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Condotta riparatoria: offerta informale non basta

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per un reato di tentato furto. Il Tribunale aveva dichiarato il reato estinto per intervenuta condotta riparatoria, basandosi su un’offerta di risarcimento informale da parte dell’imputato. La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Procuratore, stabilendo che la legge richiede un risarcimento effettivo o una formale “offerta reale” secondo le norme del codice civile. Un semplice tentativo di contatto con la vittima non è sufficiente per integrare la condotta riparatoria e determinare l’estinzione del reato.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Condotta Riparatoria: L’Offerta Informale non Estingue il Reato

L’istituto della condotta riparatoria, introdotto dall’articolo 162-ter del codice penale, rappresenta un’importante causa di estinzione del reato, ma la sua applicazione richiede il rispetto di precisi requisiti formali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito che un’offerta di risarcimento meramente informale non è sufficiente a integrare tale istituto, essendo invece necessaria un’offerta reale secondo le norme del codice civile. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: Un Tentativo di Risarcimento Insufficiente

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Firenze, che aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di un imputato per il reato di tentato furto. Il giudice di primo grado aveva ritenuto che il reato si fosse estinto per intervenuta condotta riparatoria. La difesa dell’imputato, infatti, aveva tentato di mettersi in contatto con la persona offesa per procedere al pagamento di una somma a titolo di risarcimento del danno, chiedendo i dati necessari per un bonifico bancario. Il Tribunale aveva considerato questo tentativo come una valida condotta riparatoria.

Il Ricorso del Procuratore e la corretta applicazione della condotta riparatoria

Contro tale decisione, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze ha proposto ricorso per cassazione, lamentando l’erronea applicazione dell’art. 162-ter del codice penale. Secondo l’accusa, il Tribunale aveva sbagliato nel ritenere sufficiente una mera offerta informale. La norma, infatti, per determinare l’effetto estintivo del reato, richiede alternativamente l’integrale risarcimento del danno oppure un’offerta reale, formulata secondo le precise disposizioni degli articoli 1208 e seguenti del codice civile. Un semplice tentativo di contatto, per quanto lodevole, non rispetta tali formalità.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore. I giudici supremi hanno chiarito che il dato letterale dell’art. 162-ter c.p. è inequivocabile: l’estinzione del reato può conseguire solo a un effettivo risarcimento o a un’effettiva “offerta reale”.

L’offerta reale è un istituto del diritto civile che prevede una procedura formale, svolta tramite un pubblico ufficiale, per mettere il creditore in condizione di ricevere la prestazione. Questa formalità garantisce la serietà e la concretezza dell’offerta, distinguendola da semplici proposte o tentativi informali. Nel caso di specie, il tentativo della difesa di ottenere i dati bancari per un bonifico non rientra in questa categoria e, pertanto, non può produrre l’effetto estintivo del reato previsto per la condotta riparatoria.

La Corte ha inoltre affrontato un interessante punto procedurale. La sentenza impugnata era stata emessa dopo l’entrata in vigore della legge n. 114/2024, che ha limitato la facoltà di appello del pubblico ministero contro le sentenze di proscioglimento per alcuni reati. In base al principio tempus regit actum (la legge applicabile è quella in vigore al momento dell’atto), il Procuratore non poteva appellare la decisione, ma solo ricorrere direttamente in Cassazione. Per questo motivo, la Corte ha annullato la sentenza con rinvio non alla Corte d’Appello, ma direttamente al Tribunale che l’aveva emessa, per un nuovo giudizio.

Le Conclusioni

La sentenza in commento offre un’importante lezione pratica: chi intende avvalersi dell’istituto della condotta riparatoria deve agire con rigore formale. Non è sufficiente manifestare la volontà di risarcire il danno, ma è necessario procedere o al pagamento integrale oppure, in caso di difficoltà, a un’offerta reale secondo le norme civilistiche. Questa pronuncia rafforza la certezza del diritto, sottolineando che le cause di estinzione del reato devono essere ancorate a presupposti oggettivi e legalmente definiti, evitando interpretazioni estensive che potrebbero snaturarne la funzione.

Un semplice tentativo di contattare la vittima per risarcire il danno è sufficiente per la condotta riparatoria?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che un’offerta informale non è sufficiente. Per l’estinzione del reato è necessario un risarcimento effettivo o un’offerta reale, formalizzata secondo le norme del codice civile (artt. 1208 e ss.).

Cos’è un’offerta reale e perché è necessaria?
L’offerta reale è una procedura formale con cui si offre la somma dovuta tramite un pubblico ufficiale. Secondo la sentenza, è necessaria perché l’articolo 162-ter del codice penale la richiede esplicitamente per garantire la serietà e l’effettività della proposta di risarcimento, determinando l’effetto estintivo del reato.

Perché la Cassazione ha rinviato il caso al Tribunale e non alla Corte d’Appello?
A causa di una modifica legislativa (legge n. 114/2024), entrata in vigore prima della sentenza impugnata, il pubblico ministero non poteva più appellare le sentenze di proscioglimento per questo tipo di reato. L’unico rimedio era il ricorso diretto in Cassazione. Di conseguenza, annullata la sentenza, il nuovo giudizio deve svolgersi davanti allo stesso giudice che ha emesso la decisione (il Tribunale), non al giudice d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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