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Confisca denaro per droga: la Cassazione chiarisce

Un individuo è stato condannato per reati legati agli stupefacenti, con contestuale confisca di una somma di quarantamila euro. La Corte di Cassazione ha annullato la statuizione sulla confisca denaro per totale assenza di motivazione, rinviando il caso alla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha precisato che, sebbene non si possa procedere con confisca diretta o per equivalente, poiché la somma non costituisce prezzo, prodotto o profitto del reato, è possibile valutare la confisca per sproporzione, misura di sicurezza applicabile anche retroattivamente.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Denaro e Reati di Droga: La Cassazione Annulla per Difetto di Motivazione

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, interviene su un tema delicato e di grande attualità: la confisca denaro sequestrato a una persona condannata per reati legati agli stupefacenti. Il caso riguardava una somma di quarantamila euro, ritenuta destinata all’acquisto di una partita di droga. La Suprema Corte ha annullato la confisca per un vizio fondamentale: la totale assenza di motivazione da parte del giudice di merito, fornendo al contempo importanti principi guida per il futuro giudizio.

I Fatti del Caso: Droga e una Cospicua Somma di Denaro

Un soggetto veniva condannato per il tentativo di acquisto di sostanze stupefacenti (hashish o marijuana) e per aver ceduto in più occasioni modesti quantitativi delle stesse sostanze. Al momento dell’arresto, veniva trovata in suo possesso la somma di quarantamila euro in contanti. Il Giudice per le indagini preliminari, oltre a confermare la condanna, disponeva la confisca di tale somma.

Il Ricorso in Cassazione: I Motivi dell’Impugnazione

La difesa ha impugnato la sentenza esclusivamente riguardo alla statuizione di confisca, lamentando in primo luogo la completa assenza di motivazione sul punto. Inoltre, ha sollevato specifiche eccezioni giuridiche:

1. L’impossibilità di applicare la confisca per sproporzione (art. 85-bis, d.P.R. 309/90) al reato tentato, poiché la norma si riferirebbe solo ai delitti consumati.
2. L’inapplicabilità della stessa misura al reato di spaccio di lieve entità (art. 73, comma 5), in quanto introdotta da una modifica normativa successiva ai fatti.
3. L’inapplicabilità della confisca per equivalente (art. 73, comma 7-bis), poiché la somma non poteva essere considerata né prodotto né profitto dei reati contestati.

La Decisione della Cassazione e la questione della confisca denaro

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato. Il motivo dirimente è stato proprio il difetto assoluto di motivazione. Un provvedimento che incide in modo così significativo sul patrimonio di un individuo non può prescindere da un’adeguata giustificazione logico-giuridica. Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza limitatamente alla parte sulla confisca e ha trasmesso gli atti alla Corte d’Appello competente per un nuovo esame.

Le Motivazioni: Un’Analisi dei Tipi di Confisca

La parte più interessante della sentenza risiede nei principi di diritto che la Cassazione ha enunciato per guidare il giudice del rinvio. La Corte ha esaminato le diverse tipologie di confisca ipotizzabili nel caso di specie.

Confisca Diretta e per Equivalente: Perché Non si Applicano?

La Corte ha escluso categoricamente che il denaro sequestrato potesse essere oggetto di confisca diretta o per equivalente ai sensi dell’art. 73, comma 7-bis, d.P.R. 309/90. Per farlo, ha richiamato le definizioni consolidate di:
Prezzo del reato: il compenso dato o promesso per istigare altri a commettere il reato.
Prodotto del reato: il risultato materiale diretto dell’attività illecita.
Profitto del reato: il vantaggio economico immediato ricavato dal reato.

Il denaro destinato all’acquisto di droga non rientra in nessuna di queste categorie. Non è un profitto, ma semmai uno strumento per commettere il reato. Di conseguenza, non essendo né prodotto né profitto, non può essere oggetto di confisca diretta né, tantomeno, di quella per equivalente, che presuppone proprio l’impossibilità di aggredire il profitto diretto.

La Confisca per Sproporzione: Un’Ipotesi Aperta

L’unica via percorribile, secondo la Cassazione, è quella della confisca per sproporzione (o allargata), prevista dall’art. 85-bis d.P.R. 309/90. Questa misura ha natura di misura di sicurezza patrimoniale e non di sanzione penale. Ciò comporta due conseguenze fondamentali:

1. Applicabilità Retroattiva: Essendo una misura di sicurezza, è regolata dalla legge in vigore al momento della sua applicazione (e non al momento del fatto), nel rispetto dei principi generali. La Corte ha evidenziato come una recente modifica legislativa (L. 159/2023) abbia esteso tale confisca anche ai condannati per il delitto di spaccio di lieve entità.
2. Onere della Prova: Per disporla, il giudice dovrà accertare che la somma sia sproporzionata rispetto ai redditi leciti del ricorrente e che quest’ultimo non sia stato in grado di fornire una giustificazione credibile sulla sua provenienza.

Le Conclusioni: Cosa Succede Ora?

La sentenza impugnata è stata annullata con rinvio. La Corte d’Appello dovrà ora riesaminare la questione della confisca, ma con un percorso tracciato. Non potrà disporre la confisca diretta o per equivalente, ma dovrà verificare se sussistono i presupposti per la confisca per sproporzione. Questo significa condurre un’indagine patrimoniale per confrontare la somma sequestrata con i redditi leciti dell’imputato e valutare le eventuali giustificazioni fornite. La decisione sottolinea un principio cardine dello Stato di diritto: ogni provvedimento, specialmente se restrittivo dei diritti patrimoniali, deve essere sorretto da una motivazione chiara, completa e giuridicamente corretta.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordine di confisca del denaro?
La confisca è stata annullata perché la sentenza del giudice precedente mancava completamente di motivazione, ovvero non spiegava in base a quale norma di legge e per quali ragioni specifiche si fosse deciso di confiscare la somma di quarantamila euro.

Il denaro trovato in possesso di una persona e destinato all’acquisto di droga può essere considerato ‘profitto’ del reato?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che il denaro destinato all’acquisto di stupefacenti non costituisce né prezzo, né prodotto, né profitto del reato. Pertanto, non può essere soggetto a confisca diretta o per equivalente secondo l’art. 73, comma 7-bis, del Testo Unico Stupefacenti.

In questo caso, è ancora possibile che il denaro venga confiscato?
Sì, è un’ipotesi ancora possibile. La Cassazione ha indicato che la Corte d’Appello dovrà valutare se applicare la ‘confisca per sproporzione’ (art. 85-bis). Per farlo, dovrà verificare se la somma è sproporzionata rispetto ai redditi leciti della persona e se quest’ultima non ha fornito una giustificazione valida sulla sua provenienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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