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Concorso in bancarotta: il ruolo dell’extraneus

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario, chiarendo che la semplice insoddisfazione per la motivazione non costituisce un errore di fatto. Il caso riguarda un soggetto esterno (extraneus) condannato per concorso in bancarotta fraudolenta. La Corte ribadisce che il suo contributo causale era stato adeguatamente provato attraverso condotte concrete, come l’intermediazione in acquisti fraudolenti volti a spogliare la società dei suoi beni.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso in Bancarotta Fraudolenta: La Cassazione Chiarisce il Ruolo dell’Extraneus

Il concorso in bancarotta fraudolenta da parte di un soggetto ‘extraneus’, ovvero esterno alla gestione societaria, è un tema complesso che la Corte di Cassazione ha recentemente riesaminato con la sentenza n. 8384/2025. Questa decisione non solo ribadisce i criteri per l’attribuzione di responsabilità penale a chi non riveste cariche formali, ma chiarisce anche i limiti del ricorso straordinario, uno strumento processuale da utilizzare con estrema cautela.

I Fatti del Caso: Dall’Appello al Ricorso Straordinario

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo da parte della Corte d’Appello di Genova. L’imputato era stato ritenuto responsabile di concorso in bancarotta fraudolenta, pur essendo un soggetto ‘extraneus’ rispetto alla società fallita. Il suo ruolo, secondo i giudici di merito, era stato quello di concorrere attivamente alla spoliazione del patrimonio aziendale.

Contro la successiva sentenza della Corte di Cassazione, che aveva confermato la sua responsabilità, l’imputato ha proposto un ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625-bis c.p.p., lamentando un presunto errore di fatto. Nello specifico, sosteneva che la Corte avesse omesso di esaminare un motivo di ricorso cruciale: la mancata individuazione del suo specifico contributo concorsuale nelle quattro condotte distrattive contestate.

La Figura dell’Extraneus nel Reato di Bancarotta

È fondamentale comprendere che il reato di bancarotta fraudolenta è un ‘reato proprio’, cioè può essere commesso solo da chi riveste una specifica qualifica (amministratore, direttore generale, liquidatore). Tuttavia, la legge ammette che un soggetto esterno, l’extraneus appunto, possa concorrere alla commissione del reato. Per farlo, deve fornire un contributo materiale e psicologico consapevole alla condotta illecita dell’amministratore, aiutandolo a sottrarre beni ai creditori.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso straordinario inammissibile. La Corte ha stabilito che la doglianza dell’imputato non verteva su un errore di fatto, bensì su una pretesa incompletezza della motivazione, manifestando in realtà una mera insoddisfazione per la risposta giuridica ricevuta.

Il ricorso straordinario, spiegano i giudici, è un rimedio eccezionale che serve a correggere errori percettivi (es. leggere un documento per un altro) e non può essere trasformato in un terzo grado di giudizio di legittimità per ridiscutere la valutazione della Corte.

Il Ruolo del Concorrente nel Concorso in Bancarotta Fraudolenta

La Corte ha sottolineato come la precedente sentenza avesse già ampiamente esaminato e motivato il ruolo del ricorrente. Non si è trattato di un’omissione, ma di una valutazione approfondita che l’imputato ha ritenuto insoddisfacente. La sua responsabilità era stata chiaramente delineata attraverso le sue azioni concrete.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte sono state nette e precise. I giudici hanno evidenziato che la sentenza impugnata aveva già fornito una risposta logica ed esaustiva. Il ruolo dell’imputato era stato quello di un intermediario attivo nell’operazione fraudolenta. Nello specifico, egli:

* Si prestava a fare da tramite con le società fornitrici.
* Riceveva la merce acquistata dalla società destinata al fallimento.
* Trasferiva la merce in magazzini e la faceva sparire.
* Trasmetteva ai fornitori documenti non veritieri per rassicurarli su pagamenti che non sarebbero mai avvenuti.
* Si rendeva irreperibile dopo il mancato incasso di assegni privi di provvista.

Queste condotte, secondo la Corte, dimostrano inequivocabilmente sia il suo ruolo attivo nel meccanismo distrattivo, sia la sua piena consapevolezza di contribuire al depauperamento del patrimonio sociale a danno dei creditori.

Conclusioni

La sentenza in commento offre due importanti principi di diritto. In primo luogo, ribadisce la natura eccezionale del ricorso straordinario per errore di fatto, che non può essere utilizzato come un pretesto per contestare nel merito le valutazioni della Suprema Corte. In secondo luogo, conferma un orientamento consolidato sul concorso in bancarotta fraudolenta dell’extraneus: la responsabilità penale non richiede necessariamente un ruolo formale all’interno della società, ma può essere fondata su condotte materiali concrete che, consapevolmente, agevolano e rendono possibile la spoliazione dei beni aziendali. Un monito per tutti coloro che, pur non essendo amministratori, si prestano a partecipare a schemi fraudolenti ai danni dei creditori.

Quando un soggetto esterno (extraneus) è responsabile per concorso in bancarotta fraudolenta?
Un soggetto esterno è responsabile quando, con la sua condotta, contribuisce consapevolmente al depauperamento del patrimonio sociale a danno dei creditori. Nel caso di specie, è stato ritenuto responsabile per aver agito da intermediario in acquisti fraudolenti, ricevendo merce, trasferendola e rendendosi irreperibile.

È possibile usare il ricorso straordinario in Cassazione se non si è soddisfatti della motivazione?
No. La sentenza chiarisce che il ricorso straordinario per errore di fatto non può essere utilizzato per contestare la valutazione della Corte o per lamentare una risposta ritenuta insoddisfacente. Serve solo a correggere errori percettivi su un atto del processo, non a riesaminare il merito.

Quali condotte specifiche dimostrano il contributo causale dell’extraneus in questo caso?
Le condotte ritenute sufficienti sono state: agire da intermediario con i fornitori, ricevere la merce, trasferirla in magazzini, trasmettere documenti non veritieri per rassicurare sul pagamento e, infine, rendersi irreperibile dopo il mancato incasso degli assegni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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