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Concorso in bancarotta: il ruolo dell’extraneus

Un socio accomandante, condannato per il concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale della società, ricorre in Cassazione. La Corte conferma la responsabilità per la distrazione di beni (concorso patrimoniale), ma annulla con rinvio la condanna per la parte documentale. Si stabilisce che, per affermare il concorso in bancarotta documentale dell’extraneus, non basta la sua ingerenza generica nella gestione, ma serve la prova di un suo contributo causale specifico nella sottrazione o falsificazione delle scritture contabili.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso in Bancarotta: L’Extraneus risponde solo se il suo contributo è provato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20112 del 2024, torna ad affrontare il tema del concorso in bancarotta fraudolenta, delineando i confini della responsabilità del cosiddetto extraneus, ovvero il soggetto esterno che partecipa al reato commesso dall’amministratore. La pronuncia chiarisce che per la bancarotta documentale non è sufficiente un’ingerenza generica, ma occorre la prova di un contributo causale specifico alla sottrazione dei libri contabili.

I fatti del caso

Il caso riguarda un socio accomandante di una società in accomandita semplice, operante nel settore farmaceutico, condannato in primo e secondo grado per bancarotta fraudolenta sia patrimoniale che documentale. Secondo l’accusa, l’imputato aveva contribuito a depauperare il patrimonio sociale attraverso una serie di condotte distrattive, tra cui l’occultamento di ingenti somme di denaro, la vendita di merci sottocosto e prelievi ingiustificati dalle casse societarie per fini personali. Inoltre, gli veniva contestata la sottrazione dei registri IVA e dei libri inventari, impedendo così la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari.

La Corte di Appello, pur confermando la condanna, aveva operato una riqualificazione giuridica della posizione dell’imputato: da amministratore di fatto, come ritenuto in primo grado, a concorrente esterno (extraneus) nel reato commesso dall’amministratore di diritto (il socio accomandatario).

Il ricorso in Cassazione e il concorso in bancarotta

L’imputato ha presentato ricorso per cassazione lamentando, tra le altre cose, l’erronea applicazione della legge penale. In particolare, sosteneva che la Corte di Appello non avesse adeguatamente dimostrato il suo contributo causale, quale extraneus, sia alla causazione del fallimento (per la bancarotta patrimoniale) sia, soprattutto, alla sottrazione materiale dei libri contabili (per la bancarotta documentale).

La responsabilità per la bancarotta patrimoniale

Sul primo punto, la Cassazione ha rigettato il ricorso. Secondo i giudici, la sentenza d’appello aveva motivato in modo adeguato il contributo dell’imputato al dissesto. Erano stati infatti evidenziati specifici e consistenti prelievi di contante dalle casse sociali e trasferimenti a suo beneficio, giustificati con causali generiche come “prelievo soci”. Queste operazioni, per la loro natura e consistenza, sono state ritenute prova sufficiente del suo apporto concorsuale alla distrazione del patrimonio sociale, a prescindere dalla sua qualifica formale.

Le motivazioni della Cassazione sul concorso in bancarotta documentale

Di diverso avviso è stata la Corte riguardo alla seconda accusa. La Cassazione ha accolto il motivo di ricorso relativo alla bancarotta fraudolenta documentale. Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra la condotta dell’amministratore di diritto (o di fatto), che ha l’obbligo di tenere e conservare le scritture, e quella del concorrente esterno.

Una volta esclusa la qualifica di amministratore di fatto, la Corte d’Appello avrebbe dovuto individuare e descrivere con precisione le specifiche azioni attraverso le quali l’imputato, come soggetto esterno, avrebbe contribuito alla decisione dell’amministratore di sottrarre o distruggere la documentazione contabile. La sentenza impugnata, invece, era risultata totalmente carente su questo punto, non fornendo alcuna specificazione del relativo apporto concorsuale. Non è sufficiente, per i giudici di legittimità, provare una generica ingerenza nella gestione della società; è necessario dimostrare un nesso causale diretto tra la condotta dell’extraneus e il reato di bancarotta documentale.

Le conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di concorso in bancarotta: la responsabilità penale è personale e deve essere ancorata a condotte specifiche e causalmente orientate alla produzione dell’evento. Per l’extraneus, mentre la partecipazione alla distrazione di beni può essere provata anche attraverso la ricezione di flussi finanziari dalla società fallita, per il concorso nel reato di bancarotta documentale è richiesta una prova più rigorosa. È necessario dimostrare il suo contributo materiale o morale specifico alla sottrazione o falsificazione dei documenti, non essendo sufficiente il solo coinvolgimento nella gestione aziendale. La Corte ha quindi annullato la sentenza limitatamente a questo capo d’accusa, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte di Appello per un nuovo esame che accerti, nel concreto, l’esistenza di tale contributo.

Un soggetto accusato come amministratore di fatto può essere condannato come concorrente esterno (extraneus) nel reato di bancarotta?
Sì. Secondo la giurisprudenza citata nella sentenza, tale riqualificazione giuridica non viola il principio di correlazione tra accusa e sentenza, a condizione che l’azione materiale contestata (in questo caso, le condotte distrattive) rimanga immutata.

Perché la Cassazione ha annullato la condanna per bancarotta documentale?
La Cassazione ha annullato la condanna perché la sentenza della Corte di Appello non ha fornito alcuna motivazione specifica sull’apporto concorsuale dell’imputato, quale concorrente esterno, alla sottrazione dei libri contabili. Una volta esclusa la sua qualifica di amministratore di fatto, era necessario provare il suo contributo specifico al reato documentale, cosa che non è stata fatta.

Quale prova è necessaria per condannare un extraneus per concorso in bancarotta documentale?
Per condannare un extraneus è necessario individuare e provare il suo specifico contributo causale, materiale o morale, alla condotta tipica del reato, ovvero alla sottrazione, distruzione o falsificazione dei libri contabili commessa dall’amministratore. Non è sufficiente una prova generica della sua ingerenza nella gestione della società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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