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Condotte riparatorie: risarcimento non è solo indennizzo

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per furto basata sull’istituto delle condotte riparatorie. Il giudice di primo grado aveva ritenuto congrua un’offerta di risarcimento di poco superiore al valore della merce sottratta (€ 774,60). La Cassazione ha stabilito che la valutazione della congruità deve considerare l’intero danno subito dalla vittima, inclusi danni ulteriori (come un trolley danneggiato), e non può limitarsi a un calcolo meramente indennitario. La motivazione del tribunale è stata giudicata apparente per non aver spiegato perché il risarcimento dovesse limitarsi al solo valore dei beni.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Condotte Riparatorie: Il Risarcimento Deve Essere Integrale, Non un Semplice Indennizzo

L’istituto delle condotte riparatorie, introdotto dall’art. 162-ter del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale. Tuttavia, la sua applicazione richiede un’attenta valutazione da parte del giudice, come dimostra una recente sentenza della Corte di Cassazione. Il caso in esame chiarisce che per estinguere un reato non è sufficiente un risarcimento pari al valore della merce sottratta, ma è necessaria una riparazione completa di tutti i danni subiti dalla vittima.

I Fatti di Causa: Un Furto in Supermercato e l’Offerta di Risarcimento

Il caso trae origine da un furto di 14 flaconi di profumo, per un valore totale di 774,60 Euro, commesso in un supermercato. L’imputata, per ottenere l’estinzione del reato, aveva offerto la somma di 800,00 Euro a titolo di risarcimento. Il Tribunale di primo grado, ritenendo l’offerta congrua, aveva dichiarato non doversi procedere, estinguendo il reato per intervenute condotte riparatorie.

Tuttavia, il Procuratore Generale ha impugnato questa decisione, sostenendo che la valutazione del Tribunale fosse errata. Il risarcimento, infatti, si limitava a coprire il valore della merce sottratta, trascurando un ulteriore danno subito dal supermercato: il danneggiamento di un trolley che l’imputata aveva utilizzato come scalino per raggiungere i prodotti.

L’Estinzione del Reato per Condotte Riparatorie e il Criterio della Congruità

L’art. 162-ter del codice penale prevede la possibilità di estinguere alcuni reati procedibili a querela attraverso la riparazione integrale del danno. Questo significa che l’imputato deve eliminare completamente le conseguenze dannose del suo gesto, sia attraverso la restituzione dei beni sottratti, sia tramite un risarcimento economico.

Il punto cruciale, su cui si è concentrata la Corte di Cassazione, è il concetto di “congruità” del risarcimento. Non si tratta di un mero calcolo matematico basato sul valore del bene, ma di una valutazione complessiva che deve tenere conto di ogni pregiudizio, patrimoniale e non, subito dalla persona offesa. La finalità della norma è quella di garantire una piena soddisfazione della vittima, non solo un indennizzo parziale.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Risarcimento Era Insufficiente

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore Generale, annullando la sentenza di proscioglimento. Secondo i giudici, la motivazione del Tribunale era “del tutto apparente”. Il giudice di primo grado, infatti, si era limitato a confrontare il valore della merce rubata con la somma offerta, senza spiegare perché il danno dovesse considerarsi esaurito in quella cifra. Non aveva preso in considerazione il danno ulteriore, rappresentato dal trolley danneggiato, né aveva giustificato perché questo non dovesse essere incluso nel risarcimento.

La Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: le condotte riparatorie devono incrementare la sfera economica e giuridica della persona offesa, andando oltre la semplice restituzione del bene sottratto. Il risarcimento deve essere “integrale” e “satisfattivo”, coprendo tutte le conseguenze negative derivanti dal reato. Un approccio puramente indennitario, che si limita a pareggiare la perdita economica immediata, tradisce lo scopo della norma.

Conclusioni: L’Importanza di una Valutazione Completa del Danno

Questa sentenza rafforza l’idea che l’estinzione del reato per condotte riparatorie non è un automatismo. Richiede un’analisi rigorosa da parte del giudice, che deve verificare l’effettiva e integrale riparazione del pregiudizio. Per gli imputati che intendono avvalersi di questo istituto, diventa essenziale considerare ogni possibile voce di danno causata alla vittima, al fine di formulare un’offerta che possa essere ritenuta realmente congrua e satisfattiva. Per le vittime, la decisione conferma il diritto a ottenere un ristoro completo, che non si limiti al solo valore dei beni persi.

Cosa si intende per condotte riparatorie ai fini dell’estinzione del reato?
Per condotte riparatorie si intendono azioni come la restituzione integrale e il risarcimento del danno che, se completate prima del giudizio, possono portare all’estinzione di alcuni reati. La riparazione deve essere totale e soddisfare pienamente la persona offesa.

È sufficiente restituire il valore economico dei beni rubati per ottenere l’estinzione del reato?
No. La sentenza chiarisce che non basta un risarcimento basato su una logica puramente indennitaria, ovvero pari al valore dei beni sottratti. È necessario risarcire l’intero danno cagionato, comprese eventuali conseguenze ulteriori, come il danneggiamento di altri oggetti.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale?
La Corte ha annullato la decisione perché la motivazione del Tribunale era “apparente”. Il giudice di primo grado non aveva spiegato le ragioni per cui il risarcimento offerto dovesse essere considerato congruo, omettendo di valutare tutti i danni subiti dalla vittima, come il danneggiamento di un trolley, e limitandosi a un confronto tra il valore della merce e la somma offerta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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