto e provato tra la somma sequestrata e lo specifico reato per il quale è stata emessa una sentenza di condanna. Il semplice possesso di denaro da parte di chi detiene sostanze stupefacenti non è, di per sé, sufficiente a giustificarne la confisca. La pronuncia offre un importante chiarimento sui limiti del potere ablatorio dello Stato, distinguendo nettamente tra prova e supposizione nel contesto del diritto penale.

È sempre possibile confiscare il denaro trovato in possesso di chi detiene droga a fini di spaccio?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la confisca è legittima solo se si dimostra che quel denaro è il provento diretto del reato per cui si è condannati (in questo caso, la detenzione). Non si può presumere che derivi da precedenti e non accertate attività di spaccio.

Perché la Corte non ha concesso le attenuanti generiche o la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha ritenuto che il numero elevato di dosi ricavabili dalla sostanza (133 in totale) indicasse una gravità del fatto tale da escludere sia la ‘particolare tenuità’ sia la concessione di ulteriori sconti di pena, nonostante la giovane età e l’incensuratezza dell’imputato.

La nuova legge che facilita la confisca nei reati di droga si applica ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore?
La Corte ha chiarito che, pur essendo la confisca una misura di sicurezza, la sua applicazione dipende dalla legge in vigore al momento in cui viene disposta dal giudice. In questo caso, poiché la sentenza di primo grado è stata emessa prima della nuova legge, quest’ultima non poteva essere applicata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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