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Condono edilizio e sequestro: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che aveva dichiarato inammissibile una richiesta di revoca di una demolizione. Il caso verteva su un’istanza di condono edilizio del 1993, mai esaminata in precedenza. La Corte ha stabilito che la presenza di un sequestro penale sull’immobile non preclude la possibilità di ottenere il condono per opere non ultimate, rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione nel merito.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Condono Edilizio e Sequestro Penale: La Cassazione Apre a Nuove Valutazioni

Una recente sentenza della Corte di Cassazione riapre un caso di abusivismo, stabilendo un principio fondamentale in materia di condono edilizio per immobili non ultimati a causa di un sequestro penale. La Suprema Corte ha annullato l’ordinanza di un giudice dell’esecuzione che aveva frettolosamente archiviato come inammissibile l’istanza del nuovo proprietario, basata su una domanda di condono presentata decenni prima e mai valutata.

I Fatti: Demolizione Ordinata, Condono Ignorato

La vicenda ha origine da un ordine di demolizione per un immobile abusivo, emesso a seguito di una condanna penale del 1997 nei confronti del precedente proprietario. L’attuale proprietario, nel tentativo di salvare l’edificio, ha avviato un incidente di esecuzione per ottenere la revoca di tale ordine. La sua difesa si basava su un elemento nuovo e decisivo: una domanda di condono edilizio presentata già nel 1993 dal costruttore originario. Questa domanda, completa di relazione tecnica, attestava la regolarità e la condonabilità dell’opera. Un dettaglio cruciale era che l’immobile non era stato completato entro la data limite per il condono (31 dicembre 1993) proprio perché il cantiere era stato posto sotto sequestro penale. Nonostante ciò, la Corte d’Appello aveva dichiarato l’istanza inammissibile, considerandola una semplice riproposizione di una precedente richiesta già respinta.

La Questione Giuridica sul Condono Edilizio

Il cuore della controversia legale risiede nella possibilità di ottenere un condono edilizio per un’opera non ultimata a causa di un provvedimento dell’autorità giudiziaria. La difesa sosteneva che l’istanza non era una mera ripetizione, ma si fondava su nuova documentazione (la domanda di condono del 1993) che non era mai stata esaminata né nel giudizio di cognizione né nel precedente incidente di esecuzione. L’argomentazione chiave è che il sequestro, impedendo di fatto la conclusione dei lavori, non può trasformarsi in un ostacolo insormontabile per la sanatoria, se l’opera possedeva i requisiti per essere condonata.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, censurando la decisione della Corte d’Appello. I giudici supremi hanno chiarito che l’ordinanza impugnata ha errato nel non affrontare il tema centrale: la condonabilità delle opere non ultimate a causa del sequestro penale. La legge sul condono edilizio (in particolare l’art. 43 della Legge n. 47 del 1985) prevede una norma di favore per le opere non terminate a causa di “provvedimenti amministrativi o giurisdizionali”. La Cassazione ha affermato che il sequestro disposto dal giudice penale rientra a pieno titolo in questa categoria. Pertanto, il sequestro non impedisce il condono, ma, al contrario, giustifica il mancato completamento dei lavori entro i termini di legge. Impedire l’ultimazione delle opere entro il tempo utile non preclude la possibilità di ottenere la sanatoria, a condizione che le opere siano conformi ai requisiti previsti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione ha importanti conseguenze pratiche. Annullando l’ordinanza e rinviando il caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame, la Cassazione impone una valutazione di merito sulla domanda di condono del 1993. Il giudice dovrà ora verificare se, al momento del sequestro, l’immobile avesse le caratteristiche per essere condonato. Questa sentenza rafforza il principio secondo cui un provvedimento cautelare come il sequestro non deve pregiudicare irrimediabilmente la posizione del cittadino che intende avvalersi di una legge di sanatoria. Si afferma, in sostanza, che la giustizia non può creare essa stessa l’impedimento per poi negare un diritto previsto dalla legge.

È possibile presentare una nuova istanza per bloccare una demolizione se una precedente è stata rigettata?
Sì, è possibile se la nuova istanza si basa su nuova documentazione che non è stata conosciuta né valutata in precedenza dal giudice, come nel caso di una domanda di condono mai esaminata.

Il sequestro penale di un cantiere impedisce di ottenere il condono edilizio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il sequestro penale rientra tra i provvedimenti giurisdizionali che, impedendo l’ultimazione dei lavori, non precludono la possibilità di ottenere il condono per l’opera, purché questa fosse condonabile.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione annulla un’ordinanza con rinvio?
L’ordinanza impugnata viene annullata e la questione viene rimandata allo stesso giudice che l’aveva emessa (in questo caso la Corte di Appello), il quale dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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