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Concorso di colpa: la velocità e la sentenza

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per lesioni colpose a carico di un camionista, sottolineando il suo concorso di colpa in un incidente stradale. Nonostante la vittima avesse omesso di dare la precedenza, la velocità eccessiva tenuta dall’imputato è stata ritenuta un fattore causale determinante, in quanto gli ha impedito di eseguire una manovra d’emergenza efficace, configurando così una corresponsabilità penalmente rilevante.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Incidente stradale e concorso di colpa: quando la velocità eccessiva determina responsabilità

In materia di circolazione stradale, la questione del concorso di colpa è centrale per determinare le responsabilità in caso di sinistro. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 26557/2024, offre importanti chiarimenti su come la condotta di guida, in particolare la velocità, possa fondare una corresponsabilità penale anche quando la causa principale dell’incidente sia la violazione del codice della strada da parte di un altro conducente. Il caso analizzato dimostra che avere la precedenza non è una garanzia di totale assenza di colpa.

I fatti di causa

Il caso trae origine da un incidente stradale avvenuto di notte in un incrocio urbano. Un autocarro, guidato dall’imputato, si scontrava con un’autovettura condotta dalla persona offesa. L’automobilista si era immesso nell’incrocio omettendo di dare la dovuta precedenza al furgone che proveniva dalla sua destra. A seguito dell’impatto, il conducente dell’auto riportava lesioni personali con una prognosi superiore ai quaranta giorni.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano riconosciuto la responsabilità penale del conducente dell’autocarro per il reato di lesioni personali colpose (art. 590 c.p.). La colpa ascritta non risiedeva nella violazione della precedenza, ma nella velocità tenuta, stimata in circa 70 km/h, ritenuta non prudenziale e non adeguata alle condizioni di luogo (incrocio urbano in orario notturno). Tale velocità, secondo i giudici di merito, gli aveva impedito di porre in essere una manovra di emergenza efficace per evitare o attenuare le conseguenze dello scontro.

L’analisi della Cassazione sul concorso di colpa

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo, tra i vari motivi, che la responsabilità dell’evento fosse da attribuire esclusivamente alla condotta imprevedibile della persona offesa, che aveva violato il suo diritto di precedenza. La difesa contestava inoltre la valutazione della velocità, basata sulla consulenza della parte civile anziché su quella del pubblico ministero.
La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la solidità delle decisioni dei giudici di merito. Il principio cardine ribadito è che la responsabilità penale per i reati colposi non è esclusa dalla condotta imprudente della vittima, se anche il comportamento dell’agente ha contribuito causalmente all’evento. Nel caso specifico, il concorso di colpa dell’imputato è stato ravvisato proprio nella sua condotta di guida. La velocità di 70 km/h, in un contesto urbano e notturno, è stata giudicata eccessiva perché non ha permesso al conducente di reagire tempestivamente alla situazione di pericolo, seppur creata da altri. L’assenza di tracce di frenata sull’asfalto è stata considerata un ulteriore elemento a conferma della mancata adozione di una manovra d’emergenza.

Altri motivi di ricorso e la decisione della Corte

Oltre alla ricostruzione del fatto, il ricorrente lamentava la mancata quantificazione percentuale del concorso di colpa, l’erroneo diniego delle sanzioni sostitutive e la mancata concessione delle attenuanti generiche.
Su questi punti, la Cassazione ha precisato che:
1. Quantificazione della colpa: In sede penale, il giudice non è tenuto a determinare una percentuale esatta di colpa, a meno che non debba decidere anche sulle statuizioni civili. Il suo compito è accertare se la condotta dell’imputato abbia avuto un’efficienza causale nella produzione dell’evento.
2. Sanzioni sostitutive: Il ricorso chiedeva l’applicazione del lavoro di pubblica utilità, sanzione introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022). La Corte ha chiarito che tale sanzione è incompatibile con la sospensione condizionale della pena, già concessa all’imputato. Non è possibile, inoltre, combinare aspetti favorevoli di normative diverse (c.d. ‘cherry picking’), applicando una sanzione prevista dalla nuova legge ma invocando la disciplina previgente che ammetteva il cumulo con la sospensione condizionale.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato il rigetto del ricorso basandosi sul principio del ‘libero convincimento del giudice’ e sulla coerenza logica delle sentenze di primo e secondo grado (c.d. ‘doppia conforme’). I giudici di merito hanno correttamente identificato una colpa specifica nella condotta dell’imputato, consistente nella violazione delle norme sulla prudenza alla guida. La velocità elevata ha trasformato una situazione di pericolo, creata dalla vittima, in un evento lesivo inevitabile. La Corte ha sottolineato che, in tema di circolazione stradale, è colposa la condotta del conducente che, di fronte a un pericolo prevedibile (come un incrocio), non adotta tutte le cautele necessarie per poter fronteggiare anche le altrui imprudenze. La scelta di privilegiare una consulenza tecnica rispetto a un’altra è un giudizio di fatto, non censurabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato, come avvenuto nel caso di specie.

Le conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio fondamentale della responsabilità da circolazione stradale: il rispetto formale delle regole, come il diritto di precedenza, non esime da un generale dovere di prudenza. La velocità deve essere sempre adeguata al contesto, in modo da consentire al conducente di mantenere il controllo del veicolo e di compiere le manovre necessarie per evitare incidenti. Questa pronuncia chiarisce che il concorso di colpa in ambito penale si configura ogni qualvolta la propria condotta negligente o imprudente contribuisca, anche in minima parte, a causare l’evento dannoso, indipendentemente dalla gravità della violazione commessa da altri.

Chi ha la precedenza a un incrocio ha sempre ragione in caso di incidente?
No. La sentenza chiarisce che anche chi ha il diritto di precedenza deve mantenere una condotta prudente. Una velocità eccessiva che impedisce di evitare l’incidente, pur se causato dalla violazione altrui, può configurare un concorso di colpa penalmente rilevante.

Il giudice penale è obbligato a stabilire la percentuale di colpa tra i conducenti?
No. Secondo la Corte, il giudice penale non ha l’obbligo di quantificare in percentuale il concorso di colpa, a meno che non debba decidere anche sulle richieste civili. Il suo compito è accertare la rilevanza causale della condotta di tutti per valutare la responsabilità penale e la gravità del reato.

È possibile ottenere sia la sospensione condizionale della pena che una sanzione sostitutiva come il lavoro di pubblica utilità?
No. La sentenza afferma che, in base alla normativa attuale (derivante dalla c.d. Riforma Cartabia), le sanzioni sostitutive e la sospensione condizionale della pena sono incompatibili. Non è possibile applicare una sanzione prevista dalla nuova legge (lavoro di pubblica utilità) invocando contemporaneamente una disciplina precedente più favorevole che ne permetteva il cumulo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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