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Confisca assegno falso: no senza reato penale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24148/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di confisca assegno falso. Il caso riguardava la richiesta di confiscare un assegno ritenuto falso, presentata dopo che il procedimento penale per falsità in scrittura privata era stato archiviato a causa della depenalizzazione della specifica fattispecie (assegno non trasferibile). La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che la confisca in sede penale è una misura accessoria che presuppone l’esistenza di un reato. In assenza di una fattispecie penalmente rilevante, il giudice penale non può né accertare la falsità del documento né disporne la confisca, lasciando la questione alla competenza del giudice civile.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca assegno falso: la Cassazione nega la possibilità in assenza di reato

Con una recente e significativa pronuncia, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della confisca assegno falso in un contesto particolare: quello in cui il reato di falsità in scrittura privata è stato depenalizzato. La sentenza chiarisce che, senza un illecito penale, il giudice non ha il potere di disporre la confisca di un documento, anche se materialmente falso. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I fatti del caso

La vicenda trae origine dalla querela presentata da un uomo nei confronti della sua ex compagna. L’uomo sosteneva che la donna avesse incassato un assegno bancario di un importo considerevole (200.000 euro) che lui non aveva mai sottoscritto. A sostegno della sua tesi, aveva prodotto anche una consulenza grafologica che attestava la natura apocrifa della firma.

Tuttavia, il procedimento penale avviato per i reati di cui agli artt. 485 e 491 del codice penale veniva archiviato. La ragione? La condotta di falsificazione di un assegno bancario con clausola di non trasferibilità, a seguito di una riforma legislativa (d.lgs. n. 7/2016), non costituisce più reato ma un mero illecito civile.

Conclusa la vicenda penale, il giudice dell’esecuzione disponeva il dissequestro dell’assegno e la sua restituzione alla donna. L’uomo si opponeva a tale decisione, chiedendo che il titolo, in quanto falso, venisse confiscato e acquisito agli atti dello Stato. La sua richiesta veniva però respinta, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione giuridica e la confisca assegno falso

Il quesito legale sottoposto alla Suprema Corte era il seguente: è possibile disporre la confisca di un assegno materialmente falso, anche se il fatto non è più previsto dalla legge come reato?

La difesa del ricorrente sosteneva che, nonostante l’archiviazione, la falsità del documento giustificasse la confisca, richiamando normative che consentono al giudice di gestire i documenti falsi acquisiti nel procedimento. Si insisteva sul fatto che restituire un titolo falso alla persona indagata per la sua falsificazione fosse illogico e contrario ai principi di giustizia.

La Corte doveva quindi bilanciare due esigenze: da un lato, l’interesse a non lasciare in circolazione un documento falso; dall’altro, il principio fondamentale secondo cui le misure penali, come la confisca, sono strettamente legate all’esistenza di un reato.

le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la decisione del giudice dell’esecuzione. Il ragionamento dei giudici è stato lineare e rigoroso.

Il punto centrale della motivazione è che la confisca in ambito penale è una misura che presuppone l’esistenza di una fattispecie di reato. Se un determinato comportamento viene depenalizzato, come nel caso della falsificazione di un assegno non trasferibile, viene meno il presupposto stesso per l’applicazione di qualsiasi sanzione o misura penale, inclusa quella della confisca.

La Corte ha specificato che, in assenza di un’ipotesi di reato, al giudice penale è inibito qualsiasi accertamento sulla falsità del documento. In altre parole, il giudice penale non può decidere se l’assegno sia vero o falso perché questa valutazione esula dalla sua competenza una volta che il fatto è stato qualificato come penalmente irrilevante.

Di conseguenza, non potendo accertare la falsità, non può nemmeno disporre la confisca. La richiesta del ricorrente è stata quindi disattesa perché si basava su un presupposto errato: pretendere dal giudice penale un’azione (la confisca) che la legge riserva solo come conseguenza di un reato accertato o accertabile.

le conclusioni

La sentenza stabilisce un principio chiaro: nulla poena sine crimine, ovvero nessuna sanzione (e nessuna misura accessoria come la confisca) può essere applicata in assenza di un reato. La depenalizzazione ha l’effetto di trasferire la controversia dal piano penale a quello civile.

Per chi si ritiene danneggiato dalla messa in circolazione di un assegno falso, la strada da percorrere non è più quella della querela penale finalizzata alla confisca, ma quella di un’azione civile. Sarà in sede civile che si potrà chiedere l’accertamento della falsità del titolo, la sua inefficacia e l’eventuale risarcimento del danno. La restituzione dell’assegno alla persona che lo ha presentato all’incasso, decisa dal giudice penale, non pregiudica in alcun modo l’esito di un futuro giudizio civile.

È possibile confiscare un assegno bancario falso se il procedimento penale è stato archiviato per depenalizzazione del reato?
No, la Corte ha stabilito che la confisca è una misura strettamente legata all’esistenza di un reato. Se il fatto, come la falsificazione di un assegno non trasferibile, non è più previsto dalla legge come reato, non è possibile disporre la confisca in sede penale.

Perché la falsificazione di un assegno non trasferibile non è più considerata un reato?
A seguito del D.Lgs. 15 gennaio 2016 n. 7, la condotta di falsificazione di un assegno bancario avente clausola di non trasferibilità è stata depenalizzata. Ora costituisce un illecito civile, mentre la rilevanza penale permane solo per i titoli di credito trasmissibili per girata.

Cosa può fare chi subisce un danno da un assegno falso se non può ottenerne la confisca in sede penale?
La sentenza chiarisce che, in assenza di rilevanza penale, l’accertamento sulla falsità del documento e le relative conseguenze (come la restituzione di somme o il risarcimento) devono essere gestite promuovendo un’azione in sede civile. La via penale è preclusa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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