LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concorso anomalo: prevedibilità non basta per il dolo

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza di condanna per rapina, distinguendo tra concorso pieno e concorso anomalo. Il caso riguardava un imputato che, avendo fornito l’auto per un furto, era stato condannato anche per la successiva rapina. La Corte ha stabilito che la mera prevedibilità dell’evento più grave non è sufficiente per configurare il dolo eventuale e quindi il concorso pieno (art. 110 c.p.), ma rientra nell’ipotesi di concorso anomalo (art. 116 c.p.), che richiede una valutazione diversa. Sarà la Corte d’Appello a dover riconsiderare il caso applicando questo principio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concorso Anomalo: Quando la Prevedibilità non Significa Accettare il Rischio

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 37469 del 2024, offre un’importante lezione sulla differenza tra concorso pieno nel reato e concorso anomalo. La Corte ha chiarito che, per essere ritenuti pienamente responsabili di un reato più grave non pianificato, non è sufficiente che questo fosse prevedibile, ma è necessario dimostrare che il concorrente ne abbia accettato il rischio. Analizziamo questa decisione fondamentale.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per concorso in furto aggravato e rapina aggravata. L’imputato aveva fornito l’autovettura utilizzata dai complici per commettere un furto a un bancomat. Durante lo svolgimento dei fatti, l’azione criminosa era degenerata in una rapina, con l’aggiunta di violenza e lesioni. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano confermato la condanna dell’imputato per entrambi i reati, ritenendolo pienamente compartecipe anche dell’evento più grave.

Il difensore ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo, tra i vari motivi, l’errata applicazione della legge penale. In particolare, ha evidenziato che l’imputato non aveva pianificato né voluto la rapina, e che la sua responsabilità avrebbe dovuto essere inquadrata, al massimo, nell’ipotesi di concorso anomalo previsto dall’art. 116 del codice penale.

La Distinzione tra Concorso Pieno e Concorso Anomalo

Il cuore della questione giuridica risiede nella distinzione tra due forme di partecipazione al reato:

* Concorso ordinario (art. 110 c.p.): Si verifica quando una persona contribuisce materialmente o moralmente alla realizzazione di un reato, con la consapevolezza e volontà di commetterlo. Se il reato commesso è diverso o più grave di quello inizialmente voluto, si può essere chiamati a risponderne a titolo di dolo eventuale. Questo richiede che l’agente si sia rappresentato la concreta possibilità del verificarsi dell’evento più grave e ne abbia accettato il rischio.

* Concorso anomalo (art. 116 c.p.): Si configura quando i complici commettono un reato diverso e più grave di quello concordato. Il concorrente che non ha voluto l’evento più grave ne risponde comunque, ma solo se tale evento era una conseguenza prevedibile dell’azione originaria. In questo caso, la responsabilità è attribuita a titolo di colpa in relazione all’evento non voluto.

La differenza è sostanziale: nel primo caso, c’è un’accettazione del rischio (dolo); nel secondo, c’è solo una prevedibilità dell’evento (colpa).

Il Ruolo della Prevedibilità nel Concorso Anomalo

La Corte di Cassazione ha rilevato una contraddizione fondamentale nel ragionamento dei giudici di merito. Sia la sentenza di primo grado che quella d’appello avevano giustificato la condanna per concorso pieno in rapina sulla base della “facile prevedibilità” dell’evoluzione del furto in un reato più grave. In pratica, avevano applicato il criterio della prevedibilità, che è proprio del concorso anomalo, per fondare una responsabilità a titolo di dolo, tipica del concorso ordinario.

Secondo la Suprema Corte, questo è un errore di diritto. La sola prevedibilità non è sufficiente a dimostrare che l’imputato avesse accettato il rischio che il furto si trasformasse in rapina. Per affermare il concorso pieno (art. 110 c.p.), sarebbe stato necessario individuare elementi concreti da cui desumere che l’imputato si fosse rappresentato l’evento della rapina e avesse deciso di agire comunque, anche a costo che si verificasse.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che i giudici di merito hanno confuso i presupposti del dolo eventuale con quelli della colpa. Affermare che un evento è “prevedibile” non equivale a dire che l’agente ne abbia accettato il rischio. La prevedibilità è il limite esterno della responsabilità nel concorso di persone, ma per il concorso pieno serve un quid pluris: la rappresentazione e l’adesione, seppur in forma eventuale, all’evento più grave. Poiché le sentenze di merito avevano basato la condanna per rapina sulla sola prevedibilità, hanno applicato in modo errato l’art. 110 c.p. anziché valutare l’applicabilità dell’art. 116 c.p. (concorso anomalo). Per questo motivo, la sentenza è stata annullata su questo specifico punto.

Le Conclusioni

La Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla qualificazione giuridica del concorso nel reato più grave, rinviando il caso a una diversa sezione della Corte d’Appello. Quest’ultima dovrà effettuare una nuova valutazione dei fatti, applicando correttamente i principi che distinguono il concorso pieno dal concorso anomalo. Dovrà accertare se, sulla base delle prove, l’imputato si sia limitato a non prevedere un evento prevedibile (concorso anomalo) o se abbia effettivamente previsto e accettato il rischio della degenerazione del furto in rapina (concorso pieno). Questa decisione riafferma un principio di garanzia fondamentale: la responsabilità penale deve essere strettamente legata all’atteggiamento psicologico del soggetto rispetto al fatto commesso.

Qual è la differenza tra concorso pieno (art. 110 c.p.) e concorso anomalo (art. 116 c.p.)?
Il concorso pieno richiede la partecipazione volontaria al reato commesso, eventualmente anche a titolo di dolo eventuale se l’evento più grave era stato previsto e il suo rischio accettato. Il concorso anomalo, invece, si applica quando un reato più grave non era voluto ma era uno sviluppo prevedibile dell’azione originaria, e la responsabilità è attribuita a titolo di colpa.

La sola prevedibilità che un furto possa degenerare in rapina è sufficiente per condannare un complice per rapina a titolo di dolo?
No. Secondo la Cassazione, la mera prevedibilità non è sufficiente per configurare il dolo eventuale e quindi il concorso pieno. Per quest’ultimo, è necessario dimostrare che il concorrente si sia specificamente rappresentato l’evento più grave e ne abbia accettato il rischio, agendo comunque.

Cosa succede quando un giudice applica il criterio della prevedibilità per giustificare una condanna per concorso pieno?
Commette un errore di diritto. Come stabilito in questa sentenza, applicare il criterio della prevedibilità (proprio del concorso anomalo) per fondare una responsabilità per concorso pieno (che richiede il dolo) costituisce una violazione di legge e una contraddittorietà della motivazione, che porta all’annullamento della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati