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Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

Due imputati hanno fatto ricorso contro una sentenza di concordato in appello. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché i motivi proposti (qualificazione del fatto, congruità della pena) erano stati implicitamente rinunciati con l’accordo. Il ricorso è possibile solo per illegalità della pena, non per vizi di merito.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Limiti e Conseguenze del Ricorso in Cassazione

L’istituto del concordato in appello, disciplinato dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, ma comporta importanti conseguenze sulla possibilità di impugnare la decisione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso avverso una sentenza che ratifica tale accordo, stabilendo principi chiave sull’inammissibilità delle doglianze.

I Fatti del Caso

Due imputati, condannati per reati legati agli stupefacenti in concorso tra loro, proponevano appello avverso la sentenza di primo grado. Nel corso del giudizio d’appello, le parti raggiungevano un accordo sulla pena, formalizzato dalla Corte territoriale con una sentenza di concordato in appello. Nonostante l’accordo, gli imputati decidevano di presentare ricorso per Cassazione, lamentando l’omesso esame sulla qualificazione giuridica del fatto, sulla congruità della pena e sul bilanciamento delle circostanze.

La Decisione della Corte sul concordato in appello

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato i ricorsi inammissibili senza formalità di procedura, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, c.p.p. La decisione si fonda su un principio consolidato in giurisprudenza: la sentenza che recepisce un concordato in appello non è impugnabile per motivi che attengono alla valutazione di merito implicitamente rinunciati con l’accordo stesso. I ricorrenti sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro ciascuno a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: L’Effetto Rinunciatario del Concordato in Appello

Il cuore della motivazione risiede nella natura stessa del concordato in appello. Accettando l’accordo, l’imputato rinuncia a contestare specifici aspetti della condanna in cambio di una rideterminazione della pena. La Corte ha chiarito che le doglianze relative alla congruità della pena, alla sua determinazione e al bilanciamento delle circostanze sono inammissibili perché si considerano rinunciate.

L’impugnazione in Cassazione resta possibile, ma solo per vizi specifici e circoscritti. In particolare, è possibile ricorrere se:

1. La pena concordata è illegale, ovvero non rientra nei limiti edittali previsti dalla legge per quel reato o è di specie diversa da quella stabilita.
2. Non sono state valutate le condizioni per un proscioglimento immediato secondo l’art. 129 c.p.p. (ad esempio, se il fatto non sussiste o non costituisce reato).

Nel caso di specie, i motivi del ricorso non riguardavano l’illegalità della pena, ma aspetti discrezionali (la sua equità, la qualificazione del fatto) che, attraverso l’accordo, erano usciti dal perimetro delle questioni controvertibili.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un punto fondamentale per la difesa tecnica: la scelta di aderire a un concordato in appello è strategica e deve essere ponderata con attenzione. Se da un lato offre la certezza di una pena concordata, dall’altro cristallizza la decisione su molti fronti, limitando drasticamente le successive vie di impugnazione. L’assistito deve essere pienamente consapevole che, salvo il caso di una palese illegalità della sanzione, non potrà più lamentare in Cassazione che la pena sia ‘troppo alta’ o che il fatto dovesse essere qualificato diversamente. La pronuncia sottolinea, infine, le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile: la condanna al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una significativa sanzione pecuniaria.

Che cos’è il concordato in appello?
È un accordo tra l’accusa e la difesa, raggiunto durante il processo di appello, con cui le parti concordano sull’accoglimento di alcuni motivi di impugnazione e sulla rideterminazione della pena, che viene poi ratificato dal giudice con una sentenza.

È sempre possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza di concordato in appello?
No. Il ricorso è possibile solo per motivi specifici. Secondo la sentenza, non si possono contestare aspetti come la congruità della pena o la qualificazione giuridica del fatto, perché si considerano rinunciati con l’accordo. Il ricorso è ammesso solo se la pena applicata è illegale (cioè fuori dai limiti di legge) o se il giudice non ha valutato cause di proscioglimento evidenti.

Cosa succede se il ricorso contro un concordato in appello viene dichiarato inammissibile?
In base a quanto stabilito dall’art. 616 c.p.p., la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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