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Confisca allargata: annullata per mancanza di motivazione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo finalizzato alla confisca allargata di beni (due immobili e un’auto) nei confronti di un soggetto indagato per traffico di stupefacenti. La decisione è stata motivata dalla totale assenza di motivazione da parte del Tribunale del riesame riguardo a due punti cruciali sollevati dalla difesa: la giustificazione della provenienza lecita di alcuni beni tramite finanziamenti familiari e l’assenza di un nesso temporale ragionevole tra l’acquisto di un immobile e l’epoca del reato contestato. La Suprema Corte ha ribadito che il giudice del riesame ha l’obbligo di confutare specificamente le argomentazioni difensive, pena l’annullamento del provvedimento per violazione di legge.

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Pubblicato il 16 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca Allargata: Annullata per Mancanza di Motivazione sulla Sproporzione e sul Nesso Temporale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 239/2024) ha riaffermato un principio fondamentale nel diritto processuale penale: l’obbligo del giudice di motivare adeguatamente i propri provvedimenti, specialmente quando si tratta di misure invasive come il sequestro finalizzato alla confisca allargata. Questo caso offre spunti cruciali sull’importanza di una valutazione completa delle prove difensive e sul criterio della ragionevolezza temporale.

I fatti del caso: Sequestro per sproporzione e ricorso in Cassazione

Il Tribunale di Nuoro aveva disposto un sequestro preventivo su due immobili e un’autovettura di lusso, ritenuti nella disponibilità effettiva di un soggetto indagato per un grave reato di traffico di stupefacenti. La misura era finalizzata alla cosiddetta confisca allargata, uno strumento che permette di aggredire i patrimoni di origine illecita quando vi è una manifesta sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati.

L’indagato, tramite il suo legale, ha presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del Tribunale del riesame che aveva confermato il sequestro. La difesa ha lamentato una violazione di legge, in particolare per mancanza di motivazione su punti decisivi.

I motivi del ricorso: Mancanza di motivazione e nesso temporale

Il ricorso si fondava su due argomenti principali:

1. Mancata valutazione delle prove sulla proporzionalità: La difesa aveva prodotto documentazione, inclusa una perizia di stima e contratti di finanziamento, per dimostrare che l’acquisto di un immobile e dell’auto era stato possibile grazie a un cospicuo aiuto economico dei genitori dell’indagato. Il Tribunale, secondo il ricorrente, aveva ignorato tali prove, non confutando la presunzione di lecita provenienza.
2. Assenza del nesso temporale: Per uno degli immobili sequestrati, era stata fornita una scrittura privata che ne attestava la disponibilità all’indagato già dal 2013, ovvero ben otto anni prima del fatto delittuoso contestato (avvenuto nel 2021). Anche questo elemento, cruciale per escludere il bene dalla presunzione di illecita accumulazione, non era stato adeguatamente considerato dal giudice del riesame.

La decisione della Cassazione sulla confisca allargata

La Suprema Corte ha accolto entrambi i motivi del ricorso, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. La decisione si basa su principi consolidati in materia di misure cautelari reali e, in particolare, di confisca allargata.

La mancata valutazione delle prove difensive

La Corte ha stabilito che il Tribunale del riesame è tenuto a fornire una motivazione adeguata che confuti specificamente le censure e le prove presentate dalla difesa. Nel caso di specie, il Tribunale non aveva spiegato perché i tre contratti di finanziamento, stipulati dai genitori dell’indagato, non fossero idonei a giustificare l’acquisto dei beni. Allo stesso modo, aveva liquidato la perizia di stima prodotta dalla difesa con una frase generica, senza entrare nel merito e senza una disamina specifica. Questo comportamento integra una “motivazione apparente”, che equivale a una violazione di legge.

Il criterio della ragionevolezza temporale nella confisca allargata

Ancora più netto è stato il giudizio sul secondo motivo. La Cassazione ha ribadito che la presunzione di illegittima acquisizione dei beni, su cui si fonda la confisca allargata, deve essere circoscritta in un ambito di “ragionevolezza temporale”. Non si possono aggredire beni acquistati in un’epoca eccessivamente antecedente alla commissione del reato presupposto. Il giudice ha il dovere di motivare su questo punto, soprattutto quando la difesa solleva una specifica obiezione, come avvenuto nel caso dell’immobile del 2013. L’omissione totale di questa valutazione ha reso l’ordinanza illegittima.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si radicano nel principio costituzionale dell’obbligo di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali. In tema di misure cautelari reali, che incidono pesantemente sui diritti patrimoniali, tale obbligo diventa ancora più stringente. Un giudice non può limitarsi ad affermare la sussistenza dei presupposti per il sequestro, ma deve dare conto del percorso logico-giuridico seguito, confrontandosi attivamente con gli argomenti e le prove fornite dalla difesa. Ignorare tali elementi o liquidarli con formule di stile equivale a non motivare, e quindi a violare la legge. La sentenza riafferma che il processo cautelare non è un giudizio sommario, ma richiede una valutazione ponderata di tutti gli elementi a disposizione, seppur nei limiti della fase procedimentale.

Le conclusioni

In conclusione, questa pronuncia è un importante monito per i giudici del riesame: di fronte a un ricorso che contesta una misura di sequestro, è necessario un esame approfondito e una motivazione puntuale che non lasci zone d’ombra. Per la difesa, conferma l’importanza di strutturare ricorsi ben argomentati, supportati da prove documentali concrete (perizie, contratti, ecc.), capaci di mettere in luce le eventuali carenze motivazionali del provvedimento impugnato. La confisca allargata resta uno strumento potente, ma il suo utilizzo deve essere sempre bilanciato dal rigoroso rispetto delle garanzie procedurali e del diritto di difesa.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato il sequestro finalizzato alla confisca allargata?
La Corte ha annullato il sequestro perché il Tribunale del riesame non ha fornito una motivazione adeguata e specifica in risposta ai rilievi della difesa. In particolare, ha omesso di valutare le prove sulla lecita provenienza di alcuni beni e di considerare il lungo lasso di tempo tra l’acquisto di un immobile e il reato contestato.

Cosa significa ‘mancanza di motivazione’ in una misura cautelare reale?
Significa che il giudice non ha spiegato in modo sufficiente le ragioni di fatto e di diritto che giustificano il sequestro. Secondo la Cassazione, rientrano in questa categoria non solo l’assenza totale di motivazione, ma anche una ‘motivazione apparente’, ovvero generica e non collegata al caso specifico, che non si confronta con le argomentazioni della difesa.

Qual è l’importanza del criterio di ‘ragionevolezza temporale’ nella confisca allargata?
È un criterio fondamentale per cui la presunzione che i beni siano frutto di attività illecite non può estendersi a beni acquistati in un’epoca troppo distante e antecedente al reato per cui si procede. Il giudice deve verificare e motivare l’esistenza di un collegamento temporale logico, altrimenti il sequestro di beni molto ‘vecchi’ risulterebbe illegittimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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