LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Condotte Riparatorie: quando il risarcimento è congruo?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per furto basata su condotte riparatorie. La Corte ha stabilito che la valutazione della congruità del risarcimento non può essere superficiale, ma deve considerare l’intero danno subito dalla vittima, inclusi i disagi non patrimoniali. Il silenzio della persona offesa non è sufficiente a dimostrare l’adeguatezza dell’offerta, spettando al giudice una valutazione autonoma e motivata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Condotte Riparatorie: Il Risarcimento Deve Essere Congruo, non solo Offerto

L’istituto delle condotte riparatorie, introdotto dall’articolo 162-ter del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale e di giustizia sostanziale. Esso permette di estinguere alcuni reati se l’imputato risarcisce integralmente il danno. Ma cosa significa “integralmente”? E quando un’offerta può essere considerata “congrua”? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questi aspetti, sottolineando che la valutazione del giudice non può essere superficiale, ma deve fondarsi su un’analisi concreta e completa del pregiudizio subito dalla vittima.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un procedimento per furto con destrezza a carico di due imputate. Queste avevano sottratto le borse a due diverse persone, contenenti denaro, documenti e carte di credito. In primo grado, il Tribunale aveva dichiarato il non doversi procedere, ritenendo il reato estinto per intervenute condotte riparatorie. Le imputate avevano infatti offerto delle somme di denaro (400 euro a una vittima e 200 all’altra) a titolo di risarcimento, e il giudice le aveva considerate congrue.

Il Ricorso e la Questione Giuridica

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. Il motivo del ricorso era chiaro: la sentenza del Tribunale era viziata da un’erronea applicazione della legge e da un difetto di motivazione. Secondo il ricorrente, il giudice di merito non aveva spiegato in base a quali elementi concreti avesse ritenuto adeguate le somme offerte. In particolare, non aveva considerato che il danno non si limitava al denaro sottratto, ma includeva anche il disagio e i costi necessari per bloccare le carte di pagamento e ottenere nuovi documenti.

Le Condotte Riparatorie e la Valutazione del Giudice

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo giudizio. La decisione si fonda su un principio fondamentale: la valutazione sulla congruità del risarcimento è un compito specifico del giudice, che non può essere delegato alla volontà delle parti o basato su considerazioni generiche.

Il Danno Oltre la Perdita Economica

La Suprema Corte ha evidenziato come la motivazione del Tribunale fosse “meramente apparente”. Il semplice riferimento alla “natura e alla concreta gravità dei fatti di reato” non è sufficiente. Il giudice avrebbe dovuto considerare l’intero pregiudizio subito dalle vittime, che va oltre la mera perdita economica. Il disagio di dover bloccare le proprie carte, la perdita di tempo per denunciare il furto e richiedere nuovi documenti rappresentano un danno effettivo che deve essere ristorato. L’offerta economica deve quindi tenere conto anche di questi aspetti per essere considerata realmente satisfattiva.

L’Autonomia del Giudice rispetto alla Volontà della Vittima

Un altro punto cruciale della sentenza riguarda il ruolo del silenzio o dell’accettazione da parte della persona offesa. La Cassazione ribadisce un orientamento consolidato: il consenso della vittima non rende automaticamente congrua l’offerta. Il giudice mantiene un potere-dovere di valutazione autonoma. Questa regola è posta a tutela delle parti deboli, che potrebbero essere indotte ad accettare risarcimenti insufficienti per svariate ragioni, anche a seguito di pressioni esterne. La finalità delle condotte riparatorie non è solo chiudere un processo, ma assicurare che il danno sia stato effettivamente e interamente riparato in modo spontaneo e non coartato.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata fosse inadeguata perché non esplicitava i criteri utilizzati per giudicare congruo il risarcimento. Il giudice di merito ha omesso di considerare la totalità del danno, che comprende non solo la perdita patrimoniale diretta (il denaro rubato), ma anche le conseguenze indirette, come la necessità per le vittime di sobbarcarsi l’onere di bloccare carte di credito e richiedere nuovi documenti. La valutazione della congruità, pertanto, non può prescindere da un’analisi di tutti gli aspetti del pregiudizio. Inoltre, la Corte ha sottolineato che il silenzio delle persone offese riguardo all’offerta non ha valore decisivo, poiché spetta al giudice un sindacato autonomo sull’adeguatezza della riparazione, come garanzia di una giustizia sostanziale e a protezione della vittima.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza è stata annullata con rinvio al Tribunale per un nuovo esame. Questa decisione rafforza il principio secondo cui l’applicazione dell’istituto delle condotte riparatorie richiede un rigoroso scrutinio da parte del giudice. Non basta una semplice offerta economica; è necessaria una riparazione integrale, spontanea e non coartata, la cui congruità deve essere valutata sulla base di una motivazione concreta e dettagliata, che tenga conto di ogni aspetto del danno, patrimoniale e non, subito dalla vittima. La giustizia riparativa, per essere efficace, esige sostanza, non solo forma.

Il silenzio o l’accettazione della persona offesa rendono automaticamente congrua un’offerta di risarcimento per estinguere il reato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il giudice ha il dovere di valutare autonomamente la congruità del risarcimento. L’opinione della persona offesa non è vincolante, poiché il giudice deve garantire una riparazione integrale del danno e tutelare le parti più deboli.

Per valutare la congruità del risarcimento nelle condotte riparatorie, si deve considerare solo il valore economico dei beni sottratti?
No. La sentenza specifica che la valutazione deve includere tutti i danni subiti dalla vittima, compresi quelli non immediatamente patrimoniali, come il disagio e i costi per bloccare carte di credito e ottenere nuovi documenti d’identità.

Cosa succede se un giudice non spiega in modo dettagliato perché considera congrua un’offerta di risarcimento?
Se la motivazione del giudice è meramente apparente, cioè non indica i criteri concreti usati per la valutazione, la sentenza può essere annullata dalla Corte di Cassazione, come accaduto in questo caso. Il provvedimento viene rinviato a un altro giudice per un nuovo esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati