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Concorso tra rapina e danneggiamento: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5887/2024, ha stabilito che il delitto di danneggiamento commesso per compiere una rapina non viene assorbito da quest’ultima. Nel caso specifico, un individuo aveva rotto il deflettore di un’auto per rubare una borsa e, scoperto, aveva usato violenza contro il proprietario. La Corte ha confermato la condanna per entrambi i reati, chiarendo che il concorso tra rapina e danneggiamento è reale. La decisione si basa su una rigorosa applicazione del principio di specialità, escludendo che la rapina, pur essendo un reato complesso, possa assorbire un reato strutturalmente autonomo come il danneggiamento.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso tra rapina e danneggiamento: quando i reati non si assorbono

La recente sentenza n. 5887/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione giuridica molto comune nella cronaca quotidiana: cosa succede quando una persona rompe il finestrino di un’auto per rubare al suo interno? Si tratta di un unico reato o di due distinti? La risposta della Suprema Corte è netta e si fonda su principi cardine del diritto penale, delineando chiaramente i confini del concorso tra rapina e danneggiamento.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per i reati di tentata rapina impropria e danneggiamento. L’imputato, dopo aver infranto il deflettore di un’autovettura, aveva tentato di impossessarsi di una borsa custodita all’interno. L’intervento del proprietario del veicolo e della borsa aveva impedito il completamento del furto. A quel punto, l’imputato aveva reagito con violenza nei confronti della vittima nel tentativo di assicurarsi l’impunità. La difesa ha proposto ricorso in Cassazione sostenendo che il reato di danneggiamento dovesse considerarsi ‘assorbito’ in quello, più grave, di tentata rapina.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la condanna per entrambi i reati. I giudici hanno stabilito che tra il delitto di danneggiamento (art. 635 c.p.) e quello di rapina (art. 628 c.p.) non sussiste un concorso apparente di norme, bensì un concorso reale di reati. In altre parole, le due condotte criminose restano distinte e vanno punite separatamente, sebbene nel rispetto delle norme sul cumulo delle pene.

Le Motivazioni: Il Principio di Specialità e il Reato Complesso

Il cuore della motivazione della sentenza risiede in una rigorosa analisi dei principi che regolano il rapporto tra norme penali.

Il Concorso tra Rapina e Danneggiamento e il Principio di Specialità

La difesa invocava il principio di assorbimento (o consunzione), secondo cui la norma che punisce il reato più grave dovrebbe assorbire quella che punisce il reato meno grave, qualora quest’ultimo ne rappresenti una normale modalità di esecuzione. La Cassazione, richiamando consolidati orientamenti delle Sezioni Unite, ha ribadito che l’unico criterio valido per risolvere i casi di concorso apparente di norme è il principio di specialità (art. 15 c.p.).
Questo principio richiede un confronto puramente strutturale tra le fattispecie astratte dei reati. Una norma è speciale rispetto a un’altra solo se contiene tutti gli elementi della norma generale più uno o più elementi specifici (specializzanti). Analizzando la rapina e il danneggiamento, la Corte ha concluso che non esiste tale rapporto. La rapina è costituita dall’impossessamento di un bene mobile altrui tramite violenza o minaccia alla persona. Il danneggiamento, invece, consiste nel distruggere, disperdere, deteriorare o rendere inservibile una cosa altrui. Gli elementi costitutivi sono palesemente diversi: la rapina non include intrinsecamente la distruzione di un altro bene.

L’Analisi del Reato Complesso

La Corte ha poi esaminato la questione sotto il profilo del ‘reato complesso’ (art. 84 c.p.). La rapina è un classico esempio di reato complesso, in quanto assorbe in sé il reato di furto (art. 624 c.p.) e quelli di percosse o minaccia. Tuttavia, la giurisprudenza ha costantemente chiarito che la fattispecie di furto assorbita nella rapina è quella di furto semplice. Non vengono assorbite, invece, le ipotesi di furto aggravato, come ad esempio il furto con violenza sulle cose (art. 625 n. 2 c.p.).
Di conseguenza, se la rapina non assorbe nemmeno il furto aggravato dalla violenza sulle cose, a maggior ragione non può assorbire il delitto autonomo di danneggiamento. Quest’ultimo protegge un bene giuridico (l’integrità materiale del patrimonio) distinto da quelli tutelati dalla rapina (il patrimonio e la libertà personale).

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Cassazione riafferma un’interpretazione rigorosa e formalista delle norme penali, limitando la discrezionalità del giudice nell’unificare i reati sulla base di valutazioni di merito. Le implicazioni pratiche sono chiare: chi commette un danneggiamento (come la rottura di un finestrino, di una serratura o di un sistema di allarme) per poi realizzare un furto o una rapina, risponderà di due reati distinti in concorso tra loro. La violenza sulle cose finalizzata all’impossessamento di altri beni non è un ‘passaggio obbligato’ assorbito dalla rapina, ma un illecito autonomo che merita una sanzione separata.

Se rompo il finestrino di un’auto per rubare, commetto uno o due reati?
Secondo questa sentenza, si commettono due reati distinti in concorso tra loro: il danneggiamento per la rottura del finestrino e il furto o la rapina (a seconda che sia usata o meno violenza sulla persona) per la sottrazione del bene.

Perché il danneggiamento non viene ‘assorbito’ dal reato più grave di rapina?
Il danneggiamento non viene assorbito perché, secondo la Cassazione, non esiste un rapporto di specialità tra le due norme. La rapina, definita come furto con violenza alla persona, non contiene nella sua struttura legale gli elementi del danneggiamento, che consiste nella distruzione di una cosa. Si tratta di due illeciti che tutelano beni giuridici diversi e hanno elementi costitutivi autonomi.

Cosa significa che la rapina assorbe solo il ‘furto semplice’?
Significa che la struttura del reato di rapina include e quindi ‘assorbe’ gli elementi del furto base (art. 624 c.p.). Tuttavia, non assorbe le ipotesi di furto aggravate da circostanze ulteriori, come la violenza sulle cose (art. 625 n. 2 c.p.), e di conseguenza non può assorbire il reato autonomo di danneggiamento (art. 635 c.p.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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