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Confisca allargata: annullata se manca la motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che confermava una confisca allargata su una somma di denaro. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione da parte del Tribunale del riesame riguardo ai presupposti specifici della misura, come la sproporzione tra i beni e il reddito del condannato. La Corte ha stabilito che un semplice rinvio a un precedente provvedimento di sequestro non è sufficiente a giustificare una misura ablativa così incisiva, ribadendo l’onere del giudice di esplicitare in modo dettagliato le ragioni di fatto e di diritto.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Allargata: la Cassazione ribadisce l’obbligo di motivazione

La confisca allargata, prevista dall’art. 240-bis del codice penale, è uno degli strumenti più potenti a disposizione dello Stato per contrastare l’accumulazione di ricchezza illecita. Tuttavia, la sua applicazione non può essere automatica o immotivata. Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale del riesame, riaffermando un principio fondamentale: ogni provvedimento ablativo deve essere supportato da una motivazione specifica e puntuale sui suoi presupposti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un sequestro preventivo di una somma di denaro, circa 44.000 euro, a carico di un soggetto indagato per reati legati agli stupefacenti. In primo grado, l’imputato veniva condannato per alcuni reati, mentre per un altro capo d’imputazione veniva assolto in appello. La Corte d’Appello, di conseguenza, revocava la confisca legata al reato per cui era intervenuta l’assoluzione.

Successivamente, l’interessato presentava istanza per la restituzione della somma ancora sotto sequestro. Il Tribunale del riesame, però, respingeva la richiesta. La sua decisione si basava sull’interpretazione che la sentenza di primo grado avesse già disposto una confisca allargata su tutti i beni sequestrati, inclusa la somma di denaro in questione, poiché l’imputato era stato comunque condannato per altri “reati spia”.

La Decisione della Cassazione sulla confisca allargata

La Corte di Cassazione, investita del ricorso, ha accolto le doglianze della difesa, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. Il fulcro della decisione risiede nella constatazione che il provvedimento del Tribunale del riesame era del tutto carente di motivazione. Secondo la Suprema Corte, il giudice non si era soffermato ad analizzare i presupposti fattuali necessari per l’applicazione della confisca allargata, limitandosi a un generico rinvio alla sentenza di primo grado. Questo approccio è stato giudicato illegittimo e lesivo del diritto di difesa.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che, per disporre la confisca allargata, non è sufficiente la semplice condanna per uno dei cosiddetti “reati spia”. È onere imprescindibile del giudice verificare e dare conto, nella motivazione del provvedimento, di due elementi cruciali:

1. La disponibilità dei beni: I beni da confiscare devono essere nella disponibilità, diretta o indiretta, del condannato.
2. La sproporzione: Il valore di tali beni deve essere sproporzionato rispetto al reddito dichiarato o all’attività economica svolta dal soggetto, e quest’ultimo non deve essere in grado di fornire una giustificazione credibile sulla loro provenienza.

Il Tribunale del riesame, nel caso di specie, non aveva svolto alcuna indagine su questi aspetti. Si era limitato a interpretare un passaggio generico del dispositivo della sentenza di primo grado come una statuizione implicita di confisca allargata, senza però che vi fosse una motivazione a supporto. Inoltre, la Cassazione ha precisato che è illegittimo riqualificare un sequestro preventivo ordinario (ex art. 321 c.p.p.) in un sequestro funzionale alla confisca allargata, poiché si tratta di misure con presupposti e finalità differenti, e una tale operazione comprometterebbe i diritti difensivi dell’interessato. Una motivazione che si limita a richiamare altri atti senza esplicitare il percorso logico-giuridico seguito è, secondo la Corte, una “motivazione apparente”, che equivale a un’assenza di motivazione e, come tale, vizia irrimediabilmente il provvedimento.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio cardine dello stato di diritto: le misure che incidono sulla proprietà privata, come la confisca, devono essere ancorate a presupposti di legge rigorosi e verificabili. Non sono ammesse scorciatoie o motivazioni implicite. Il giudice ha il dovere di condurre un’analisi approfondita e di esporre chiaramente le ragioni che giustificano il provvedimento ablativo. In assenza di una motivazione completa sui presupposti della sproporzione e sulla legittima provenienza dei beni, la confisca allargata non può essere disposta. La decisione rappresenta un importante monito per i giudici di merito a non trascurare mai l’onere motivazionale, a garanzia dei diritti fondamentali dell’individuo.

Quali sono i presupposti essenziali per applicare la confisca allargata?
Per applicare la confisca allargata, sono necessari due presupposti: la condanna per uno dei specifici “reati spia” previsti dalla legge e la dimostrazione che il valore dei beni nella disponibilità del condannato sia sproporzionato rispetto al suo reddito o alla sua attività economica, senza che vi sia una giustificazione credibile sulla loro provenienza.

Un giudice può disporre la confisca allargata semplicemente rinviando a una precedente sentenza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che è illegittimo disporre una confisca allargata con una motivazione carente che si limiti a rinviare a un precedente provvedimento. Il giudice ha l’onere di individuare e descrivere autonomamente i presupposti di fatto e di diritto della misura, in particolare il requisito della sproporzione.

È possibile per il Tribunale del riesame modificare la natura di un sequestro da preventivo a funzionale alla confisca allargata?
No. Secondo la sentenza, è illegittima la riqualificazione di un sequestro preventivo disposto ai sensi dell’art. 321 c.p.p. in un sequestro funzionale alla confisca allargata (ex art. 240-bis c.p.p.). Si tratta di misure di diversa natura e un tale cambiamento in corso di procedimento pregiudicherebbe il diritto di difesa dell’interessato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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