LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Confisca contrabbando doganale: reato permanente

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso contro un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per contrabbando doganale. Il punto chiave della decisione riguarda la natura di ‘reato permanente’ del contrabbando. La Corte ha stabilito che, anche se la condotta illecita è iniziata prima dell’entrata in vigore della norma che ha introdotto la confisca per equivalente per questo reato, si applica la legge vigente al momento della cessazione della permanenza del reato. Di conseguenza, la misura cautelare è stata ritenuta legittima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Contrabbando Doganale: Quando si Applica la Nuova Legge?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un’importante questione sulla confisca per contrabbando doganale, chiarendo il principio di applicazione della legge nel tempo per i cosiddetti ‘reati permanenti’. La decisione conferma che una norma più severa può essere applicata anche a condotte iniziate prima della sua entrata in vigore, se il reato si è protratto nel tempo. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso emblematico.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da un’indagine per contrabbando doganale di orologi di pregio. Secondo l’accusa, questi beni, provenienti da Hong Kong e formalmente diretti a una base militare N.A.T.O. in Italia (e quindi in regime di esenzione), venivano in realtà dirottati verso esercizi commerciali in territorio italiano, eludendo il pagamento dei diritti doganali.

Il Tribunale di Varese, in qualità di giudice del riesame, confermava un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente per un valore di quasi un milione di euro a carico di un’indagata. La difesa ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due principali motivi di doglianza:

1. L’inapplicabilità della norma che ha introdotto la confisca per equivalente per il contrabbando doganale, poiché il reato contestato sarebbe stato commesso nel giugno 2021, prima dell’entrata in vigore della legge (d.lgs. n. 156 del 2022).
2. Il presunto travisamento della prova da parte del Tribunale del riesame, che avrebbe basato la sua decisione su elementi non considerati dal primo giudice (GIP).

Le motivazioni sulla confisca per contrabbando doganale

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti giuridici.

La Natura Permanente del Reato di Contrabbando

Il cuore della decisione risiede nella qualificazione del reato di contrabbando doganale come reato permanente. La Corte ha spiegato che, a differenza dei reati istantanei che si consumano in un unico momento, la condotta illecita del contrabbando perdura nel tempo. Essa cessa solo quando i diritti di confine evasi vengono versati o quando termina l’attività volta a consentire la circolazione dei beni sottratti al pagamento dei dazi.

Questo principio è fondamentale per l’applicazione della legge penale nel tempo. Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, in caso di successione di leggi, per i reati permanenti si applica la legge in vigore al momento della cessazione della permanenza della condotta criminosa. Questo vale anche se la nuova legge prevede un trattamento sanzionatorio più severo rispetto a quella vigente all’inizio della condotta.

Nel caso specifico, la difesa non ha dimostrato né prospettato che la permanenza del reato fosse cessata prima dell’entrata in vigore della nuova normativa (novembre 2022) che ha esteso la confisca per equivalente al contrabbando. Pertanto, la Corte ha ritenuto pienamente legittima l’applicazione di tale misura cautelare.

La Valutazione del Tribunale del Riesame

In merito al secondo motivo, relativo al travisamento della prova, la Cassazione lo ha dichiarato inammissibile. La Corte ha ricordato che il giudizio di riesame ha natura interamente devolutiva. Ciò significa che il Tribunale del riesame può e deve valutare tutto il materiale istruttorio a sua disposizione, potendo fondare la propria motivazione anche su elementi non necessariamente valorizzati dal GIP al momento dell’emissione della misura originaria. Contestare nel merito tale valutazione, come la coerenza logica delle prove, esula dalle competenze della Corte di Cassazione in sede di legittimità, che è chiamata a verificare solo la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale in materia di successione di leggi penali: per i reati permanenti, come il contrabbando doganale, il momento determinante per individuare la legge applicabile è quello della cessazione della condotta illecita. La decisione ha implicazioni significative, poiché estende l’applicabilità di misure sanzionatorie più severe, come la confisca per contrabbando doganale per equivalente, anche a condotte iniziate in un’epoca in cui tali misure non erano previste, a condizione che il reato si sia protratto fino all’entrata in vigore della nuova norma. La pronuncia conferma inoltre l’ampia autonomia del Tribunale del riesame nella valutazione del compendio probatorio a sostegno delle misure cautelari reali.

Una legge che introduce la confisca per equivalente può essere applicata a un reato iniziato prima della sua entrata in vigore?
Sì, può essere applicata se il reato è di natura ‘permanente’, come il contrabbando doganale. In tal caso, la legge applicabile è quella in vigore al momento della cessazione della condotta illecita, anche se più sfavorevole per l’imputato.

Perché il contrabbando doganale è considerato un reato permanente?
Perché la condotta illecita non si esaurisce con la semplice introduzione della merce nel territorio dello Stato, ma perdura fino a quando non vengono versati i diritti di confine evasi o fino a quando non cessa l’attività finalizzata a mantenere i beni in circolazione illecita.

Il Tribunale del riesame può basare la sua decisione su prove non considerate dal primo giudice (GIP)?
Sì. Il giudizio di riesame ha un effetto ‘interamente devolutivo’, il che significa che il Tribunale del riesame ha il potere di rivalutare autonomamente tutto il materiale probatorio disponibile, potendo fondare la propria decisione anche su elementi non valorizzati o non esaminati dal giudice che ha emesso la misura cautelare originaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati