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Concorso di reati: ricettazione e prodotti falsi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando che il delitto di ricettazione e quello di commercio di prodotti con segni falsi configurano un concorso di reati. La Corte chiarisce che non vi è assorbimento tra le due fattispecie e che la prescrizione per la ricettazione attenuata si calcola sulla pena del reato base, non sulla circostanza attenuante.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso di Reati: La Cassazione Chiarisce tra Ricettazione e Prodotti Falsi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 46878/2024, è tornata a pronunciarsi su una questione di grande rilevanza pratica nel diritto penale commerciale: la relazione tra il delitto di ricettazione (art. 648 c.p.) e quello di commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.). La pronuncia chiarisce in modo definitivo che le due fattispecie possono coesistere, configurando un concorso di reati, e offre importanti precisazioni sul calcolo della prescrizione per la ricettazione attenuata.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per entrambi i reati. Il ricorrente sosteneva, in primo luogo, che il reato di ricettazione dovesse considerarsi assorbito in quello più specifico di commercio di prodotti contraffatti. In secondo luogo, lamentava la mancata declaratoria di estinzione per prescrizione del reato di ricettazione, contestato nella sua forma attenuata.

L’Analisi della Corte sul Concorso di Reati

La Suprema Corte ha respinto il primo motivo di ricorso, definendolo ‘manifestamente infondato’. Gli Ermellini hanno inteso dare continuità a un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, secondo cui il delitto di ricettazione e quello di commercio di prodotti con segni falsi possono concorrere.

La Corte ha spiegato che le due norme incriminatrici descrivono condotte diverse sia dal punto di vista strutturale che cronologico:

* La ricettazione punisce l’acquisto o la ricezione di beni di provenienza illecita.
* Il commercio di prodotti con segni falsi punisce la successiva messa in vendita di tali beni.

Tra le due fattispecie non può quindi configurarsi un rapporto di specialità, poiché non vi è una norma che contiene tutti gli elementi dell’altra con l’aggiunta di dettagli specifici. Si tratta di due illeciti distinti che possono essere commessi dalla stessa persona in momenti diversi.

La Questione della Prescrizione per la Ricettazione Attenuata

Anche il secondo motivo, relativo alla prescrizione, è stato giudicato manifestamente infondato. Il ricorrente chiedeva che il termine di prescrizione fosse calcolato sulla base della pena più mite prevista per la ricettazione attenuata (per fatti di particolare tenuità).

La Cassazione ha chiarito un principio fondamentale: ai fini della prescrizione, si deve sempre avere riguardo alla pena stabilita dal primo comma dell’art. 648 c.p., ovvero quella per l’ipotesi base del reato. La fattispecie attenuata, infatti, non costituisce un’autonoma previsione di reato, ma una semplice circostanza attenuante speciale. Di conseguenza, il termine di prescrizione massimo per la ricettazione resta quello ordinario (nel caso di specie, 10 anni), che non era ancora maturato al momento della decisione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi sulla manifesta infondatezza di entrambi i motivi. Le argomentazioni del ricorrente si scontravano con principi di diritto e orientamenti giurisprudenziali consolidati e pacifici. La decisione ribadisce la netta distinzione tra la condotta di chi riceve merce illecita e quella di chi, successivamente, la mette in commercio, e conferma che il calcolo della prescrizione deve fondarsi sulla fattispecie base del reato, a prescindere dall’applicazione di circostanze attenuanti.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida due importanti principi del diritto penale. In primo luogo, conferma che chi acquista merce contraffatta e poi la vende risponderà di un concorso di reati, ovvero sia di ricettazione sia di commercio di prodotti falsi, con conseguente cumulo delle pene. In secondo luogo, stabilisce in modo inequivocabile che l’applicazione della circostanza attenuante della particolare tenuità del fatto per la ricettazione non incide sul calcolo del termine di prescrizione, che rimane ancorato alla pena prevista per l’ipotesi non attenuata. Si tratta di una decisione che offre certezza giuridica e rafforza gli strumenti di contrasto ai fenomeni di illegalità commerciale.

Il reato di ricettazione può essere assorbito da quello di commercio di prodotti con segni falsi?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che si tratta di un concorso di reati, poiché le due fattispecie descrivono condotte diverse sotto il profilo strutturale e cronologico e non sussiste tra loro un rapporto di specialità.

Come si calcola la prescrizione per il reato di ricettazione nella sua forma attenuata?
La prescrizione si calcola sempre sulla base della pena prevista per l’ipotesi base del reato (art. 648, comma 1, c.p.), non su quella dell’ipotesi attenuata. Quest’ultima è considerata una circostanza attenuante speciale e non un reato autonomo.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché entrambi i motivi presentati dall’imputato sono stati giudicati ‘manifestamente infondati’, in quanto si ponevano in contrasto con orientamenti giurisprudenziali consolidati e principi di diritto ben stabiliti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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