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Condizione di procedibilità furto: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato a causa di una modifica legislativa. La Riforma Cartabia ha introdotto una nuova condizione di procedibilità, richiedendo la querela della persona offesa per procedere. Nel caso specifico, era stata presentata solo una denuncia, priva della volontà di punire. Poiché la querela non è mai stata sporta, l’azione penale non poteva essere proseguita, portando all’annullamento definitivo della sentenza.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Condizione di Procedibilità per Furto: la Cassazione Annulla una Condanna dopo la Riforma Cartabia

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito l’impatto significativo della Riforma Cartabia sul diritto penale, in particolare riguardo alla condizione di procedibilità per il reato di furto. Con la sentenza n. 2920 del 2024, la Suprema Corte ha annullato una condanna per furto aggravato, non per l’insussistenza del fatto, ma per un vizio procedurale sopravvenuto: la mancanza della querela della persona offesa. Questo caso evidenzia come le modifiche normative possano influenzare l’esito di processi già in corso.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per il reato di furto aggravato ai sensi degli articoli 624 e 625, comma 1, n. 2) del codice penale, confermata dalla Corte di Appello di Ancona. L’imputato, ritenuto responsabile del reato, decideva di ricorrere per Cassazione tramite il proprio difensore, contestando la sentenza di secondo grado sulla base di tre distinti motivi.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il difensore dell’imputato ha articolato il ricorso su tre punti principali:

1. Difetto della condizione di procedibilità: Il motivo principale, e poi decisivo, riguardava la modifica del regime di procedibilità del reato di furto introdotta dal D.Lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia).
2. Vizio di motivazione: Si contestava il ragionamento della Corte d’Appello riguardo all’affermazione della responsabilità penale.
3. Violazione dell’art. 131-bis c.p.: Si lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: la Condizione di Procedibilità è Decisiva

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il primo motivo di ricorso, assorbendo gli altri. Il cuore della decisione risiede nel cambiamento normativo che ha interessato l’articolo 624 del codice penale. Con la Riforma Cartabia, il delitto di furto, anche in presenza di alcune aggravanti come quella contestata nel caso di specie, è diventato punibile solo a seguito di querela della persona offesa.

Il testo attuale dell’art. 624, comma 3, c.p. prevede che si proceda d’ufficio solo in specifiche circostanze (ad esempio, se la vittima è incapace o se ricorrono le aggravanti di cui all’art. 625, numeri 7 e 7-bis). L’aggravante contestata all’imputato (n. 2) non rientra tra queste eccezioni.

Nel fascicolo processuale era presente una denuncia sporta dalla vittima nel 2016. Tuttavia, la Corte ha sottolineato che una denuncia è un mero atto di notizia di reato, che non equivale a una querela. Quest’ultima, infatti, deve contenere una chiara manifestazione di volontà punitiva. A seguito di una verifica richiesta dalla stessa Corte, la Procura competente ha confermato che nessuna querela era mai stata presentata o trasmessa.

Di conseguenza, venendo a mancare un presupposto fondamentale per l’esercizio dell’azione penale, il processo non poteva più proseguire.

Le Conclusioni

La Suprema Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata. Questa formula significa che la decisione è definitiva e il caso è chiuso. La ragione è il “difetto della condizione di procedibilità”.

In pratica, l’imputato non è stato assolto nel merito, ma il procedimento penale a suo carico si è estinto per una ragione puramente procedurale. Questa sentenza dimostra l’applicazione retroattiva delle norme procedurali più favorevoli all’imputato: anche se il fatto è stato commesso prima della Riforma Cartabia, le nuove regole sulla procedibilità si applicano ai processi in corso, potendo portare all’estinzione del reato se la querela, oggi necessaria, non era stata presentata a suo tempo.

Perché la condanna per furto è stata annullata dalla Cassazione?
La condanna è stata annullata perché una recente modifica legislativa (Riforma Cartabia) ha reso il reato di furto per cui si procedeva punibile solo a querela della persona offesa. Nel caso specifico, era stata presentata solo una denuncia, che non contiene la necessaria manifestazione di volontà di punire, e nessuna querela è mai stata sporta. La mancanza di questa condizione di procedibilità ha reso impossibile proseguire l’azione penale.

Che differenza c’è tra la denuncia presentata e la querela richiesta dalla nuova legge?
La denuncia, come quella presentata in questo caso, è una semplice segnalazione di un fatto di reato all’autorità. La querela, invece, è un atto formale con cui la vittima del reato chiede espressamente che si proceda penalmente nei confronti del colpevole. La nuova legge richiede questo secondo atto, e la denuncia non era sufficiente a soddisfare tale requisito.

Questa sentenza significa che l’imputato è stato dichiarato innocente?
No. La Corte di Cassazione non ha valutato se l’imputato fosse colpevole o innocente. Ha annullato la sentenza per un motivo procedurale, ovvero la mancanza di un presupposto indispensabile per poter processare una persona per quel reato. Di conseguenza, l’azione penale è stata interrotta e la condanna eliminata, chiudendo definitivamente il caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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