Concorso in Furto: Quando Distrarre la Vittima Diventa Reato
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 38350/2024, ha fornito un importante chiarimento sulla responsabilità penale nel concorso in furto. La Suprema Corte ha stabilito che anche un’azione apparentemente secondaria, come quella di distrarre la vittima, costituisce un contributo causale effettivo alla realizzazione del reato, sufficiente a fondare una condanna per concorso. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio i principi applicati.
Il Caso: Un Furto con Destrezza e un Ricorso in Cassazione
Il caso trae origine da un furto commesso in un comune della provincia di Milano. Due individui agivano di concerto: mentre uno sottraeva materialmente dei beni alla vittima, l’altro aveva il compito specifico di distrarla, attirando la sua attenzione altrove.
Per questi fatti, entrambi venivano condannati sia dal Tribunale di Busto Arsizio che, in secondo grado, dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato con il ruolo di ‘distrattore’ decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione nella sentenza d’appello riguardo al riconoscimento della sua responsabilità a titolo di concorso.
La Tesi Difensiva sul concorso in furto
La difesa del ricorrente sosteneva che i giudici di merito non avessero adeguatamente motivato il suo effettivo contributo al reato. Secondo l’imputato, il suo ruolo era stato marginale e non provava la sua piena consapevolezza e partecipazione al piano criminoso. In sostanza, si contestava che la sola distrazione potesse integrare gli estremi del concorso di persone nel reato di furto aggravato.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha respinto categoricamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Le motivazioni della decisione si basano su due punti fondamentali.
In primo luogo, i giudici hanno rilevato che il motivo di ricorso era ‘meramente riproduttivo’, ovvero si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica specifica e puntuale alla logica della sentenza impugnata. Questo tipo di ricorso è considerato inammissibile perché non mira a individuare un vero errore di diritto, ma a ottenere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
In secondo luogo, e nel merito della questione, la Corte ha ribadito che la condotta del ricorrente era stata correttamente inquadrata. L’atto di distrarre la vittima non è un comportamento neutro o marginale; al contrario, rappresenta un contributo essenziale all’azione del complice. Creando un diversivo, il ricorrente ha reso possibile, o quantomeno ha notevolmente agevolato, l’impossessamento dei beni da parte del correo. Tale condotta, secondo la Corte, è prova inequivocabile della ‘consapevolezza dell’azione delittuosa’, dimostrando la piena adesione al progetto criminale.
Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso e le Implicazioni Pratiche
Con la dichiarazione di inammissibilità, la condanna è diventata definitiva. Il ricorrente è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.
Questa ordinanza conferma un principio consolidato nella giurisprudenza penale: nel concorso in furto, non è necessario che tutti i partecipanti compiano l’atto materiale della sottrazione. Qualsiasi contributo, sia esso materiale o morale, che faciliti la commissione del reato, è sufficiente per essere considerati concorrenti. La distrazione della vittima è un classico esempio di contributo materiale che, abbassando la vigilanza della persona offesa, permette al complice di agire indisturbato, integrando così pienamente la fattispecie del concorso di persone nel reato.
Cosa costituisce concorso in furto secondo questa decisione?
Secondo la decisione, qualsiasi condotta che fornisca un contributo alla realizzazione del furto, come l’atto di distrarre la vittima, è sufficiente per configurare il concorso. Tale azione facilita l’operato del complice che compie materialmente la sottrazione.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni presentate erano una semplice ripetizione di quelle già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Il ricorso mancava di una critica specifica e nuova contro la motivazione della sentenza impugnata.
Cosa significa che la condotta del complice prova la ‘consapevolezza dell’azione delittuosa’?
Significa che l’atto deliberato di distrarre la vittima dimostra che il complice era pienamente cosciente che si stava commettendo un reato e ha partecipato volontariamente al piano criminoso, condividendone il fine illecito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 38350 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 38350 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 03/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a TORINO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/03/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
NOME COGNOME avverso la sentenza della Corte di Ap del 7 marzo 2024 di conferma della sentenza di condanna del Trib Arsizio in ordine al reato di cui agli artt. 110, 624, 625 n. 4 cod. pen Castano Primo (MI) il 12 maggio 2016. )ello GLYPH Milano nale di Busto commesso in
Rilevato che il motivo, con cui ha dedotto il vizio di motivazione in ‘elazione alla riconosciuta responsabilità di COGNOME COGNOME COGNOME di concorso nella condotl a tenuta dal correo, è meramente riproduttivo di motivo di censura già acleguE tamente vagliato e disatteso con argomenti dei giudici di merito, non scanditi da ildeguata critica RAGIONE_SOCIALE argomentazione poste a base della sentenza impugnat . La Corte di Appello ha spiegato, in maniera adeguata, che la condotta posta ii ess ere dal ricorrente, consistita nel fare distrarre la vittima, ha rappresentato un contributo alla condotta di impossessamento dei beni posta in essere dal correo, infèrend , :í da tale condotta anche la prova della consapevolezza dell’azione delittuosa.
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissbile, con condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della SDMITC1 di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE Ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di tremila euro in favore della RAGIONE_SOCIALE.
Così deciso il 3 ottobre 2024
Il Consiglier e sore Il Prei.ene