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Concorso di colpa vittima: la Cassazione decide

Una conducente, condannata per omicidio stradale per aver investito un pedone in retromarcia, ricorre in Cassazione. La Suprema Corte conferma la sua responsabilità ma annulla la sentenza riguardo la pena, rinviando alla Corte d’Appello per una nuova valutazione sul concorso di colpa della vittima, la quale camminava sulla carreggiata anziché sul marciapiede.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso di colpa della vittima nell’omicidio stradale: la Cassazione chiarisce i presupposti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione riaccende i riflettori sul delicato tema del concorso di colpa della vittima nel reato di omicidio stradale. La Suprema Corte, pur confermando la responsabilità penale di una conducente, ha annullato la condanna per quanto riguarda la determinazione della pena, ordinando una nuova valutazione da parte della Corte d’Appello. Il motivo? La condotta del pedone, che camminava sulla carreggiata, non era stata adeguatamente considerata come possibile concausa dell’incidente.

I fatti del caso

Una donna alla guida della sua autovettura, durante una manovra di retromarcia in una via stretta e senza uscita, investiva un’anziana signora. A seguito dell’urto, la vittima cadeva a terra, battendo la testa e decedendo alcuni giorni dopo per le lesioni riportate. La conducente veniva condannata in primo e secondo grado per il reato di omicidio stradale colposo, previsto dall’art. 589-bis del codice penale.
La difesa dell’imputata aveva sostenuto che la vittima fosse caduta autonomamente, senza essere stata urtata dal veicolo, ma tale versione è stata smentita dalle dichiarazioni di un testimone oculare, ritenute attendibili dai giudici di merito.

I motivi del ricorso in Cassazione

L’imputata ha presentato ricorso in Cassazione affidandosi a due motivi principali:

1. Errata valutazione delle prove: La difesa ha contestato la logicità della motivazione con cui i giudici avevano ritenuto attendibile il testimone oculare e ricostruito la dinamica del sinistro, chiedendo di fatto una rivalutazione dei fatti.
2. Mancato riconoscimento dell’attenuante speciale: È stato lamentato il mancato riconoscimento della circostanza attenuante prevista dall’art. 589-bis, comma settimo, del codice penale. Questa attenuante si applica quando l’evento non è conseguenza esclusiva dell’azione od omissione del colpevole. Secondo la difesa, la condotta della vittima, che camminava sulla sede stradale anziché utilizzare il marciapiede, aveva contribuito a causare l’incidente.

La decisione della Cassazione sul concorso di colpa della vittima

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il primo motivo di ricorso. I giudici hanno ribadito il principio secondo cui la Cassazione non può riesaminare i fatti del processo, ma solo verificare la correttezza logica e giuridica della motivazione delle sentenze precedenti. In questo caso, la valutazione delle prove effettuata dalla Corte d’Appello è stata ritenuta immune da vizi logici manifesti.

Al contrario, la Corte ha accolto il secondo motivo, ritenendolo fondato. La motivazione della Corte d’Appello nel negare l’attenuante è stata giudicata illogica e giuridicamente errata.

Le motivazioni

La Corte d’Appello aveva escluso l’attenuante sostenendo che la condotta della vittima (camminare sulla carreggiata in una strada stretta) non fosse stata una causa da sola sufficiente a provocare l’evento, tale da interrompere il nesso causale con la manovra dell’imputata. La Cassazione ha censurato questo ragionamento, evidenziando una confusione tra due concetti giuridici distinti: l’interruzione del nesso causale e il concorso di colpa della vittima.

* L’interruzione del nesso causale si verifica solo in presenza di un fattore eccezionale, atipico e imprevedibile, che si inserisce nella catena degli eventi e diventa la vera causa della morte, rendendo irrilevante la condotta iniziale del conducente.
* Il concorso di colpa della vittima, ai fini dell’applicazione dell’attenuante speciale dell’art. 589-bis, richiede molto meno: è sufficiente che sia accertato un qualsiasi contributo causale colposo della vittima alla produzione dell’evento, anche di minima rilevanza.

Nel caso specifico, era pacifico che la vittima stesse camminando sulla carreggiata, in violazione delle norme del Codice della Strada che impongono ai pedoni di usare i marciapiedi. La Corte d’Appello avrebbe dovuto valutare se questa condotta avesse contribuito, anche in minima parte, al verificarsi del sinistro, invece di escluderlo a priori confondendolo con la più drastica interruzione del nesso di causalità.

Le conclusioni

Per questi motivi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla concessione della circostanza attenuante del concorso di colpa della vittima. La parola passa ora a un’altra sezione della Corte di Appello, che dovrà riesaminare il punto e valutare se la condotta del pedone sia stata concausa dell’incidente. In caso affermativo, la pena inflitta alla conducente dovrà essere ridotta. La dichiarazione di responsabilità penale dell’imputata, invece, è divenuta irrevocabile.

Quando si applica l’attenuante per il concorso di colpa della vittima nell’omicidio stradale?
Secondo la sentenza, la circostanza attenuante ad effetto speciale di cui all’art. 589-bis, comma settimo, cod. pen. è configurabile nel caso in cui sia accertato il concorso di colpa della vittima, anche se di minima rilevanza, nella causazione dell’evento.

Perché la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità dell’imputata ma ha annullato la sentenza sulla pena?
Ha confermato la responsabilità perché la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove da parte dei giudici di merito sono state ritenute logicamente coerenti e non rivalutabili in sede di legittimità. Ha annullato la sentenza sulla pena perché la Corte d’Appello ha erroneamente negato l’attenuante per il concorso di colpa della vittima, confondendo questo concetto con quello, più restrittivo, dell’interruzione del nesso causale.

Qual è la differenza tra interruzione del nesso causale e concorso di colpa della vittima?
L’interruzione del nesso causale richiede un fattore eccezionale e imprevedibile che da solo determina l’evento, escludendo la responsabilità del conducente. Il concorso di colpa della vittima, invece, si configura con qualsiasi comportamento colposo della vittima che abbia contribuito all’incidente, senza escludere la responsabilità del conducente ma potendo comportare una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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