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Condotta riparatoria tardiva: reato non estinto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per lesioni personali. La Corte ha stabilito che la condotta riparatoria, per essere efficace ai fini dell’estinzione del reato, deve avvenire entro il termine perentorio dell’udienza di comparizione davanti al Giudice di Pace. Un’offerta presentata tardivamente è inefficace, confermando così la condanna.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Condotta Riparatoria Tardiva: la Cassazione Conferma la Non Estinzione del Reato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale nel procedimento penale davanti al Giudice di Pace: la tempestività della condotta riparatoria è cruciale per ottenere l’estinzione del reato. Quando l’offerta di risarcimento arriva fuori tempo massimo, perde la sua efficacia estintiva, anche se presentata prima della sentenza finale. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una condanna per il reato di lesioni personali (art. 582 c.p.), emessa inizialmente dal Giudice di Pace e successivamente confermata dal Tribunale. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la mancata dichiarazione di estinzione del reato a seguito della sua condotta riparatoria, prevista dall’art. 35 del D.Lgs. n. 274/2000.

Nello specifico, l’imputato aveva presentato un’offerta di risarcimento del danno alla persona offesa. Tuttavia, questa offerta era stata formalizzata solo il 22 gennaio 2020, durante la quarta udienza del processo, ben dopo che la persona offesa si era già costituita parte civile (il 25 novembre 2019) e, soprattutto, dopo la prima udienza di comparizione.

La Tempistica della Condotta Riparatoria secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su un punto cardine della procedura davanti al Giudice di Pace: il termine per la riparazione del danno ha natura perentoria.

Citando la propria giurisprudenza consolidata, la Corte ha spiegato che la condotta riparatoria deve avvenire entro e non oltre l’udienza di comparizione. Questo termine è stabilito per garantire che il tentativo di conciliazione e riparazione avvenga nelle fasi iniziali del processo, come voluto dal legislatore per favorire una rapida definizione delle controversie minori. Presentare un’istanza e un’offerta risarcitoria tardivamente, come avvenuto nel caso di specie, vanifica questo obiettivo e rende l’atto inefficace ai fini dell’estinzione del reato.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono chiare e si articolano su due livelli.

In primo luogo, il profilo procedurale. Il termine previsto dall’art. 29 del D.Lgs. 274/2000 per la comparizione delle parti è il momento ultimo entro cui l’imputato può attivarsi per la riparazione del danno. L’offerta presentata dall’imputato alla quarta udienza era, quindi, palesemente tardiva. La perentorietà del termine non lascia spazio a interpretazioni: una volta superato, la possibilità di estinguere il reato tramite questa via è preclusa.

In secondo luogo, la Corte osserva un aspetto sostanziale. Anche a voler superare il vizio procedurale, l’offerta di risarcimento era stata giudicata incongrua dalla parte civile e ritenuta non astrattamente idonea a integrare i presupposti della causa estintiva già nei giudizi di primo e secondo grado. Questo significa che, anche se fosse stata tempestiva, l’offerta probabilmente non avrebbe comunque raggiunto l’obiettivo sperato, mancando dei requisiti di adeguatezza.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un principio di certezza del diritto nei procedimenti davanti al Giudice di Pace. Chi intende avvalersi dell’istituto della condotta riparatoria per estinguere il reato deve agire con estrema tempestività, attivandosi prima o al massimo durante la prima udienza di comparizione. Qualsiasi tentativo successivo sarà considerato tardivo e inefficace. Questa ordinanza serve da monito: nel processo penale, il rispetto dei termini procedurali non è una mera formalità, ma un requisito essenziale per poter esercitare i propri diritti.

Entro quale momento deve essere attuata la condotta riparatoria nel procedimento davanti al Giudice di Pace per essere efficace?
Secondo la Corte di Cassazione, la condotta riparatoria deve avvenire entro il termine perentorio dell’udienza di comparizione, come previsto dall’art. 29 del D.Lgs. n. 274 del 2000.

Cosa succede se l’offerta di risarcimento del danno viene presentata dopo l’udienza di comparizione?
Se l’offerta viene presentata tardivamente, cioè dopo l’udienza di comparizione, essa è inefficace e non può determinare l’estinzione del reato, poiché il termine per adempiere ha natura perentoria.

L’adeguatezza dell’offerta riparatoria ha un ruolo nella decisione del giudice?
Sì, anche se in questo caso l’inammissibilità è stata dichiarata per la tardività, la Corte ha sottolineato che nei gradi precedenti l’offerta era stata comunque valutata come non idonea a integrare i presupposti della causa estintiva, indicando che anche il merito dell’offerta è soggetto a valutazione giudiziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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