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Concorso nel reato di spaccio: ruoli diversi, pene diverse

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 39171/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di concorso nel reato di spaccio. Anche se il fatto storico è lo stesso, i complici possono essere giudicati diversamente: uno per spaccio grave e l’altro per un fatto di lieve entità. La decisione dipende dal ruolo specifico di ciascun correo nell’operazione illecita. La Corte ha rigettato il ricorso di un imputato che, avendo un ruolo organizzativo, non poteva beneficiare della qualifica di lieve entità, a differenza di un suo collaboratore.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso nel Reato di Spaccio: Ruoli Diversi, Pene Diverse

Nel complesso ambito del concorso nel reato di spaccio, una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 39171/2024) ha chiarito un punto cruciale: è possibile che, per lo stesso fatto, i complici ricevano qualificazioni giuridiche e, di conseguenza, pene differenti. Questa pronuncia conferma che la responsabilità penale deve essere personalizzata, analizzando il contributo specifico di ogni individuo all’attività illecita.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per cessione di cocaina emessa sia in primo grado che in appello. L’imputato, condannato per vari episodi di spaccio avvenuti tra il 2010 e il 2011, ha presentato ricorso in Cassazione contestando la decisione della Corte d’Appello di Bologna. La difesa sosteneva che le prove, basate principalmente su intercettazioni, fossero state mal interpretate e che il reato dovesse essere riqualificato come di “lieve entità”, con un trattamento sanzionatorio più mite.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso su tre argomentazioni principali:

1. Travisamento della prova: Si contestava l’interpretazione delle conversazioni intercettate, sostenendo che non vi fosse certezza che l’oggetto delle discussioni fosse effettivamente sostanza stupefacente.
2. Mancata riqualificazione in fatto di lieve entità: La difesa chiedeva di applicare l’ipotesi più lieve del reato (prevista dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti), in considerazione delle circostanze.
3. Bilanciamento delle circostanze: Si lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche come prevalenti sulla recidiva contestata.

L’Analisi della Corte sul Concorso nel Reato di Spaccio

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascun punto. Il fulcro della decisione riguarda la possibilità di differenziare la posizione dei concorrenti nel medesimo reato.

La Valutazione Differenziata dei Ruoli

La questione più rilevante era se lo stesso fatto potesse essere qualificato come reato “ordinario” (art. 73, comma 1) per un imputato e come reato di “lieve entità” (art. 73, comma 5) per un suo complice. La Corte ha aderito all’orientamento, consolidato dalle Sezioni Unite, secondo cui ciò è assolutamente possibile.

Il giudizio sulla gravità del fatto non è astratto, ma va calibrato sul ruolo concreto di ciascun correo. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano evidenziato come l’imputato avesse un ruolo sovraordinato e organizzativo rispetto a un altro collaboratore. Questa posizione di vertice, unita a modalità operative strutturate, impediva di qualificare la sua condotta come di lieve entità, anche se per un complice con un ruolo marginale tale qualifica sarebbe potuta essere applicata.

Il Rigetto degli Altri Motivi

Per quanto riguarda gli altri motivi, la Corte ha ribadito alcuni principi consolidati:

* Interpretazione delle prove: L’interpretazione del significato dei dialoghi intercettati è una questione di fatto, di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado. In Cassazione non è possibile proporre una lettura alternativa delle prove, a meno che non si dimostri un palese “travisamento”, cioè che il giudice abbia fondato la sua decisione su una prova inesistente o radicalmente fraintesa, cosa che non è avvenuta in questo caso.
* Bilanciamento delle circostanze: La valutazione su come bilanciare attenuanti e aggravanti è una decisione discrezionale del giudice di merito. Se motivata in modo logico – come in questo caso, dove si è dato peso ai precedenti penali e alla latitanza dell’imputato – non è sindacabile in sede di legittimità.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sul principio di personalità della responsabilità penale. Anche in un’azione collettiva come il concorso di persone, ogni individuo risponde per il proprio contributo. Le Sezioni Unite (sent. n. 27727/2023) hanno chiarito che quando il medesimo fatto storico presenta caratteristiche diverse per i singoli concorrenti (in base al ruolo, ai mezzi, alla consapevolezza), si possono configurare due reati distinti, sebbene legati da un rapporto di specialità. Pertanto, chi organizza e dirige lo spaccio commette un reato diverso e più grave rispetto a chi esegue passivamente un ordine. La valutazione sulla lieve entità deve quindi essere condotta “ad personam”, analizzando il contesto complessivo della condotta di ciascun imputato.

le conclusioni

La sentenza ribadisce che nel concorso nel reato di spaccio, non esiste un automatismo per cui tutti i partecipanti debbano ricevere la stessa qualificazione giuridica. I giudici devono attentamente valutare il ruolo e il contributo di ogni singolo concorrente. Un organizzatore non potrà quasi mai beneficiare dell’ipotesi di lieve entità, anche se la quantità di droga ceduta è modesta, poiché il suo ruolo implica una maggiore pericolosità sociale e un diverso disvalore penale rispetto a un mero esecutore. Questa decisione rafforza la necessità di un’analisi individualizzata e approfondita in tutti i casi di criminalità plurisoggettiva.

È possibile che, per lo stesso reato di spaccio, un complice venga condannato per un reato grave e un altro per un reato di lieve entità?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che è possibile. La qualificazione giuridica del fatto dipende dal ruolo concreto e dal contributo che ciascun concorrente ha dato all’azione criminale. Un organizzatore può essere condannato per il reato ordinario (più grave), mentre un mero esecutore per il fatto di lieve entità.

Come si stabilisce se un episodio di spaccio è di “lieve entità”?
La valutazione viene fatta dal giudice di merito tenendo conto di tutti gli elementi del caso concreto per ogni singolo imputato: la quantità di sostanza, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione. Un ruolo direttivo o organizzativo esclude, di norma, la possibilità di riconoscere la lieve entità.

Si può contestare l’interpretazione delle intercettazioni telefoniche in Cassazione?
No, di regola non è possibile. L’interpretazione del contenuto e del significato delle conversazioni intercettate è una valutazione di fatto, riservata ai giudici di primo e secondo grado. Il ricorso in Cassazione è ammesso solo per vizi di legge o per un errore macroscopico e decisivo nella lettura della prova (cosiddetto travisamento), non per proporre una semplice interpretazione alternativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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