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Confisca a terzi: quando il bene è del terzo

La Corte di Cassazione conferma la confisca di un immobile acquistato con proventi illeciti e intestato fittiziamente a un terzo. Anche se il terzo è stato assolto dal reato di riciclaggio per mancanza di dolo, la confisca a terzi è legittima se non viene provata la sua completa estraneità e buona fede. La Corte ha stabilito che aver tratto vantaggio dall’attività criminosa e la mancata adozione della dovuta diligenza per verificare l’origine dei fondi escludono la qualifica di ‘terzo estraneo al reato’, rendendo il bene aggredibile.

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Pubblicato il 8 agosto 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Confisca a terzi: Quando l’intestazione fittizia non salva l’immobile

La confisca a terzi di beni di provenienza illecita è un tema delicato, che si complica quando il bene è intestato a una persona assolta dai reati connessi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito i confini tra l’assoluzione per mancanza di dolo e la condizione di ‘terzo estraneo’ necessaria per evitare la confisca. Vediamo come la Suprema Corte ha stabilito che beneficiare di un’attività criminale, anche senza piena consapevolezza, può costare la proprietà del bene.

Il Caso: Villa Intestata e Confisca per Reati Fiscali

La vicenda giudiziaria nasce dalla condanna di un uomo per reati di truffa e frode fiscale. Nel corso del procedimento, era stata disposta la confisca di una villa di lusso acquistata con i proventi di tali attività illecite. La particolarità del caso risiedeva nel fatto che l’immobile era formalmente intestato alla sua convivente.

La donna, nel procedimento penale principale, era stata assolta dall’accusa di riciclaggio per ‘difetto di dolo’, ovvero non era stata raggiunta la prova della sua piena consapevolezza e volontà di partecipare all’attività di ‘pulizia’ del denaro sporco. Forte di questa assoluzione, si era opposta alla confisca, sostenendo di essere la legittima proprietaria e di essere in buona fede.

Tuttavia, sia il Giudice dell’Esecuzione che, in seguito, la Corte di Cassazione, hanno respinto la sua opposizione, confermando la confisca dell’immobile.

La Decisione della Cassazione sulla Confisca a Terzi

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso della donna, affermando che l’intestazione del bene era meramente fittizia. L’acquisto era stato interamente finanziato con il denaro del convivente, provento dei suoi reati. L’assoluzione dal riciclaggio, hanno spiegato i giudici, non è sufficiente a qualificare la donna come ‘persona estranea al reato’, unico caso in cui la confisca può essere evitata.

La Corte ha sottolineato che per essere considerato ‘terzo estraneo’, un soggetto non solo non deve aver concorso al reato, ma non deve nemmeno aver tratto vantaggio dall’attività criminosa e deve aver agito in ‘buona fede’.

Le Motivazioni: La Differenza tra Assoluzione e ‘Persona Estranea’

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra il dolo necessario per una condanna penale e la buona fede richiesta per tutelare la proprietà di un terzo dalla confisca. L’assoluzione per difetto di dolo significa che non si è provata l’intenzione criminale. Tuttavia, ciò non esclude che il terzo abbia agito con negligenza o che abbia comunque tratto un vantaggio oggettivo dalla situazione.

Nel caso specifico, i giudici hanno evidenziato diversi elementi che escludevano la buona fede della ricorrente:

1. Vantaggio Oggettivo: La donna aveva indubbiamente tratto un vantaggio dall’attività criminale del compagno, diventando proprietaria di una villa di pregio.
2. Mancanza di Diligenza: Le modalità di pagamento dell’immobile erano anomale (una pluralità di assegni riconducibili a diverse persone fisiche e giuridiche legate al condannato). Questa circostanza avrebbe dovuto insospettirla e spingerla a esercitare una maggiore diligenza per accertare la provenienza del denaro. La ‘buona fede’ che salva dalla confisca non è mera ignoranza, ma l’impossibilità di conoscere la provenienza illecita pur usando la prudenza richiesta dalla situazione concreta.
3. Intestazione Fittizia: Il fatto che la donna avesse ceduto al convivente un suo immobile di valore inferiore in cambio dell’intestazione della villa è stato interpretato non come un contributo all’acquisto, ma come un’ulteriore prova che l’operazione era stata orchestrata e finanziata interamente dal condannato, che rimaneva il reale ‘dominus’ del bene.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la tutela del terzo intestatario di un bene di provenienza illecita non è assoluta. L’assoluzione da un reato come il riciclaggio non costituisce uno scudo automatico contro la confisca. La legge mira a colpire i patrimoni illeciti ovunque essi si trovino. Chi riceve beni di valore, specialmente in contesti che presentano anomalie (come amicizie o parentele con soggetti a rischio, o modalità di transazione sospette), ha l’onere di agire con la massima diligenza. Per evitare la confisca, il terzo deve dimostrare non solo di non aver voluto commettere un reato, ma di essere stato completamente estraneo ai vantaggi dell’attività criminale e di aver tenuto una condotta prudente e irreprensibile, tale da non potersi ragionevolmente rendere conto della provenienza illecita dei fondi.

L’assoluzione dal reato di riciclaggio impedisce la confisca del bene intestato a un terzo?
No. La sentenza chiarisce che l’assoluzione per difetto di dolo non è sufficiente a qualificare il soggetto come ‘persona estranea al reato’. Per evitare la confisca, il terzo deve dimostrare di non aver tratto alcun vantaggio dall’attività criminosa e di aver agito in buona fede, intesa come l’impossibilità di conoscere l’origine illecita dei fondi pur usando la normale diligenza.

Cosa si intende per ‘persona estranea al reato’ ai fini della confisca?
Secondo la Corte, è il soggetto che cumulativamente: non ha concorso alla commissione del reato, non ha tratto vantaggio dall’altrui attività criminosa e ha agito in buona fede, mantenendo una condotta diligente e accorta rispetto all’origine dei beni.

Come viene valutata la buona fede del terzo intestatario in un caso di confisca?
La buona fede viene valutata in concreto, esaminando se il terzo, usando la diligenza richiesta dalla situazione (es. di fronte a modalità di pagamento anomale), avrebbe potuto e dovuto sospettare dell’origine illecita dei fondi. Il semplice fatto di aver ottenuto un vantaggio economico, come l’intestazione di un immobile, è un forte indizio che gioca contro la sussistenza della buona fede.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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