LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concorso in resistenza: anche il passeggero risponde

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per concorso in resistenza a pubblico ufficiale. Pur essendo solo un passeggero, il suo ruolo non è stato ritenuto passivo: aveva noleggiato l’auto usata per il reato e, in una telefonata, aveva giustificato l’azione di non fermarsi all’alt della polizia e investire un agente, rafforzando così la volontà criminosa del conducente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso in resistenza: quando anche il passeggero è colpevole

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso significativo di concorso in resistenza a pubblico ufficiale, stabilendo che anche chi non è al volante può essere ritenuto responsabile. Questa decisione chiarisce come la partecipazione a un reato possa manifestarsi non solo con azioni dirette, ma anche attraverso condotte che rafforzano l’intento criminoso altrui.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un episodio in cui un’autovettura non si è fermata all’alt imposto da agenti di polizia. Anzi, il conducente ha accelerato, investendo uno degli agenti e causandogli lesioni personali. A bordo del veicolo, sul sedile del passeggero, si trovava un uomo che aveva noleggiato l’auto. Successivamente, durante una telefonata con il fratello ascoltata in diretta dagli operanti, quest’uomo non solo non ha preso le distanze dall’accaduto, ma ha giustificato l’azione del conducente affermando che le forze dell’ordine ‘non si erano qualificate’.

La Corte d’Appello aveva condannato entrambi i soggetti per concorso in resistenza a pubblico ufficiale. L’imputato-passeggero ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo di essere stato un semplice passeggero passivo e che la motivazione della condanna fosse carente.

L’analisi della Corte sul concorso in resistenza a pubblico ufficiale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni dell’imputato ‘mere doglianze in punto di fatto’, non ammissibili in sede di legittimità. Gli Ermellini hanno confermato la validità della decisione della Corte territoriale, sottolineando come la motivazione fosse completa, logica e priva di vizi.

La responsabilità a titolo concorsuale del passeggero

Il punto cruciale della decisione riguarda la configurazione del concorso in resistenza a pubblico ufficiale. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la responsabilità concorsuale non richiede necessariamente un’azione materiale diretta. Può consistere anche ‘nel mero rafforzamento dell’altrui volontà aggressiva’.

Nel caso specifico, la Corte ha individuato due elementi chiave a carico del passeggero:

1. Aver noleggiato l’auto: l’aver fornito il mezzo utilizzato per commettere il reato è un contributo materiale significativo.
2. Il supporto morale: la giustificazione fornita durante la telefonata (‘non si sono qualificati’) è stata interpretata come un’approvazione e un sostegno psicologico all’azione illecita del conducente, dimostrando una condivisione dell’intento criminoso.

Questi elementi, valutati insieme, hanno convinto i giudici che il ruolo del passeggero non fosse affatto passivo, ma che egli avesse contribuito attivamente, anche se solo moralmente, alla commissione del reato.

La qualificazione del reato di resistenza

La Corte ha inoltre confermato che la condotta contestata rientra pienamente nella fattispecie di cui all’art. 337 c.p. L’atto di non fermarsi all’alt impartito dagli agenti e, anzi, investire uno di loro, costituisce una chiara forma di violenza utilizzata per opporsi a un atto d’ufficio, integrando così il delitto di resistenza a pubblico ufficiale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché le censure sollevate non riguardavano vizi di legittimità (cioè errori nell’applicazione della legge), ma tentavano di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa al giudice di Cassazione. La motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata ‘logicamente ineccepibile’ nel dimostrare come la condotta dell’imputato integrasse gli estremi del concorso di persone nel reato.
La decisione si fonda sulla distinzione tra il giudizio di merito, che accerta i fatti, e quello di legittimità, che ne controlla la corretta interpretazione giuridica. Poiché la Corte territoriale aveva fornito una spiegazione coerente e completa del perché l’imputato fosse responsabile, non c’era spazio per un intervento della Cassazione.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante monito: nel concorso in resistenza a pubblico ufficiale, così come in altri reati, la responsabilità penale può estendersi oltre chi compie materialmente l’azione. Fornire il mezzo per commettere il reato o anche solo manifestare un supporto morale che rafforzi la determinazione del complice sono condotte sufficienti per essere considerati concorrenti nel reato. La decisione sottolinea una visione ampia del concetto di partecipazione criminosa, dove ogni contributo, materiale o psicologico, che agevoli la commissione del delitto assume rilevanza penale.

Un passeggero può essere condannato per concorso in resistenza a pubblico ufficiale se non stava guidando?
Sì, secondo questa ordinanza, un passeggero può essere ritenuto responsabile se la sua condotta non è meramente passiva. Nel caso esaminato, l’aver noleggiato l’auto usata per il reato e l’aver giustificato l’azione del conducente sono stati considerati un contributo attivo sufficiente per la condanna.

In cosa può consistere il concorso di persone nel reato di resistenza?
Il concorso può consistere non solo in un’azione diretta, ma anche nel semplice rafforzamento della volontà aggressiva di un’altra persona. Fornire il mezzo (come l’auto) o un supporto morale (come giustificare l’azione illecita) sono considerati atti di partecipazione al reato.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le lamentele (doglianze) dell’imputato erano ‘in punto di fatto’, cioè contestavano la ricostruzione degli eventi già valutata dai giudici di merito. La Corte di Cassazione, invece, giudica solo la corretta applicazione della legge (questioni di legittimità) e ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello fosse completa e logicamente corretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati