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Confisca denaro da spaccio: Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che disponeva la confisca di denaro trovato nell’abitazione di un imputato condannato con patteggiamento per detenzione e spaccio di stupefacenti. La Suprema Corte ha stabilito che la confisca denaro è illegittima se il giudice non fornisce una motivazione specifica sul nesso tra la somma e il reato contestato. In particolare, per il reato di mera detenzione a fini di spaccio, il denaro non può essere considerato profitto del reato e la sua confisca richiede la prova di un legame strumentale, non occasionale, con l’attività illecita.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Denaro per Spaccio: Quando è Illegittima? La Cassazione Chiarisce

La confisca denaro rinvenuto in possesso di un soggetto accusato di reati legati agli stupefacenti è una misura spesso automatica, ma non sempre legittima. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 44103/2024) ha ribadito un principio fondamentale: senza una motivazione adeguata che dimostri il nesso tra il denaro e il reato, la confisca deve essere annullata. Questo caso offre spunti cruciali sulla differenza tra profitto del reato e beni semplicemente nella disponibilità dell’imputato.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Genova, tramite la procedura di patteggiamento, aveva condannato un giovane per due distinti reati: la cessione di una piccola dose di stupefacente (0,22 grammi) per un corrispettivo di 14 euro e la detenzione ai fini di spaccio di quantitativi maggiori di cocaina/crack (5,63 grammi) e marijuana (8,36 grammi). Oltre alla pena detentiva e pecuniaria, il giudice aveva disposto la confisca di 144 euro, somma rinvenuta nell’abitazione dell’imputato durante una perquisizione.

Il Ricorso in Cassazione: I Motivi della Difesa

Il difensore dell’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contestando unicamente la misura della confisca. I motivi del ricorso si basavano su due argomenti principali:
1. Violazione di legge e difetto di motivazione: La sentenza impugnata non forniva alcuna spiegazione sul perché i 144 euro dovessero essere confiscati, non richiamando neppure la norma di legge a fondamento della decisione.
2. Assenza di nesso con il reato: La somma era stata trovata nell’abitazione e non vi era alcuna prova che costituisse il provento dell’attività di spaccio. In particolare, non poteva essere il profitto della singola cessione contestata, che aveva fruttato solo 14 euro.

La Decisione della Corte: Annullamento della confisca denaro senza rinvio

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, annullando la sentenza limitatamente alla confisca e ordinando la restituzione del denaro all’avente diritto. La Corte ha chiarito che, anche in caso di patteggiamento, la confisca, in quanto misura di sicurezza, può essere impugnata se risulta ‘illegale’, come nel caso di una totale assenza di motivazione.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha sviluppato un ragionamento giuridico impeccabile, distinguendo nettamente le diverse ipotesi di reato.

Innanzitutto, ha evidenziato che i 144 euro non potevano essere considerati il ‘profitto’ della cessione accertata, il cui ricavo era di soli 14 euro. Pertanto, la confisca non poteva essere giustificata in relazione a quel specifico episodio.

Il punto cruciale della decisione, però, riguarda il reato di detenzione a fini di spaccio. La Corte, richiamando un orientamento consolidato, ha affermato che la confisca denaro ai sensi dell’art. 240 del codice penale non è applicabile al reato di mera detenzione di stupefacenti. Il denaro, infatti, non costituisce né il ‘profitto’ del reato (che è la detenzione stessa, non la vendita), né uno strumento necessario per commetterlo. Per poter confiscare un bene, è necessario dimostrare un ‘nesso strumentale’ intrinseco, specifico e strutturale con il reato, non una mera relazione occasionale. Il semplice fatto di trovare del denaro in casa di una persona accusata di detenzione di droga non è sufficiente a giustificarne l’ablazione.

La sentenza impugnata è stata censurata proprio per non aver fatto buon governo di questi principi, disponendo la confisca in modo del tutto immotivato e omettendo qualsiasi valutazione sul legame tra il denaro e l’attività illecita.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un importante principio di garanzia: nessuna misura patrimoniale può essere disposta senza una motivazione concreta e puntuale da parte del giudice. La confisca denaro non è una conseguenza automatica dell’accusa di spaccio. È onere dell’accusa dimostrare, e del giudice motivare, il collegamento diretto tra la somma sequestrata e uno specifico reato che ne giustifichi l’acquisizione da parte dello Stato. In assenza di tale prova e motivazione, come nel caso di specie, il denaro deve essere restituito al legittimo proprietario.

È possibile impugnare una confisca disposta con una sentenza di patteggiamento?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la doglianza relativa alla mancata motivazione sulla confisca può essere oggetto di ricorso per cassazione, anche se la sentenza è stata emessa a seguito di patteggiamento. Questo perché la mancanza di motivazione rende la misura di sicurezza ‘illegale’ e costituisce una violazione di legge.

Il denaro trovato in casa di una persona accusata di detenzione di droga può essere sempre confiscato?
No. La sentenza chiarisce che, per il reato di mera detenzione a fini di spaccio, il denaro trovato nella disponibilità dell’imputato non può essere considerato profitto del reato. La sua confisca è possibile solo se viene dimostrato un nesso strumentale specifico e strutturale con l’attività illecita, e non un collegamento meramente occasionale. La semplice disponibilità della somma non è sufficiente.

Cosa deve fare un giudice per disporre legittimamente la confisca di denaro?
Il giudice deve fornire una motivazione esplicita e puntuale che giustifichi la misura. Deve indicare le ragioni per cui ritiene che il denaro costituisca il profitto o il prodotto di un reato, oppure lo strumento per commetterlo, specificando il nesso che lega la somma alla fattispecie criminosa contestata. Un’assenza totale di motivazione rende la confisca illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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