LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concordato in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che aveva precedentemente stipulato un concordato in appello. L’ordinanza chiarisce che l’accordo sulla pena in appello preclude la possibilità di un successivo ricorso per cassazione, limitando la cognizione del giudice di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: La Parola Fine sul Processo?

Il concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso che permette all’imputato e al pubblico ministero di accordarsi sulla pena da applicare in secondo grado. Ma quali sono le conseguenze di tale accordo sulla possibilità di impugnare ulteriormente la decisione? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sugli effetti preclusivi di questo istituto, stabilendo un principio chiaro: chi sceglie il concordato, rinuncia implicitamente a portare il caso davanti al giudice di legittimità.

Il Caso in Esame: Un Ricorso Contro una Sentenza Concordata

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Tale sentenza era stata emessa proprio a seguito di un accordo sulla pena, raggiunto tra l’imputato e la procura generale. Nonostante l’accordo, l’imputato decideva di presentare un ulteriore ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la decisione. La Suprema Corte, tuttavia, ha stroncato sul nascere questa iniziativa, dichiarando il ricorso inammissibile con una procedura snella, cosiddetta de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza formale.

L’Effetto del Concordato in Appello sulle Impugnazioni

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella natura stessa del concordato in appello. Secondo i giudici, la scelta di definire il procedimento con un accordo sulla pena non si limita a influenzare il giudizio di secondo grado, ma produce “effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale”. Ciò significa che l’imputato, accettando il concordato, rinuncia a contestare qualsiasi questione, anche quelle che, in teoria, il giudice potrebbe rilevare di propria iniziativa.

L’analogia con la Rinuncia all’Impugnazione

Per rafforzare il proprio ragionamento, la Corte richiama un precedente giurisprudenziale (sentenza n. 29243/2018) che paragona gli effetti del concordato a quelli della rinuncia esplicita all’impugnazione. In entrambi i casi, la volontà dell’imputato di chiudere la partita processuale in una determinata fase impedisce di riaprirla in un momento successivo. L’accordo sulla pena, dunque, non è una semplice transazione sul quantum della sanzione, ma un atto che definisce irrevocabilmente il procedimento a quel livello.

Le motivazioni

La motivazione della Corte è netta: il ricorso è stato proposto per motivi non consentiti dalla legge. L’adesione al concordato in appello implica una rinuncia a far valere qualsiasi doglianza successiva. Questo patto processuale limita la cognizione del giudice di secondo grado e, di conseguenza, esaurisce la possibilità di accedere al giudizio di legittimità. La definizione del processo tramite accordo manifesta la volontà dell’interessato di accettare la decisione, rendendo incoerente e giuridicamente infondato un successivo tentativo di rimetterla in discussione.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale per chi si approccia al concordato in appello: si tratta di una scelta strategica con conseguenze definitive. Optare per l’accordo sulla pena significa accettare la conclusione del percorso giudiziario a quel punto, precludendosi la via del ricorso per cassazione. La Suprema Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, a conferma della totale infondatezza della sua iniziativa. Questa decisione serve da monito sulla ponderazione necessaria prima di accedere a istituti che, pur offrendo vantaggi, comportano una rinuncia a ulteriori gradi di giudizio.

È possibile presentare ricorso in Cassazione dopo aver concordato la pena in appello?
No, l’ordinanza stabilisce che l’accordo sulla pena in appello (concordato) ha effetti preclusivi che impediscono un successivo ricorso per cassazione, rendendolo inammissibile.

Qual è l’effetto del concordato in appello sul processo?
Il concordato in appello limita la cognizione del giudice di secondo grado e ha effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale successivo, compreso il giudizio di legittimità davanti alla Cassazione.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché proposto per motivi non consentiti dalla legge, dato che l’aver accettato il concordato in appello equivale a una rinuncia a contestare ulteriormente la sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati