LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca denaro per detenzione droga: illegittima

La Corte di Cassazione ha annullato la confisca di una somma di denaro disposta nei confronti di un soggetto condannato, tramite patteggiamento, per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. Secondo la Corte, la confisca del denaro è illegittima se non viene provato un nesso causale diretto con un’attività di cessione, non essendo sufficiente il solo reato di detenzione. La generica ammissione dell’imputato di aver ottenuto la somma da ‘attività illecita’ non basta a giustificare il provvedimento ablativo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Denaro e Detenzione di Stupefacenti: Quando è Illegittima?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31964 del 2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale: la legittimità della confisca denaro in caso di condanna per detenzione di stupefacenti. Il principio ribadito è chiaro: per sottrarre somme di denaro all’imputato, non è sufficiente contestare la mera detenzione della sostanza, anche se finalizzata allo spaccio, ma è necessario dimostrare che quel denaro sia il profitto di un’effettiva attività di cessione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Velletri. L’imputato aveva concordato una pena per il reato di detenzione a fini di spaccio di cocaina, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990. Oltre alla pena, il giudice aveva disposto la confisca di una somma di denaro pari a 4.280 euro, rinvenuta nell’abitazione dell’imputato insieme alla sostanza stupefacente. Il Tribunale aveva motivato la decisione sostenendo che la somma fosse un ‘evidente provento dell’attività di spaccio’, basandosi anche su un’ammissione dell’imputato durante l’interrogatorio, il quale aveva dichiarato che il denaro era ‘frutto dell’attività illecita’.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, contestando la legittimità della confisca. I motivi si fondavano su due argomenti principali:

1. Erronea applicazione della legge penale: Secondo il ricorrente, la confisca del denaro ai sensi dell’art. 240 del codice penale non è applicabile al reato di detenzione di stupefacenti. Tale reato, infatti, non produce di per sé un profitto economico. La confisca sarebbe legittima solo se fosse stata contestata e provata un’attività di cessione (vendita) della droga, di cui il denaro sarebbe stato il prezzo o il profitto.
2. Manifesta illogicità della motivazione: La difesa ha sostenuto che l’affermazione del Tribunale, secondo cui il denaro era ‘evidente provento di spaccio’, fosse apodittica, ovvero priva di una reale dimostrazione. Il semplice rinvenimento della somma in casa, senza che l’imputato fosse mai stato visto cedere la sostanza, non costituiva una prova sufficiente del nesso tra il denaro e il reato contestato.

La Decisione della Cassazione sulla Confisca del Denaro

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza limitatamente alla statuizione sulla confisca e rinviando il caso a un nuovo giudizio. Gli Ermellini hanno chiarito che, pur essendo ammissibile un ricorso sulla misura di sicurezza anche in caso di patteggiamento (quando, come in questo caso, non era parte dell’accordo), la decisione del Tribunale era giuridicamente errata.

Il Collegio ha ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: il reato di illecita detenzione di stupefacenti non consente la confisca del denaro ai sensi dell’art. 240 c.p. Manca, infatti, il nesso di pertinenzialità tra il denaro e il reato, in quanto la detenzione è una condotta che non genera profitto. Diversa è l’ipotesi della cessione, dove il denaro rappresenta il diretto provento del delitto.

Le Motivazioni in Diritto

La motivazione della Cassazione si fonda su una distinzione netta tra il reato di ‘detenzione’ e quello di ‘cessione’. L’articolo 240 del codice penale prevede la confisca delle cose che costituiscono il ‘profitto’ del reato. Nel caso della detenzione di stupefacenti, anche se finalizzata allo spaccio, la condotta penalmente rilevante è il possesso della sostanza. Questa condotta, di per sé, non produce un arricchimento patrimoniale. Il profitto si realizza solo con la vendita (cessione).

La Corte ha inoltre ritenuto insufficiente la motivazione del giudice di merito, che si era basato sulla generica ammissione dell’imputato circa la provenienza ‘illecita’ del denaro. Tale dichiarazione, senza ulteriori elementi concreti che colleghino in termini causali quella specifica somma di denaro alla condotta contestata, non può giustificare una misura ablativa come la confisca. La motivazione deve essere accurata e puntuale, dimostrando che il denaro è il risultato diretto e immediato di un’attività di spaccio effettivamente avvenuta.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un importante baluardo di legalità: la confisca denaro non può essere una conseguenza automatica del rinvenimento di somme di denaro durante una perquisizione per droga. È onere dell’accusa provare che quel denaro è il profitto specifico di un’attività di spaccio. In assenza di tale prova, e in caso di contestazione del solo reato di detenzione, il denaro non può essere confiscato. Si tratta di una precisazione fondamentale a tutela del diritto di proprietà, che impedisce applicazioni estensive e non sufficientemente provate delle misure di sicurezza patrimoniali.

È possibile confiscare del denaro trovato insieme a sostanze stupefacenti?
No, non automaticamente. La Corte chiarisce che per il solo reato di detenzione di stupefacenti, la confisca del denaro non è permessa se non viene provato che esso sia il profitto di un concreto e specifico atto di vendita (cessione).

L’ammissione dell’imputato che il denaro è ‘frutto di attività illecita’ è sufficiente per la confisca?
No. Secondo questa sentenza, una dichiarazione così generica non è sufficiente. La decisione del giudice deve indicare elementi congrui e specifici che colleghino in termini causali la somma rinvenuta alla condotta contestata.

Qual è la differenza tra detenzione e cessione di stupefacenti ai fini della confisca del denaro?
La detenzione è il possesso della sostanza e di per sé non genera un profitto economico. La cessione è l’atto di vendita, che invece produce un profitto (il denaro incassato). La confisca del denaro come profitto del reato è ammessa solo in relazione al reato di cessione, non a quello di mera detenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati