LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concordato in appello: quando il ricorso è nullo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato avverso una sentenza di concordato in appello. La Corte ha chiarito che, accettando l’accordo, le parti rinunciano a contestare i punti concordati, inclusa la qualificazione giuridica del fatto, rendendo inammissibile un successivo ricorso basato su tali motivi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in appello: i limiti al ricorso in Cassazione

Il concordato in appello, introdotto dalla Legge n. 103 del 2017, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso che consente alle parti di accordarsi sull’esito del giudizio di secondo grado. Tuttavia, questa scelta strategica comporta precise conseguenze sulla possibilità di impugnare la decisione successiva. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 37182/2025, ha ribadito i confini invalicabili del ricorso avverso una sentenza emessa a seguito di tale accordo.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla decisione della Corte di Appello di Lecce. In quella sede, l’imputato e la procura generale avevano raggiunto un accordo ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. La Corte, accogliendo la richiesta, aveva riqualificato il reato contestato in una fattispecie meno grave (ex art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990) e rideterminato la pena in tre anni di reclusione e 6.000 euro di multa. Nonostante l’accordo, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione proprio in relazione alla riqualificazione del fatto su cui si era basato il concordato.

L’inammissibilità del ricorso sul concordato in appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto proposto per motivi non consentiti dalla legge. I giudici hanno sottolineato come la natura stessa del concordato in appello precluda la possibilità di contestare successivamente i punti che sono stati oggetto dell’accordo stesso. L’istituto, infatti, si fonda sulla volontà delle parti di accettare una nuova determinazione della pena, rinunciando esplicitamente agli altri eventuali motivi di doglianza.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la propria decisione su un principio consolidato in giurisprudenza. L’art. 599-bis c.p.p. stabilisce che l’accordo tra le parti sui motivi di appello da accogliere implica una rinuncia a dedurre, nel successivo giudizio di legittimità, ogni altra doglianza. Questo include anche le questioni relative alla qualificazione giuridica del fatto. In altre parole, non è possibile prima accordarsi su una determinata riqualificazione del reato e sulla pena conseguente, per poi contestare quella stessa riqualificazione in Cassazione.

La Corte ha specificato che il ricorso avverso una sentenza di concordato in appello è ammissibile solo in casi eccezionali e tassativi, quali:
1. Vizi relativi alla formazione della volontà della parte di accedere all’accordo.
2. Mancanza del consenso del Procuratore Generale sulla richiesta.
3. Contenuto della pronuncia del giudice difforme rispetto all’accordo.
4. Irrogazione di una pena illegale.

Al di fuori di queste ipotesi, ogni altro motivo, specialmente se relativo a punti oggetto della rinuncia (come la sussistenza di circostanze aggravanti o attenuanti, o la stessa qualificazione del fatto), è da considerarsi inammissibile. L’accordo processuale cristallizza l’oggetto del giudizio, impedendo alle parti di rimetterlo in discussione.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza la natura dispositiva e vincolante del concordato in appello. Chi sceglie questa via processuale deve essere consapevole che sta compiendo una scelta definitiva sui punti oggetto dell’accordo. L’obiettivo del legislatore è quello di garantire la stabilità delle decisioni concordate e di alleggerire il carico dei giudizi di impugnazione. Pertanto, la decisione di aderire a un concordato deve essere attentamente ponderata, poiché chiude la porta a successive contestazioni nel merito, salvo i limitati e specifici casi previsti dalla legge.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza di concordato in appello?
Sì, ma solo per motivi eccezionali e specifici, come vizi nella formazione della volontà di aderire all’accordo, il dissenso del Procuratore Generale, una decisione del giudice non conforme all’accordo o l’applicazione di una pena illegale. Non è possibile per motivi rinunciati con l’accordo.

Si può contestare la qualificazione giuridica del reato dopo aver raggiunto un concordato in appello?
No. La sentenza chiarisce che l’accordo delle parti sui punti da accogliere implica la rinuncia a sollevare successive contestazioni su tali punti, inclusa la qualificazione giuridica del fatto. Accettare il concordato significa accettare anche la qualificazione del reato proposta.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso contro un concordato in appello?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, equitativamente fissata dal giudice, in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati