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Concorso formale di reati: aumento pena obbligatorio

Un uomo viene condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, per aver aggredito verbalmente una dottoressa e fisicamente tre carabinieri. La Procura ricorre per un’errata quantificazione della pena. La Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo che in caso di concorso formale di reati, ovvero quando una singola azione offende più persone, l’aumento di pena è obbligatorio e non discrezionale. La sentenza è annullata con rinvio per il ricalcolo della sanzione.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso Formale di Reati: L’Aumento di Pena è Doveroso se le Vittime sono Più di Una

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26553/2025, torna a pronunciarsi su un principio cardine del diritto penale: il concorso formale di reati. La decisione chiarisce che, quando una singola condotta criminosa lede più persone, l’aumento di pena previsto dall’articolo 81, primo comma, del codice penale non è una facoltà del giudice, ma un obbligo. Il caso esaminato riguarda un episodio di oltraggio e resistenza perpetrato ai danni di una dottoressa e di tre carabinieri, dove il giudice di merito aveva omesso di applicare tale aumento.

I Fatti del Caso: Aggressione in Ospedale

I fatti alla base della vicenda si svolgono all’interno del pronto soccorso di un ospedale. Un uomo, in evidente stato di agitazione, prima minaccia e insulta con appellativi sessisti una dottoressa in servizio, commettendo il reato di oltraggio a pubblico ufficiale (art. 341-bis c.p.).

Successivamente, all’arrivo dei carabinieri intervenuti per sedare la situazione, l’uomo prosegue con le medesime condotte oltraggiose nei confronti di due militari e aggredisce fisicamente il gruppo, strattonandoli e strappando la mascherina di protezione dal volto di un terzo carabiniere. Tale comportamento integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).

La Decisione del Tribunale e il Ricorso del Procuratore

Il Tribunale di primo grado riconosceva l’imputato colpevole di entrambi i reati, unificandoli sotto il vincolo della continuazione. Il giudice ha individuato nella resistenza il reato più grave, ha fissato una pena base e l’ha aumentata per il reato di oltraggio. La pena finale inflitta è stata di otto mesi di reclusione.

Tuttavia, la Procura Generale presso la Corte di Appello ha impugnato la sentenza, ravvisando una violazione di legge. Il motivo del ricorso era chiaro: il Tribunale aveva omesso di applicare l’aumento di pena previsto per il concorso formale di reati. Poiché sia l’oltraggio che la resistenza erano stati commessi ai danni di una pluralità di pubblici ufficiali (la dottoressa e i tre carabinieri), la pena avrebbe dovuto essere ulteriormente aumentata.

L’analisi sul concorso formale di reati della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso del Procuratore Generale fondato. I giudici supremi hanno sottolineato che la sentenza impugnata, pur avendo correttamente qualificato i fatti e riconosciuto il legame della continuazione tra i due delitti, era incorsa in un errore di diritto.

La Pluralità di Persone Offese

Il punto centrale della decisione è la constatazione che entrambe le fattispecie di reato (oltraggio e resistenza) erano state realizzate ai danni di più persone. La dottoressa e i tre carabinieri sono tutti pubblici ufficiali e, in quanto tali, persone offese dai reati.

Questo scenario configura l’ipotesi del concorso formale di reati omogeneo, disciplinato dall’articolo 81, primo comma, del codice penale. Tale norma stabilisce che chi “con una sola azione od omissione viola diverse disposizioni di legge ovvero commette più violazioni della medesima disposizione di legge” è punito con la pena che dovrebbe infliggersi per la violazione più grave, aumentata fino al triplo. La Corte ha ribadito che, in presenza di una pluralità di persone offese, l’applicazione di questo aumento è un atto dovuto.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha annullato la sentenza del Tribunale limitatamente al trattamento sanzionatorio. La motivazione risiede nell’erronea applicazione dell’articolo 81 c.p. Il giudice di merito avrebbe dovuto, dopo aver calcolato la pena base per il reato più grave (la resistenza) e averla aumentata per la continuazione con l’oltraggio, disporre un ulteriore aumento per il concorso formale, dato che i reati erano stati commessi contro quattro distinti pubblici ufficiali. L’omissione di questo passaggio ha reso la pena illegale per difetto.

Per questo motivo, la Corte ha disposto il rinvio del caso al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, che dovrà procedere a un nuovo giudizio, affidato a un diverso magistrato, al solo fine di rideterminare la pena in conformità con il principio di diritto enunciato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un principio fondamentale per il calcolo della pena in casi complessi. Insegna che la presenza di più vittime per un singolo reato non è un elemento irrilevante, ma un fattore che incide obbligatoriamente sulla severità della sanzione. La distinzione tra il vincolo della continuazione (che lega più azioni criminose) e il concorso formale (che riguarda una singola azione con più effetti lesivi) è cruciale per una corretta amministrazione della giustizia penale. La decisione serve da monito per i giudici di merito a prestare la massima attenzione nella quantificazione della pena, applicando tutti gli aumenti previsti dalla legge quando le circostanze del caso concreto lo impongono.

Cosa si intende per concorso formale di reati?
Si ha concorso formale di reati quando un soggetto, con una sola azione, commette più violazioni della stessa norma di legge (ad esempio, offendendo più persone con un’unica frase). In questi casi, la legge prevede un aumento di pena.

Perché la sentenza del Tribunale è stata annullata?
La sentenza è stata annullata perché il Tribunale non ha applicato l’obbligatorio aumento di pena previsto per il concorso formale di reati, nonostante l’imputato avesse offeso e opposto resistenza a quattro diversi pubblici ufficiali (una dottoressa e tre carabinieri) con le sue azioni.

Qual è la conseguenza pratica della decisione della Cassazione?
La conseguenza è che il processo torna al Tribunale di primo grado, che dovrà ricalcolare la pena inflitta all’imputato, applicando l’aumento di pena previsto dall’articolo 81, primo comma, del codice penale per la pluralità di persone offese. La condanna per i reati commessi resta ferma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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