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Concorso in rapina aggravata: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per concorso in rapina aggravata. Il ricorso è stato respinto in quanto mera reiterazione di motivi già disattesi in appello e tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti. La Corte ha confermato che le circostanze aggravanti, come l’uso di uno spray al peperoncino, si estendono a tutti i concorrenti consapevoli delle modalità del reato, come provato nel caso di specie da intercettazioni telefoniche.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso in Rapina Aggravata: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha fornito importanti chiarimenti sui limiti del ricorso per cassazione in materia di concorso in rapina aggravata. La decisione sottolinea come la mera riproposizione di motivi già esaminati e respinti nei precedenti gradi di giudizio renda il ricorso inammissibile per carenza di specificità. Questo principio è fondamentale per comprendere la funzione della Suprema Corte come giudice di legittimità e non di merito.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per concorso in rapina aggravata, violazione della legge sulle armi e lesioni personali volontarie. La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale di Bergamo, era stata integralmente confermata dalla Corte d’appello di Brescia. La difesa dell’imputata ha quindi proposto ricorso per cassazione, contestando un unico punto: l’erroneo riconoscimento delle circostanze aggravanti previste dall’articolo 628, commi 1 e 3-quater, del codice penale.

Secondo la difesa, la Corte territoriale aveva affermato in modo apodittico, cioè senza un’adeguata motivazione, la consapevolezza dell’imputata riguardo alle specifiche modalità di esecuzione della rapina. In particolare, si contestava la conoscenza dell’uso di uno spray al peperoncino e del fatto che la vittima si stesse recando in banca.

L’Analisi della Corte e il Concorso in Rapina Aggravata

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione su due pilastri argomentativi principali. In primo luogo, ha qualificato il motivo di ricorso come una “pedissequa reiterazione” di quanto già dedotto e puntualmente disatteso dalla Corte d’appello. Un ricorso che si limita a ripetere le stesse doglianze, senza muovere una critica argomentata e specifica contro la motivazione della sentenza impugnata, è considerato non specifico e, quindi, inammissibile.

In secondo luogo, la Suprema Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di procedere a una nuova e diversa ricostruzione dei fatti. Il tentativo della difesa di ottenere una rivalutazione delle prove e dei criteri di valutazione adottati dal giudice di merito è un’attività preclusa in sede di legittimità. Il compito della Cassazione è verificare la correttezza logica e giuridica della motivazione, non sostituire il proprio convincimento a quello dei giudici dei gradi precedenti.

Le Motivazioni della Decisione

Entrando nel merito giuridico, la Corte ha specificato che le circostanze aggravanti contestate sono di natura oggettiva. Ai sensi dell’art. 59, comma 2, del codice penale, tali circostanze sono imputabili a tutti i concorrenti nel reato, a condizione che fossero da loro conosciute o ignorate per colpa. Nel caso di specie, la sentenza della Corte d’appello aveva chiaramente evidenziato, sulla base di conversazioni intercettate, che l’imputata era a conoscenza delle modalità con cui si sarebbe svolta l’azione predatoria, incluso l’uso dello spray al peperoncino. La motivazione del giudice di merito è stata quindi ritenuta esente da vizi logici o giuridici, rendendo la contestazione della difesa infondata.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma due principi cardine del nostro sistema processuale penale. Primo, il ricorso per cassazione deve contenere critiche specifiche e pertinenti alla motivazione della sentenza impugnata, non potendo limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte. Secondo, nel contesto del concorso in rapina aggravata, la consapevolezza delle modalità esecutive del reato, comprese quelle che integrano le aggravanti, comporta l’estensione di queste ultime a tutti i concorrenti. La decisione serve da monito sulla necessità di formulare ricorsi tecnicamente precisi, focalizzati su vizi di legittimità e non su una sterile rilettura dei fatti.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’appello, senza sollevare nuove critiche specifiche alla sentenza impugnata. Inoltre, tendeva a una inammissibile ricostruzione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Come vengono attribuite le circostanze aggravanti in caso di concorso di persone nel reato?
Le circostanze aggravanti di natura oggettiva, come l’uso di un’arma, si applicano a tutti i concorrenti che ne erano a conoscenza o che le hanno ignorate per colpa, come stabilito dall’art. 59, comma 2, del codice penale.

Quale prova ha dimostrato la conoscenza delle aggravanti da parte dell’imputata?
La sentenza impugnata ha evidenziato che la conoscenza delle modalità esecutive della rapina, compreso l’uso dello spray al peperoncino, da parte dell’imputata è emersa chiaramente dalla lettura delle conversazioni intercettate e riportate nel provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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