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Concordato in appello: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La decisione si fonda sul fatto che in secondo grado era stato raggiunto un ‘concordato in appello’ sulla pena, una procedura che, per legge, impedisce un successivo ricorso per motivi diversi dalla determinazione della pena stessa. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità del Ricorso

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: l’adesione al concordato in appello preclude la possibilità di presentare un successivo ricorso per cassazione. Questa decisione offre lo spunto per analizzare il funzionamento di questo istituto e le sue conseguenze pratiche per l’imputato.

I Fatti del Caso: Dal Furto al Patteggiamento in Appello

La vicenda processuale ha origine da una condanna per furto in abitazione aggravato, emessa in primo grado con rito abbreviato. L’imputato, ritenuto responsabile di un fatto commesso nel giugno 2022, veniva condannato alla pena di giustizia.

In sede di appello, la difesa e la pubblica accusa hanno optato per la procedura del “concordato anche con rinuncia ai motivi di appello”, prevista dall’art. 599-bis del codice di procedura penale. Le parti si sono accordate per una rideterminazione della pena, ottenendo una riduzione della sanzione originaria. La Corte d’Appello, verificata la legittimità dell’accordo, ha riformato parzialmente la sentenza di primo grado, confermandola nel resto.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione del Concordato in Appello

Nonostante l’accordo raggiunto, la difesa ha deciso di presentare ricorso per cassazione. L’unico motivo sollevato riguardava la presunta mancata esclusione di una circostanza aggravante, lamentando sia una violazione di legge che un vizio di motivazione.

Tuttavia, la scelta di accedere al concordato in appello si è rivelata decisiva per l’esito del ricorso. Questo istituto, infatti, si basa su un accordo tra le parti che, in cambio di una pena concordata, rinunciano a tutti gli altri motivi di appello. L’obiettivo è quello di definire più rapidamente il processo, con un beneficio per l’imputato in termini di sanzione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: L’Inammissibilità Prevista dalla Legge

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La motivazione della decisione è netta e si basa su un preciso riferimento normativo: l’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

Questa norma, introdotta con la legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), stabilisce esplicitamente che, in caso di sentenza emessa a seguito di concordato in appello, il successivo ricorso per cassazione è inammissibile. La Corte ha sottolineato che l’accordo tra le parti sulla pena implica una rinuncia implicita a contestare altri aspetti della sentenza, ad eccezione di quelli strettamente legati alla legalità della pena pattuita.

Essendo il ricorso inammissibile, e non ravvisando alcuna assenza di colpa da parte del ricorrente nella causa di inammissibilità, la Corte ha applicato l’art. 616 del codice di procedura penale. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Scelta Processuale

L’ordinanza in esame conferma che la scelta di aderire al concordato in appello è una decisione strategica con conseguenze definitive. Se da un lato offre il vantaggio di una pena potenzialmente più mite e di una più rapida chiusura del procedimento, dall’altro preclude quasi ogni ulteriore via di impugnazione. L’imputato e il suo difensore devono quindi valutare attentamente i pro e i contro, consapevoli che l’accordo sulla pena cristallizza la decisione, rendendo vano un successivo tentativo di rimettere in discussione altri punti della sentenza davanti alla Corte di Cassazione.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la sentenza d’appello era stata pronunciata a seguito di un ‘concordato in appello’ (art. 599-bis c.p.p.), un accordo tra le parti sulla pena. La legge (art. 610, comma 5-bis, c.p.p.) prevede specificamente che in questi casi il ricorso per cassazione non possa essere esaminato.

Cosa comporta un ‘concordato in appello’?
Comporta che l’imputato e la pubblica accusa si accordino sulla pena da applicare in appello, rinunciando a tutti gli altri motivi di impugnazione. Questo porta a una ridefinizione della sanzione, che viene applicata dalla Corte territoriale previa verifica della correttezza giuridica dell’accordo.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e, se non vi è assenza di colpa, anche al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 4.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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